Hai colto il punto...dragonfriend ha scritto:il "soggetto": a me va bene raccontare la "realtà" ma il cinema italiano non ha praticamente spazio per altro.
Dove solo l'epica, la fantascianza, il fantasy, l'horror, la guerra, l'animazione.
Qualche caso sporadico ogni tot anni, e di solito pure flop.
Cos'è che rende immediatamente riconoscibile 1 film italian?
Moderatori: sandman, darkglobe, nocciolo, Invisible
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."

"It's the most horrible thing I've ever seen in my life!"
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no no. Sono sicuro. Anzi, non vorrei fosse dragonMi sa che quell'utente che citi sono sempre io...

E dove sono i soldi? In un mercato chiuso come il nostro, praticamente privo poi di sbocchi all'estero, dove sono i produttori che investono i loro soldi rischiando in generi "alternativi"? Si torna sempre lì.Dove solo l'epica, la fantascianza, il fantasy, l'horror, la guerra, l'animazione.
Il punto e' che siamo perdenti in questi generi: abbisognano di capitali e mezzi che il cinema italiano non puo' permettersi. E il pubblico non risponderebbe comunque, guardiamo in faccia la realta': se fossi un produttore non investirei una lira su un Signore degli Anelli girato a Ostia.Invisible ha scritto:Hai colto il punto...dragonfriend ha scritto:il "soggetto": a me va bene raccontare la "realtà" ma il cinema italiano non ha praticamente spazio per altro.
Dove solo l'epica, la fantascianza, il fantasy, l'horror, la guerra, l'animazione.
Qualche caso sporadico ogni tot anni, e di solito pure flop.
Tra l'altro negli ultimi anni ci sono stati tentativi in questi territori: se El Alamein e' andato piuttosto bene, non mi pare che i buoni film di Olmi e Bellocchio ( Il principe di Homburg e Il Mestiere delle Armi) siano stati dei successi, anzi.
Saluti, B.
Non sono d'accordo. La scuola italiana del cinema di genere include anche la fantascienza, il fantasy e l'horror, ed in passato i nostri maestri (evito di citare sempre gli stessi nomi) realizzavano piccoli gioielli con pochi mezzi.Barbazza ha scritto: Il punto e' che siamo perdenti in questi generi: abbisognano di capitali e mezzi che il cinema italiano non puo' permettersi.
Soltanto... ce ne dimentichiamo molto facilmente (o volutamente)...
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In passato, appunto. Quando il cinema, anche quello americano, aveva una componente "artigianale" molto piu' marcata: ora la forbice tra i due mondi produttivi si e' ampliata enormemente e non e' semplicemente possibile competere con i colossi d'oltreoceano.Invisible ha scritto: Non sono d'accordo. La scuola italiana del cinema di genere include anche la fantascienza, il fantasy e l'horror, ed in passato i nostri maestri (evito di citare sempre gli stessi nomi) realizzavano piccoli gioielli con pochi mezzi.
Sto parlando di sf, fantasy e correlati: per gli altri generi invece ritorno al secondo punto, quello della mancanza di pubblico.
Credo che sia possibile una via autoctona all'horror, al poliziesco e al cinema di guerra: anzi, auspicabile.
Ma ti ho portato esempi che imho sono validi: dei film italiani che rivisitano dei momenti di storia italiana, come e' logico.
Ho l'impressione che alla gente non gliene freghi invece una beata mazza di un approccio del genere e preferisca vedersi il Vietnam, lo sbarco in Normandia o un ridicolo Medioevo con la musica dei Queen.
Scelta legittima, ma non possiamo imputare ai nostri autori di non ambientare i film a Saigon o a Pearl Harbour: si sfiorerebbe il ridicolo

