Masters of Horror

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darkhawk78
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Masters of Horror

Messaggio da darkhawk78 »

Mentre navigavo sul web mi sono imbattuto nell'annuncio della seconda stagione della miniserie Masters of Horror e ho notato che tra i registi ci sarà anche Dario Argento! :!!

Ecco la notizia con tutti i registi. Link.

:-9
La Guida Galattica per gli Autostoppisti è un libro davvero notevole. E' stato aggiornato più e più volte nel corso degli anni, ed è stato rivisto da vari curatori. Innumerevoli viaggiatori e ricercatori hanno dato il loro contributo all'opera.
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gipal
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Re: Masters of Horror

Messaggio da gipal »

darkhawk78 ha scritto:Mentre navigavo sul web mi sono imbattuto nell'annuncio della seconda stagione della miniserie Masters of Horror e ho notato che tra i registi ci sarà anche Dario Argento! :!!

Ecco la notizia con tutti i registi. Link.

:-9
Tobe Hooper ("Texas Chainsaw Massacre,""Poltergeist")

qui c'è un errore, tutti sanno che poltergeist è di spielberg
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Imatan
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Messaggio da Imatan »

Sbagli tu o io non capisco che sei ironico?

http://www.imdb.com/title/tt0084516/
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gipal
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Messaggio da gipal »

Imatan ha scritto:Sbagli tu o io non capisco che sei ironico?

http://www.imdb.com/title/tt0084516/
non sono ironico, è imdb che si sbaglia, o meglio non sa che tobe contava meno del 2 si bastoni a briscola con la briscola a coppe in quel film
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Messaggio da Imatan »

:?: :?: :?:
Marv
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Messaggio da Marv »

vabbè, basta vedere gli extra del dvd americano per vedere che Hooper contava più del due di bastoni. E se avesse contato di più, e Spielberg di meno, il film sarebbe venuto sicuramente(ma proprio sicuramente) meglio!
BY THE WAY
Ho visto l'episodio numero 6 della prima stagione, diretto da Joe Dante, intitolato "Homecoming". Ecco le mie considerazioni:
Sebbene episodio di una serie televisiva, "Homecoming" è a tutti gli effetti un piccolo film.
E che film!
Joe Dante dimostra al mondo intero di non essere un regista buono solo per "Small Soldiers" e "Looney Tunes", ma di essere ancora in grado di narrare storie adulte e coraggiose. L'episodio assegnato a questo "Master" è forse il più riuscito della serie(insieme a quello diretto da Carpenter), nel suo genere infatti è un piccolo capolavoro. Difficile dire se, dilatato ai tempi di un film, questo "mediometraggio" della durata di circa un'ora, avrebbe potuto mantenere intatta la potenza del suo fascino e della sua invettiva. Fatto sta che così com'è è comunque perfetto. La storia è sorprendente, degna del miglior George Romero(sfido chiunque a dire il contrario!) e si porta avanti solida e struggente dall'inizio alla fine. Dante infatti ci porta nel suo particolare inferno, un inferno in cui i morti ritornano per ritrovare la pace che gli è negata. Solo che in questo caso i "living dead" non sono "usuali"..o per meglio dire sono "selezionati". Trattasi infatti di veri "Eroi Americani", veterani di guerra e caduti sul campo, ritornati per fare quello che hanno sempre fatto e che gli è costato la vita: difendere il loro paese. Ma non dal mondo islamico o da fantomatiche "armi di distruzione di massa", bensì da quello che è il vero pericolo per gli Stati Uniti: un potere amministrativo delirante e malvagio che manda a morire i propri figli per il proprio tornaconto e per poi poterne sfruttare il sacrificio.
Originale quindi, ma non per questo meno serio. Se infatti un'ironia di fondo è evidentemente presente, il tutto è comunque narrato con un coraggio al limite del cinismo e con un sentimento a tratti davvero commovente. In poco tempo le parti si rovesceranno, i "bad" non saranno più i morti, ma i vivi che si riveleranno in tutta la loro becera stupidità ed opportunismo spietato, che contrapporranno la violenza e la prevaricazione alle legittime rivendicazioni di gente morta per la colpa di aver creduto a una bugia.
Come si sarà capito il riferimento chiave è sicuramente il cinema di Romero. Ma Dante non si limita ad una semplice riproposta di lavori già visti, si lancia invece in una rivisitazione completa del genere fin ai più semplici particolari. Gli zombi in questo caso sono si lenti(regola fondamentale), ma ricordano, parlano(sebbene in una struggente scena si scopra perchè preferiscano evitarlo) e, soprattutto, sono immortali. Del tutto, non c'è modo di ucciderli, anche colpendoli alla testa. Sono inarrestabili, determinati nel loro intento, più di quanto lo possa essere un soldato che combatte a costo della vita: loro sono soldati che combattono nonostante la vita li abbia abbandonati da tempo.
E se poi vi aspettate squartamenti, sbudellamenti e corpi divorati, rimarrete delusi. L'assenza di questi elementi è dovuta esclusivamente a motivi legati alla storia e non all'impossibilità di mostrare. Difatti, come detto sopra, le parti qui sono del tutto rovesciate, i cattivi sono i vivi. Sono loro che divorano, squartano, annientano, senza la minima preoccupazione o rimorso. I morti sono tornati proprio per impedire questo...e mi fermo qui perchè anticipare altro della geniale storia, sarebbe impedonabile.
In conclusione, un lavoro dannatamente serio. E gli effetti degli studi KNB suggellano il tutto, incorniciando in maniera credibile una brutta storia di morte. Una storia che dovremmo accorgerci di stare vivendo ogni giorno.
Saruman Multicolore
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Messaggio da Saruman Multicolore »

