Repo Man ha scritto:Finito di leggere Ubik, il finale è spiazzante, non me lo sarei mai aspettato

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ho trovato poi inquietante e attuale la presenza del tema dell'eutanasia, l'ho trovata solo io?
Premessa per chi non ha letto il romanzo:
Dick immagina che sia possibile conservare in uno stato di "semi-vita" i corpi delle persone decedute ma recanti ancora alcuni indizi di attività cerebrale. Anziché essere seppelliti, i corpi vengono congelati nei "
moratorium" dove, pagando una retta ai proprietari-gestori, i parenti ed amici dei defunti hanno l'opportunità di mettersi in comunicazione con loro attraverso l'ausilio di sofisticate attrezzature. Tuttavia, la condizione di semi-vita è destinata comunque lentamente ad esaurirsi fino a culminare nella morte effettiva, proprio in conseguenza dei periodici contatti con i vivi che indeboliscono sempre di più le funzioni cerebrali dei propri congiunti.
Ed ora, cito dal capitolo Due (dialogo tra Runciter e la sua defunta moglie Ella):
Ella, bella e con la pelle chiara; i suoi occhi, nei giorni in cui erano stati aperti, avevano brillato di un azzurro luminoso. Questo non sarebbe più accaduto; lui poteva parlarle e sentirla rispondere; poteva comunicare con lei... ma non l'avrebbe mai più rivista con gli occhi aperti. E non avrebbe più visto muoversi la sua bocca. Lei non avrebbe sorriso al suo arrivo. Quando lui se ne sarebbe andato, lei non avrebbe pianto. Ne vale la pena? si chiese amareggiato. Tutto questo è migliore della vecchia via, la strada diretta dalla piena-vita alla tomba? Eppure, in un certo senso l'ho ancora con me, decise. L'alternativa è il nulla.
Nell'auricolare si formarono delle parole, lente e incerte: pensieri circolari di nessuna importanza, frammenti del misterioso sogno nel quale lei ora risiedeva. Quale sensazione si avrà, si chiese Runciter, a trovarsi nella semi-vita? Non riusciva mai a immaginare nulla da ciò che gli raccontava Ella; l'esperienza diretta, le basi, non potevano essere trasmesse. Gravità, gli aveva detto lei una volta; incomincia a non avere più alcun effetto su di te e puoi fluttuare, sempre più libero. Quando la semi-vita sarà finita, aveva detto ancora lei, penso che si fluttuerà al di fuori del nostro sistema, fino alle stelle. Ma neppure lei lo sapeva; fantasticava soltanto e costruiva congetture. Non sembrava comunque spaventata. O infelice. Runciter ne era lieto.
«Ciao, Ella» disse goffamente nel microfono.
«Oh» giunse la sua risposta nell'auricolare; sembrava stupita.
Eppure ovviamente, il suo viso rimaneva impassibile. Non mostrava nulla. Runciter distolse lo sguardo.
«Ciao, Glen» disse lei con una specie di meraviglia infantile: ricondotta a quel mondo, era sorpresa di trovarci lui. «Cosa...» La voce esitò. «Quanto tempo è passato?»
«Un paio d'anni» disse lui.
«Raccontami cosa sta succedendo.»