Saluti, B.
- Kaysersoze
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Secondo me un altro aspetto da non sottovalutare sono i titoli di testa, nei film usa sempre originali e lavorati, mentre negli italiani di solito appaiono soltanto su uno sfondo nero. L'unico che mi sembra che abbia lavorato un po sui titoli iniziali è stato placido in romanzo criminale.
La più grande beffa che il Diavolo abbia mai fatto al mondo è stata quella di convincere tutti che non esiste.
http://www.dvdessential.it/forum/viewtopic.php?t=16601
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Sono d'accordo, non è detto che per realizzare dei buoni film horror/fantasy sia necessario molto denaro (in passato per es. Fulci ha realizzato delle buone cose con pochissimi soldi). Secondo me addirittura quando ci sono pochi soldi i registi e gli sceneggiatori aguzzano l'ingegno riuscendo a realizzare anche veri e propri cult (Carpenter ha sempre lavorato con budget ridotti dirigendo film molto belli). Il problema pero' è che non siamo piu' negli anni '70, la gente non va' al cinema per vedere effetti artigianali ma solo per cuccarsi effettoni di computer grafica (spesso superflui e freddi)! In Italia purtroppo chi ha qualche idea alternativa viene snobbato dai pochi produttori che preferiscono andare sul sicuro con qualche banale commediola o dramma familiare. Il problema non è completamente legato ai soldi, le idee ci sono ma quelle migliori non vengono prese in considerazione perchè comportano troppo rischio. Peccato!Invisible ha scritto:Non sono d'accordo. La scuola italiana del cinema di genere include anche la fantascienza, il fantasy e l'horror, ed in passato i nostri maestri (evito di citare sempre gli stessi nomi) realizzavano piccoli gioielli con pochi mezzi.Barbazza ha scritto: Il punto e' che siamo perdenti in questi generi: abbisognano di capitali e mezzi che il cinema italiano non puo' permettersi.
Soltanto... ce ne dimentichiamo molto facilmente (o volutamente)...
- dragonfriend
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BlasfemoBarbazza ha scritto: un ridicolo Medioevo con la musica dei Queen.