Sai che ricorda moltissimo una delle prime storie di Hellblazer, Quando Johnny torna dal fronte, solo che i veterani non erano zombi ma fantasmi.
Tornando in topic si vedrà da noi questa serie?
Marv
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Messaggio da Marv »

Saruman Multicolore ha scritto:Sai che ricorda moltissimo una delle prime storie di Hellblazer, Quando Johnny torna dal fronte, solo che i veterani non erano zombi ma fantasmi.
Tornando in topic si vedrà da noi questa serie?
non lo so, io sto provvedendo a vedermela tutta, mi piace un casino!
Marv
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Messaggio da Marv »

visto che ho trovato questo topic ho deciso di postare le mie impressioni su ogni episodio. Giacchè me li rivedo tutti! :-)
Iniziamo con il primo: Incident on and off a mountain Road di Don Coscarelli.
Per il suo episodio, il regista di Phantasm e Bubba Ho-Tep, decide di affidarsi di nuovo alla penna di John Lansdale, autore del racconto da cui è tratta la sceneggiatura.
La storia è presto detta: una ragazza in viaggio su una strada di montagna, in piena notte, tampona veementemente un'altra vettura ferma sul ciglio della strada. Ripresasi dalla botta e scesa per vedere come stanno le cose, la tipa si accorgerà di non essere stato il guaio più grosso capitato agli occupanti di quell'auto. L'auto infatti è vuota, ma oltre il ciglio della strada c'è uno strano essere mutante impegnato nel carico di una ragazza appena catturata. Ben presto inizierà una caccia spietata.
La struttura e alcuni elementi ricordano molto "Jeepers Creeper", ma dove quel film scadeva, l'episodio di Coscarelli regge bene, grazie alla regia di ques'ultimo e alla solida sceneggiatura. Diciamo che qualche piccola forzatura si può anche trovare, ma niente di insopportabile. Tra gli interpreti figura anche Angus Schrimm che gli appassioanti ricorderanno come il "Tall Man" della serie di "Phantasm". Schrimm è davvero bravo e spicca sicuramente sebbene il suo personaggio sia introdotto solo verso la fine dell'episodio.

