Invisible ha scritto:A mio modesto parere, la colpa può essere imputabile non tanto alla massa (che per definizione ignora, non è competente, bada al sodo, eccetera) bensì a chi lavora e produce per la massa
Concordo con te che il problema nasce a monte anche da una serie di errori che sono stati fatti al momento del lancio del Blu-ray in Italia. Sicuramente una larga fetta del pubblico continua a trovare soddisfacente il formato DVD (se non i file piratati di qualità ancora inferiore), per cui sarebbe stata necessaria una campagna di sensibilizzazione per creare un interesse (indotto) verso il formato BD. Questo però era un lavoro che avrebbero dovuto fare in primis le grandi majors internazionali, perché era impensabile che società italiane come Cecchi Gori o Medusa potessero avere la forza necessaria per imporre il nuovo formato.
Noodles85 ha scritto:Se all'estero si vendono più dvd o bluray non ha importanza, non è il punto, perché all'estero i bluray escono regolarmente per tutti i tipi di film. La domanda invece è perché questa disparità di produzione/vendite di bluray tra Italia ed estero.
Si fa presto a dire "estero"
Negli ultimi anni, con il passaggio all'alta definizione e l'arrivo dello streaming legale, tutti i mercati hanno subito un forte ridimensionamento e una profonda metamorfosi, che hanno portato i più ricchi a evolversi e i più poveri a boccheggiare. I paesi che hanno sempre avuto un'audience limitata (tipo quelli scandinavi o dell'est) al momento non sono messi per esempio molto meglio di noi. Anche in Francia del resto molti classici vendono cifre tutt'altro che stratosferiche (fra i 500 e i 1500 pezzi), ma lì esiste un meccanismo di sovvenzioni pubbliche che finora ha tenuto a galla gli imprenditori locali (anche se recentemente sembra che il CNC abbia minacciato di chiudere i rubinetti). Gli editori di lingua anglosassone giocano poi ovviamente un altro campionato, visto che grazie alla possibilità contrattuale di inserire i sottotitoli in inglese hanno un pubblico potenzialmente molto più ampio. In America, soprattutto per quanto riguarda i titoli di nicchia, molte label si stanno inoltre organizzando per gestire in prima persona la vendita al pubblico, anche attraverso il circuito delle convention, ridimensionando molto il ruolo degli store (con conseguenze impreviste tipo la crisi di DVD Beaver, che prosperava grazie ai link di affiliazione). Insomma, ogni paese ha un suo profilo diverso, in cui la penetrazione del formato BD è solo uno dei tanti fattori caratterizzanti.
Noodles85 ha scritto:La presidente di Mustang mi spiegava che i materiali che hanno all’estero spesso loro non riuscono ad averli. Non so perché però, non è andata nel dettaglio.
Mah, questo francamente mi suona strano, ma suppongo che si riferisse magari ai titoli che Cecchi Gori ha comprato 20 anni fa, per i quali ovviamente non dispone degli ultimissimi master restaurati. Io stesso, per fare un esempio, ho appena preso i diritti di
Saint Ange (2004) dal distributore italiano e ovviamente i materiali video che mi ha fornito sono quelli SD di 15 anni fa.