A parte le opinioni personali...concordo, non raccontiamo di cosa d'altri, ma perchè "il Destino di un cavaliere" non avrebbe potuto essere ambientato in italia e fatto da italiani? perchè no.
Olmi ha fatto il mestiere delle armi, tecnicamente splendido ma na pizza incredibile. E' un libro di storia. Ora mi piacerebbe che qualcuno lo rifaccia con uno stile un po' più d'intrattenimento.
siete artisti in erba e cercate spazio? www.tapirulan.it
il mio blog: http://blog.tapirulan.it/kamalafilm
"Sons of Gondor, of Rohan, my brothers! I see in your eyes, the same fear that would take the heart of me. A day may come when the courage of men fails. When we forsake our friends and break all bonds of fellowship but it is not this day. An hour of wolves and shattered shields when the age of Men comes crashing down. But it is not this day. This day we fight!
By all that you hold dear on this good earth…I bid you stand, Men of the West!
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Sì, ma ad esempio nulla vieterebbe ai nostri autori di fare film su fatti storici italiani. E di quelli ce ne sono pochini, se si esclude la proliferazione di agiografie su Rai Uno e Canale 5 (ce ne sono anche di carine, eh!).Barbazza ha scritto: Scelta legittima, ma non possiamo imputare ai nostri autori di non ambientare i film a Saigon o a Pearl Harbour: si sfiorerebbe il ridicolo
Però, dice bene peter79, e lo quoto:Barbazza ha scritto:In passato, appunto. Quando il cinema, anche quello americano, aveva una componente "artigianale" molto piu' marcata: ora la forbice tra i due mondi produttivi si e' ampliata enormemente e non e' semplicemente possibile competere con i colossi d'oltreoceano.Invisible ha scritto: Non sono d'accordo. La scuola italiana del cinema di genere include anche la fantascienza, il fantasy e l'horror, ed in passato i nostri maestri (evito di citare sempre gli stessi nomi) realizzavano piccoli gioielli con pochi mezzi.
Sto parlando di sf, fantasy e correlati: per gli altri generi invece ritorno al secondo punto, quello della mancanza di pubblico.
Tu dici che non è possibile competere con i colossi d'oltreoceano. Ma perché dobbiamo per forza "scontrarci" su quel terreno? In fondo, il cinema italiano non dovrebbe appunto tornare ad essere "riconoscibile" per un suo stile non necessariamente neo-neo-realistico?peter79 ha scritto:non è detto che per realizzare dei buoni film horror/fantasy sia necessario molto denaro (in passato per es. Fulci ha realizzato delle buone cose con pochissimi soldi). Secondo me addirittura quando ci sono pochi soldi i registi e gli sceneggiatori aguzzano l'ingegno riuscendo a realizzare anche veri e propri cult (Carpenter ha sempre lavorato con budget ridotti dirigendo film molto belli).
Ci vuole creatività innanzitutto... e, se è vero che non si inventa nulla, capacità di reinventare dimostrando di aver appreso la lezione del passato per riproporlo nella giusta dimensione. Solo in questo modo si può far da traino per l'investimento di capitali in progetti che non cadano nel dimenticatoio.
Io ho l'impressione che tutte queste idee nuove poco apprezzate in realtà non ci siano, che le nuove generazioni di "talenti" non abbiano saputo cogliere le poche occasioni loro offerte, realizzando film qualitativamente non eccelsi o peggio, per cui non solo non hanno trovato riscontro nel pubblico ma non hanno guadagnato fiducia da parte dei produttori, alimentando quel circolo vizioso del panorama cinematografico attuale che definiamo "televisivo", "sciatto", "stereotipato".
E' normale che la risposta del pubblico non ci sia. Ma come invertire la tendenza? Occorre stimolare un pubblico ormai pigro ed abitudinario, dargli in pasto dei prodotti di qualità, e non importa che sia un horror o una commedia, l'importante è arrivare ad una svolta, condurre le danze...
Se in Italia nascesse un Amenàbar o anche un Kim Ki-duk, sarebbe un'altra storia... allora sì che saremmo competitivi. Invece, noi all'estero esportiamo Bellocchio, Moretti, Vanzina e Muccino, cioè il "cinema d'autore" e il "cinema d'intrattenimento" del nostro tempo hanno a che fare o con le lobby della politica o con le lobby della sponsorizzazione TV.peter79 ha scritto:Il problema pero' è che non siamo piu' negli anni '70, la gente non va al cinema per vedere effetti artigianali ma solo per cuccarsi effettoni di computer grafica (spesso superflui e freddi)! In Italia purtroppo chi ha qualche idea alternativa viene snobbato dai pochi produttori che preferiscono andare sul sicuro con qualche banale commediola o dramma familiare.
Ecco... se proprio vogliamo dire qual è il contenuto (oltre allo stile) che, oggi, fa riconoscere un film italiano nei vari festival stranieri, diciamo che si tratta di film politici-nazional-popolari...
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Mi sembra che ci sia incartati in argomenti gia' sviscerati in altri thread anche piuttosto recenti, quindi mi sembrerebbe di essere ripetitivo al riguardo. Tra l'altro con le stesse persone, quindi non c'e' possibilita' di variazioni accettabili 
http://www.dvdessential.it/forum/viewtopic.php?t=23993
http://www.dvdessential.it/forum/viewtopic.php?t=23987
http://www.dvdessential.it/forum/viewtopic.php?t=22769
Aggiungo solo due cose.
Quotando Peter79, che non andrebbe a vedere un film italiano nenche sotto minaccia di un kamikaze islamico
, porrei l'accento su questa frase:
Il grande pubblico e' quello che vuole vedere: film americani con star e/o effetti speciali e film italiani comici a Natale.
Giusto o sbagliato che sia, i dati sono quelli: e non credo in una inversione di tendenza in tempi meno che biblici.
Ultimissima, poi concludo: se fosse solo il cinema italiano a essere messo cosi' male, per quale motivo anche le altre produzioni inglesi/francesi/russe/tedesche/giapponesi/coreane/spagnole/africane continuano a occupare spicchi di mercato risibili nel mercato italiano ?
Saluti, B.