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Ultima modifica di Marv il giovedì 6 luglio 2006, 20:30, modificato 1 volta in totale.
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Folken
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Messaggio da Folken »

ma si vedrà da noi? magari in dvd?
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Non incoraggiare un uomo perchè ha commesso un solo errore equivale a impedirgli di migliorarsi...
...Mi faccio suo garante perchè un tempo ha sbagliato. non si può accordare fiducia a chi non ha mai commesso errori.
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Messaggio da Marv »

Folken ha scritto:ma si vedrà da noi? magari in dvd?
io lo spero proprio, se esce un bel cofanetto me lo compro sicuro. Anche se in patria i singoli episodi sono stati trattati come dei veri e propri film, con dvd singoli e parecchi extra.
Saruman Multicolore
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Messaggio da Saruman Multicolore »

Che bellezza! Mi incuriosisce soprattutto l'episodio di Carpenter.
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Messaggio da Marv »

Saruman Multicolore ha scritto:Che bellezza! Mi incuriosisce soprattutto l'episodio di Carpenter.
lo ritengo il migliore della serie insieme a quello diretto da Joe Dante. Però si può dire che tutti gli episodi vanno dal buono all'ottimo senza problemi.
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severance
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Messaggio da severance »

quello di argento e stato molto discusso e censurato
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Messaggio da Marv »

Rivisto il secondo episodio: Dreams in the Witch-house. Rivedendolo mi sono accorto di come Stuart Gordon sia stato il primo regista a dimostrarsi realmente interessato a trasporre su schermo il lavoro di uno dei più grandi scrittori del fantastico di tutti i tempi: H.P. Lovecraft.
Difatti il cinema si è sempre dimostrato interessato ai lavori del "solitario di Providence", ma sempre prendendone singoli elementi o situazioni o estrapolandone miti, ma quasi mai cercando di riproporre le sue opere così come erano state scritte.
Il perchè è facile da intuire: la letteratura di Lovecraft ha una forma molto particolare, le atmosfere impareggiabili e i terribili miti che lo scrittore riusciva a evocare, pagavano il prezzo di una forma non molto agevole, piuttosto impegnativa; racconti narrati spesso in prima persona, quasi sempre privi di dialoghi e zeppi di lunghe parti descrittive in cui tutti gli orrori e le amenità della mitologia Lovecraftiana venivano presentati nei minimi particolari, riuscendo a ricreare quell'insieme caratteristico. Terrificante e disturbante, affascinante e irresistibile nei suoi orrori ancestrali, nelle sue antichissime aberrazioni. Si tratta però di storie che poco si addicono alla macchina cinematografica e al suo linguaggio. Ma naturalmente delle opere di così tanto valore non potevano restare intoccate dalla settima arte, che negli anni ha rubacchiato qui e lì gli elementi più irresistibili e i miti più accattivanti.
Poi è arrivato Stuart Gordon e ha deciso che uno scrittore come il vecchio Howie aveva il diritto di essere trasposto al cinema in tutta la sua grandezza. E così, prima con Dagon nel 2001, e ora con questo episodio della serie "Masters Of Horror", Gordon ci dimostra che si può benissimo adattare la poco duttile maniera di Lovecraft, ma non solo, che si può anche riproporne fedelmente le atmosfere senza sminuirne il pathos. Difatti Dagon rappresenta a tutti gli effetti la miglior trasposizione cinematografica di un racconto di Lovecraft mai realizzata fin'ora, quel film del 2001 ripropone tutti gli elementi tipici dei racconti dello scrittore americano, in quella che è l'unione di due delle sue storie brevi più riuscite("Dagon" e "The Shadow Over Innsmouth"). Vedendo il film ci si ritrova di fronte a tutti gli elementi tipici dell'opera di Lovecraft, le stesse atmosfere malsane, umide e melmose, gli stessi personaggi deformi a cui ormai rimane poco di umano, che cercano soltanto di ricongiungersi con quelli che sono i loro primigenii genitori: i grandi antichi. Nonostante a volte sia appesantito da alcune "cadute" da b-movie e da una recitazione non sempre all'altezza, Dagon riesce comunque a mantenere una sua dignità e, soprattutto, a non tradire quella che è lo spirito della letteratura Lovecraftiana.
Lo stesso succede in questo "Dreams in the Witch-house", tratto da un racconto del primo decennio creativo di Lovecraft, che narra la storia di uno studente squattrinato che, preso alloggio in una fatiscente mansarda, scoprirà che oltre il nostro mondo c'è ben altro..."altro" che non aspetta altro di seminare l'orrore e la morte tra di noi. La forza dell'episodio di Gordon è la stessa del racconto da cui è tratto: atmosfere desolanti per quanto malate, avvolte da un sudario sporco e polveroso che sembra scendere anche sullo spettatore/lettore quando questi si addentra nel racconto. A differenza della precedente trasposizione "Gordoniana"(Dagon, citato sopra) non si incappa in cadute di stile, o scelte poco riuscite che rischino di rompere il pathos della vicenda. Qui tutto è narrato sul filo del rasoio(forse anche grazie alla durata contratta), non c'è tempo per l'ironia, la storia corre fino alla fine, cattiva e spietata, fino a quando tutto cade in un finale senza speranza alcuna, che non lascia adito a dubbi.
Volendo muovere una critica si può dire che alcune figure riproposte del racconto originale perdono parecchio del loro fascino raccapricciante, ma questo, si sa, capita sempre perchè dove il libro può lasciar spazio all'immaginazione del lettore, un film qualcosa la deve comunque mostrare. Tolto questo, il resto lascia senza fiato, con alcuni momenti di pura tensione e di puro raccapriccio. La serie di Masters Of Horror per ora non si smentisce.
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Messaggio da Invisible »

