America,
anni '30. In un carcere del Maine lavora come guardia
carceraria Paul Hedgecombe (Tom Hanks), un uomo onesto e
sensibile che sovrintende alla sorveglianza dell'ala del
carcere dedicata ai condannati a morte, che tra le guardie
viene chiamato il "miglio verde", visto il
particolare colore del linoleum che ricopre i pavimenti di
quell'ultimo tratto che i detenuti fanno dalla celle alla
sedia elettrica.
Hedgecombe
non è un tipo che crede facilmente ai miracoli, fino a quando
nel miglio non viene trasferito il massiccio John Coffey (Michael
Clarke Dunkan), un monumentale uomo di colore incarcerato con
l'accusa di aver ucciso due ragazze.
La
mitezza e cordialità dell'uomo sembrano in netto contrasto
con tali efferatezze, ma non sono l'unica cosa strana in
Coffey: ben presto Hedgecombe scopre che Coffey ha degli
incredibili poteri, e dopo aver conosciuto la verità la sua
vita non sarà più la stessa...
Secondo
film di Frank Darabont ispirato ad un lavoro del prolifico re
dell'horror Stephen King: ma di spaventoso non c'è nulla in
questa storia, una vicenda toccante e con una componente
sovrannaturale difficilmente riscontrabile in un film del
genere carcerario.
La
pellicola risulta eccessivamente lunga, ma quando il tempo
viene usato per approfondire i personaggi ciò non è per
forza un elemento negativo.
        
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