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http://www.dvdessential.it/forum/viewtopic.php?t=22769
Aggiungo solo due cose.
Quotando Peter79, che non andrebbe a vedere un film italiano nenche sotto minaccia di un kamikaze islamico

E' piu' o meno la stessa cosa che ho detto io, quando parlavo di mezzi non confacenti a produzioni spettacolari.Il problema pero' è che non siamo piu' negli anni '70, la gente non va' al cinema per vedere effetti artigianali ma solo per cuccarsi effettoni di computer grafica (spesso superflui e freddi)!
Il grande pubblico e' quello che vuole vedere: film americani con star e/o effetti speciali e film italiani comici a Natale.
Giusto o sbagliato che sia, i dati sono quelli: e non credo in una inversione di tendenza in tempi meno che biblici.
Ultimissima, poi concludo: se fosse solo il cinema italiano a essere messo cosi' male, per quale motivo anche le altre produzioni inglesi/francesi/russe/tedesche/giapponesi/coreane/spagnole/africane continuano a occupare spicchi di mercato risibili nel mercato italiano ?
Saluti, B.
Saruman Multicolore ha scritto: Sì, ma ad esempio nulla vieterebbe ai nostri autori di fare film su fatti storici italiani. E di quelli ce ne sono pochini, se si esclude la proliferazione di agiografie su Rai Uno e Canale 5 (ce ne sono anche di carine, eh!).

Scusami, ma quelli che ho citato cosa erano ?
Saluti, B.
Iddio ce ne scampidragonfriend ha scritto: A parte le opinioni personali...concordo, non raccontiamo di cosa d'altri, ma perchè "il Destino di un cavaliere" non avrebbe potuto essere ambientato in italia e fatto da italiani? perchè no.

E poi l'abbiamo gia' fatto: A spasso nel tempo con Boldi e De Sica aveva lo stesso approccio moderno e divertente alla storia, con colonna sonora adeguata

Oppure, e qui sono serio, L'Armata Brancaleone di Monicelli: questo e' un esempio di divertimento intelligente, con soluzioni non banali.
Un po' piu' d'intrattenimento o solo intrattenimento ?Olmi ha fatto il mestiere delle armi, tecnicamente splendido ma na pizza incredibile. E' un libro di storia. Ora mi piacerebbe che qualcuno lo rifaccia con uno stile un po' più d'intrattenimento.
Perche' se il modello a cui bisogna tendere e' "Il destino di un cavaliere", mi tengo Olmi tutta la vita.
Saluti, B.
io invece no, voglio l'intrattenimento. Il cinema francese negli ultimi anni si è dato una mossa in questo modo, Luc Besson si è impuntato su questo. Solo facendo film d'intrattenimento poi si può arrivare a riconquistare il pubblico e quindi a far sì che il cinema renda di nuovo, questo porterebbe a produrre un maggior numero di film e quindi aumenterebbero di molto le possibilità di girare film intelligenti e vari... Perchè comunque si tratta di riequilibrare le cose, e se da una parte c'è un Olmi che mi fa un film storico accademico e "pesante", dall'altra ci dev'essere qualcuno che faccia un film storico che diverta e intrattenga.
E sia chiaro che con intrattenimento non intendo "commedia", perchè quella davvero non ci manca(o forse si?), intendo un po' tutti i generi che da un po' di tempo a questa parte è come se non esistessero. E sono anche convinto che qualsiasi genere si potrebbe adattare alla realtà italiana.
E sia chiaro che con intrattenimento non intendo "commedia", perchè quella davvero non ci manca(o forse si?), intendo un po' tutti i generi che da un po' di tempo a questa parte è come se non esistessero. E sono anche convinto che qualsiasi genere si potrebbe adattare alla realtà italiana.
- cicciopepe
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- Iscritto il: martedì 13 dicembre 2005, 9:54
Secondo me i problemi del cinema italiano sono molti e tutti abbondatemente e giustamente citatati in questo topic.
io vorrei fare solo un paio di considerazioni
- la prima è che soggetti nostrani per la ralizzazione di film ce ne sarebbero all'infinito andando dai romani all'unità di italia ( ci sarebbero tanti di quelli spunti da perderci la testa ) un film come "il gladiatore " dall'ambientazione europea ma anche italiana, poteva essere benissimo realizzato da BRAVI produttori e registi italiani, il problema è che non sono all'altezza, diciamo la verità. per fare film che reggono il confronto a livello non dico mondiale ma almeno europeo, ci vuole gente come leone e fellini; e ad oggi , non ci sono....
- un film italiano lo si riconosce pure dalle musiche in alcuni casi ridicole,
un buon film è anche musica . vedi Profondo Rosso un film caratterizzato da un motivo che a sentirlo mi fa ancora venire i brividi la notte...
- Leone riusci a convincere gente come clint (all'epoca emergente) a recitare per lui , oggi non ce nessuno che riuscirebbe a convincere nessun attore internazionale a fare attrettanto. Ci ostiniamo ancora nel 2006 a rinch iuderci nel nostro orticello , un mix fra attori nostrani e stranieri, è così impossibile??????', basta avere in mano un regista decente e una storia discreta. I cast di attori italiani putroppo fanno pena sono cosi inespressivi..., e a quelli veramente bravi non danno la possibilità .Certo io non dico che bisogna ingaggiare le star da 10 miliardi di dollari.....
teniamoci de sica e boldi e le loro VACCanze di natale di mer..., il livello purtroppo è quello...
che rabbia