Sai, Marv, che scrivi proprio bene? :thumbs
E' da tempo che volevo farti i miei complimenti per le tue rece, e colgo l'occasione.

(Anche se, mi pare, recensisci film horror e... :think ...nient'altro :lollol ;) )
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Messaggio da Chobin »

Marv ha scritto: Difatti Dagon rappresenta a tutti gli effetti la miglior trasposizione cinematografica di un racconto di Lovecraft mai realizzata fin'ora, quel film del 2001 ripropone tutti gli elementi tipici dei racconti dello scrittore americano, in quella che è l'unione di due delle sue storie brevi più riuscite("Dagon" e "The Shadow Over Innsmouth"). Vedendo il film ci si ritrova di fronte a tutti gli elementi tipici dell'opera di Lovecraft, le stesse atmosfere malsane, umide e melmose, gli stessi personaggi deformi a cui ormai rimane poco di umano, che cercano soltanto di ricongiungersi con quelli che sono i loro primigenii genitori: i grandi antichi. Nonostante a volte sia appesantito da alcune "cadute" da b-movie e da una recitazione non sempre all'altezza, Dagon riesce comunque a mantenere una sua dignità e, soprattutto, a non tradire quella che è lo spirito della letteratura Lovecraftiana.
Anche a me è piaciuto parecchio!
Indimenticabile il "sorriso" della donna (chiamiamola così) e la scena dello "spellamento"! :shock :pray :-28
Poi, mi sono ammazzato dalle risate quando il protagonista cede alle avance della sensuale donna, che lo attende a letto coperta solo da un lenzuolo... mai fidarsi delle apparenze! :lollol :lollol :lollol
Sono sicuro di aver fatto solo grandi stronzate.
Sono un artigiano. Un artigiano romantico, di quelli scomparsi.
Ho fatto il cinema come fare le seggiole...

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Ho deciso di essere educato in un mondo di maleducati.
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Messaggio da Marv »

Invisible ha scritto:Sai, Marv, che scrivi proprio bene? :thumbs
E' da tempo che volevo farti i miei complimenti per le tue rece, e colgo l'occasione.

(Anche se, mi pare, recensisci film horror e... :think ...nient'altro :lollol ;) )
ragazzi, dopo che un fulmine mi ha sminchiato il modem proprio nel giorno del mio compleanno, eccomi ritornare. Innanzitutto, grazie Inv, ricevere complimenti di questo genere da te, non può che farmi piacere, eccome! :-23
Però non è vero che recensisco solo horror, dai! Recensisco i film che mi "ispirano" una recensione...poi è normale che molti sono horror, ma soprattutto perchè ne vedo tanti! Ma se ci poni attenzione ti accorgi che recensisco un po' di tutto. :thumbs
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Messaggio da Invisible »

Marv ha scritto:ragazzi, dopo che un fulmine mi ha sminchiato il modem proprio nel giorno del mio compleanno, eccomi ritornare.
Infatti, è stato riesumato il topic del tuo compleanno... e mi sembrava strana la tua assenza... :-)
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Messaggio da Marv »

io il topic del compleanno non l'ho trovato... :-2
:-9
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Messaggio da Marv »

Per l'analisi degli episodi 03 e 04 ho deciso di effettuare un confronto. Essendo queste due puntate dirette da due registi diversi, ma molto simili nella loro resa degli ultimi anni piuttosto mediocre in entrambi i casi. Naturalmente sto parlando di Tobe Hooper(03 - Dance of The Dead) e Dario Argento(04 - Jenifer).
Nel caso di Hooper la base è quella di un racconto di Richard Matheson, qui riproposto in salsa giovanilistico-bruciata. Mentre Argento dirige un teleplay dello stesso Simon Weber che interpreta anche il protagonista della vicenda.
I risultati sono assai diversi. Mentre Hooper si rivela del tutto inadeguato ai ritmi televisivi, Argento se la cava assai bene. Dove Tobe fa cadere inesorabilmente il ritmo, Dario racconta una vicenda perversa e malata che non può non impressionare lo spettatore. 1-0 per gli azzurri quindi, perchè nemmeno il Grande Robert Englund in uno dei suoi soliti ruoli istrionici e sopra le righe riesce a far decollare una storia che sa di già visto fin dall'inizio e che nemmeno nel finale(dove si potrebbe salvare qualcosa) riesce a risollevarsi dalla piattezza, lasciando nello spettatore, bramoso di vedere un "Master" all'opera, un senso di amaro in bocca assai profondo. Questo per quanto riguarda il regista di "Non aprite quella porta". Ma cosa c'è da dire sul regista di "Profondo Rosso"? A parte le apparenze, ad un'analisi approfondita, c'è da dire davvero poco. Perchè di "Argento" c'è poco. Si, la regia è molto buona(e almeno quello), la storia è una vera chicca e gli effetti fanno di questo "Jenifer" uno degli episodi più splatter dell'intera serie. Però lo spettatore italiano non può fare a meno di ricordarsi che Dario Argento è colui che, nello stesso 2005, ha diretto per la Tv italiana una roba tristissima intitolata "Ti piace Hitchcock?". Come fare quindi a non chiedersi "Come mai?". Come mai la stessa persona(un vero e proprio Maestro) può sfornare una schifezza e un ottimo prodotto a distanza di pochi mesi? La risposta è purtroppo facile da trovare. Da una parte abbiamo una produzione italiana, una sceneggiatura del solito Franco Ferrini, una fotografia da Fiction e dei mediocri(a voler essere buoni) attori italiani che recitano in inglese e si ridoppiano. Dall'altra abbiamo una produzione americana, con attori professionisti che recitano nella loro lingua(e sanno il fatto loro) fotografati da un buon direttore della fotografia. Insomma, in fin dei conti si potrebbe riassumere il tutto nella differenza che corre tra "fiction" italiana e "telefilm" americano. Ciò non toglie però che da un grande regista come Argento ci si aspetterebbe dei buoni lavori in ogni caso, ci si aspetterebbe un'esperienza e una professionalità che non si dovrebbero far condizionare letalmente dalla preparazione dei collaboratori e dalla disponibilità e differenza dei mezzi. Potrebbe essere accettabile per un mestierante qualunque, ma di sicuro non per uno dei nostri più grandi registi di sempre(uno dei pochi veri, validi registi di genere italiani).
Ottimo episodio quindi questo Jenifer, ma a parte qualche movimento di macchina particolare, qualche citazione qua e là e, purtroppo, qualche passaggio poco riuscito tipico dei suoi lavori, cosa c'è del vero "Master" Dario Argento? Poco. Poca roba incastonata in un insieme convincente.
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Machina
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Messaggio da Machina »

io il topic del compleanno non l'ho trovato...
http://www.dvdessential.it/forum/viewto ... i&start=30
:-21
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Messaggio da Invisible »

A giudicare dai tre episodi che mi accingo a commentare, gli one-hour movies "Masters of horror", secondo me, hanno tutti i numeri per diventare un cult al pari di altre serie di fama come "Ai confini della realtà" e "Oltre i limiti".
Regia prestigiosa, plot stimolanti, aneddoti orripilanti talora modulati, venati di savoir-faire. Una pietanza succulenta che è, chiaramente, rivolta agli intenditori ma, verosimilmente, non dispiacerà ai non avvezzi.