io vorrei fare solo un paio di considerazioni
- la prima è che soggetti nostrani per la ralizzazione di film ce ne sarebbero all'infinito andando dai romani all'unità di italia ( ci sarebbero tanti di quelli spunti da perderci la testa ) un film come "il gladiatore " dall'ambientazione europea ma anche italiana, poteva essere benissimo realizzato da BRAVI produttori e registi italiani, il problema è che non sono all'altezza, diciamo la verità. per fare film che reggono il confronto a livello non dico mondiale ma almeno europeo, ci vuole gente come leone e fellini; e ad oggi , non ci sono....
- un film italiano lo si riconosce pure dalle musiche in alcuni casi ridicole,
un buon film è anche musica . vedi Profondo Rosso un film caratterizzato da un motivo che a sentirlo mi fa ancora venire i brividi la notte...
- Leone riusci a convincere gente come clint (all'epoca emergente) a recitare per lui , oggi non ce nessuno che riuscirebbe a convincere nessun attore internazionale a fare attrettanto. Ci ostiniamo ancora nel 2006 a rinch iuderci nel nostro orticello , un mix fra attori nostrani e stranieri, è così impossibile??????', basta avere in mano un regista decente e una storia discreta. I cast di attori italiani putroppo fanno pena sono cosi inespressivi..., e a quelli veramente bravi non danno la possibilità .Certo io non dico che bisogna ingaggiare le star da 10 miliardi di dollari.....
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FROM "Dead Poets Society" by Peter Weir.
"Cogli la rosa quando è il momento, che il tempo lo sai che vola e lo stesso fiore che oggi sboccia domani appassirà"
"Perchè solo nei sogni gli uomini sono veramente liberi, e così è stato e così sarà per sempre..."
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Perfettamente d'accordocicciopepe ha scritto:Secondo me i problemi del cinema italiano sono molti e tutti abbondatemente e giustamente citatati in questo topic.
io vorrei fare solo un paio di considerazioni
- la prima è che soggetti nostrani per la ralizzazione di film ce ne sarebbero all'infinito andando dai romani all'unità di italia ( ci sarebbero tanti di quelli spunti da perderci la testa ) un film come "il gladiatore " dall'ambientazione europea ma anche italiana, poteva essere benissimo realizzato da BRAVI produttori e registi italiani, il problema è che non sono all'altezza, diciamo la verità. per fare film che reggono il confronto a livello non dico mondiale ma almeno europeo, ci vuole gente come leone e fellini; e ad oggi , non ci sono....
- un film italiano lo si riconosce pure dalle musiche in alcuni casi ridicole,
un buon film è anche musica . vedi Profondo Rosso un film caratterizzato da un motivo che a sentirlo mi fa ancora venire i brividi la notte...
- Leone riusci a convincere gente come clint (all'epoca emergente) a recitare per lui , oggi non ce nessuno che riuscirebbe a convincere nessun attore internazionale a fare attrettanto. Ci ostiniamo ancora nel 2006 a rinch iuderci nel nostro orticello , un mix fra attori nostrani e stranieri, è così impossibile??????', basta avere in mano un regista decente e una storia discreta. I cast di attori italiani putroppo fanno pena sono cosi inespressivi..., e a quelli veramente bravi non danno la possibilità .Certo io non dico che bisogna ingaggiare le star da 10 miliardi di dollari.....
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Non mi puoi mettere a confronto un paio di pellicole all'anno con le tremila storie sentimentali e commediole varie, suvviaBarbazza ha scritto:Saruman Multicolore ha scritto: Sì, ma ad esempio nulla vieterebbe ai nostri autori di fare film su fatti storici italiani. E di quelli ce ne sono pochini, se si esclude la proliferazione di agiografie su Rai Uno e Canale 5 (ce ne sono anche di carine, eh!).![]()
Scusami, ma quelli che ho citato cosa erano ?
Saluti, B.

Diciamo che manca la voglia di produrre generi che sarebbero perfettamenre realizzabili pure da noi senza bisogno di fare "gli americani".
Topic molto interessanti, soprattutto il primo.Barbazza ha scritto:Mi sembra che ci sia incartati in argomenti gia' sviscerati in altri thread anche piuttosto recenti, quindi mi sembrerebbe di essere ripetitivo al riguardo. Tra l'altro con le stesse persone, quindi non c'e' possibilita' di variazioni accettabili
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Non che oggi ci sia la medesima qualità del "cinema d'altri tempi", è ovvio. Ma è evidente che in Italia stiamo messi peggio che altrove. Gli "spicchi risibili" sono forse dovuti sia ad una crisi generale che investe il settore in Italia sia ad una "mentalità" che appunto ha preso piede in primo luogo tra gli addetti ai lavori e, in secondo luogo, tra il pubblico.non credo in una inversione di tendenza in tempi meno che biblici.
Ultimissima, poi concludo: se fosse solo il cinema italiano a essere messo cosi' male, per quale motivo anche le altre produzioni inglesi/francesi/russe/tedesche/giapponesi/coreane/spagnole/africane continuano a occupare spicchi di mercato risibili nel mercato italiano ?
La situazione è sicuramente più complessa ed articolata di quanto la si voglia analizzare. Invertire la tendenza... magari ci vuole quello che dice cicciopepe:
oppure, è da valutare ciò che propone Marv:cicciopepe ha scritto:ci vuole gente come leone e fellini; e ad oggi , non ci sono...
Infatti, credo che troppo spesso si sbagli a sovrapporre il cinema d'intrattenimento col cinema di bassa qualità. Anzi, è proprio "un cinema d'intrattenimento di qualità" che manca...Marv ha scritto:Solo facendo film d'intrattenimento poi si può arrivare a riconquistare il pubblico e quindi a far sì che il cinema renda di nuovo, questo porterebbe a produrre un maggior numero di film e quindi aumenterebbero di molto le possibilità di girare film intelligenti e vari...
E sono pure d'accordo col fatto che non solo non si dà spazio alla sperimentazione (libertà che si può permettere solo un Autore con la A maiuscola, nel contesto delle lobby succitate), ma nemmeno ci sia la voglia di spaziare tra i generi. Cosa che porterebbe un po' di nuova linfa vitale a tutto il "sistema":
Marv ha scritto:intendo un po' tutti i generi che da un po' di tempo a questa parte è come se non esistessero. E sono anche convinto che qualsiasi genere si potrebbe adattare alla realtà italiana.
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