HOMECOMING di Joe Dante

A volte ritornano...
Ma quante volte si deve uccidere un uomo per farla finita? Apologo militaresco-zombesco questo di Dante (insospettabile epigono del filone romeriano e del meno conosciuto margheritiano Apocalypse Domani, di cui si dichiarava accanito fan) che, dagli orrori della guerra alle amputazioni di verità della politica alle aberrazioni propagandistiche alla recrudescenza della colpa, metaforizza, amplifica e poi disseziona una menzogna vivente.
Divelte le bare agghindate dalle bandiere a stelle e strisce, le carcasse ambulanti e "pensanti" dei veterani non anelano alla ribellione. I soldati resuscitati non sono tornati dall'inferno con lo scopo di vendicarsi, vogliono solo lealtà e considerazione da quella patria che, nonostante tutto, si onorano ancora di servire.
Più fantasia che horror, più drammaticità che ripulsa (a fare impressione è la tristezza che si legge sui loro volti sfigurati), in un oscillante e bensì impietoso riesame di coscienza, perché ognuno ha il diritto di morire in pace.


CIGARETTE BURNS di John Carpenter

"I film sono magia e, nelle mani giuste, un'arma". In questa frase c'è tutto il potere del cinema, il fervore e l'irruenza delle immagini che "bucano lo schermo" e fendono la realtà. Ma c'è anche tutto Carpenter, il suo armamentario ricolmo di semplici suggestioni, non dispendioso quanto assolutamente efficace, il suo gusto cinefilo.
La frase d'apertura, comunque, è estrapolata dalla trama e, nello specifico, dalla recensione di un critico riguardo a La fin absolue du monde di Hans Backovic, film "maledetto" che ha goduto di una sola proiezione pubblica, perché "proiettile sparato direttamente al cervello come un simbolo", opera di smodata violenza che la gente non era pronta a ricevere. Forse ne è rimasta in circolazione una rarissima copia, a caccia della quale si butta il protagonista di Cigarette burns, per denaro, infatti il lavoro gli è stato commissionato da un facoltoso e bieco collezionista. Dovrà essere assai prudente, resistere alla tentazione di vedere la pellicola, non farsi "stregare" da essa, se non vorrà subire la stessa sorte di coloro che, avendolo preceduto, si sono già "bruciati".
Soggiacente è la polemica del cinema sperimentale versus quello hollywoodiano, ritenuto quest'ultimo lurida mistificazione. Così, la codifica della provocazione carpenteriana è nell'overdose di sangue versato che si trasforma in una sorta di martirio o immolazione espiatoria.


JENIFER di Dario Argento

Jenifer è una ragazza subnormale, con istinti selvaggi e libidinosi, un freak dalle fattezze "mitologiche": testa deforme e corpo magnifico, scultoreo. Scampata alla mannaia di un uomo improvvisatosi boia, s'insinua nella vita del poliziotto che l'ha salvata. Questi sconterà una condanna implacabile per il suo soverchio altruismo e i contrastanti "appetiti".
Scene di ordinario raccapriccio nella puntata diretta dal nostro master o esperto dell'orrore (sebbene votato tradizionalmente e maggiormente al thriller); impossibile restare indifferenti. Quelli che crediamo punti deboli della storia sono, per converso, i più consistenti.
L'apparato è marchiano, pure l'assurdità delle situazioni al limite del tragicomico richiama un certo cinema di Raimi. Captiamo un'aria "riciclata" (ad esempio, si ascolti attentamente il sonoro di Claudio Simonetti, riarrangiamento delle musiche di Profondo rosso e, guarda caso, di Phenomena ;) ), pure ciò attrae irresistibilmente i nostalgici supporter di Dario. Il finale è telefonato, pure obbligatorio, richiesto, "regolamentare".
Al di sopra delle attese, specie se rapportato allo sconfortante rendimento dell'Argento dell'era attuale.
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Bravissimo inv. Questi film mi incuriosiscono molto... chissà che un giorno non ci scappi un bel cofanetto.
Intanto prendo nota, e passerò da un amico ;)
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Machina ha scritto:Bravissimo inv. Questi film mi incuriosiscono molto... chissà che un giorno non ci scappi un bel cofanetto.
Intanto prendo nota, e passerò da un amico ;)
Grazie :riverisco
Avendo imparato a conoscerti, sono certo che ti piaceranno. ;)
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