[Gruppi] Joy Division

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[Gruppi] Joy Division

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Formazione:
Ian Curtis - voce, chitarra
Peter Hook - basso
Bernard Sumner - chitarra, tastiere
Stephen Morris - batteria

Discografia:
1979 – Unknown Pleasures 8,5
1980 – Closer 9,5
1981 - Still (compilation)
1988 – Substance 1977-1980 (compilation) 8,5

I Joy Division, il cui nome si ispira alla denominazione delle baracche , all’interno dei campi di concentramento nazisti, dove erano situate le donne ebree utilizzate come mero oggetto sessuale, nascono nella cupa e grigia Manchester sul finire degli anni 70 ed entrano di diritto in quel filone dark-gotico stretto parente del punk , ma allo stesso tempo profondamente differente, facendo leva più sul sound d’atmosfera che sulla rabbia generazionale, lo stesso in pratica di altre band fondamentali del rock come i Cure e i Bauhaus. Come nella maggiorparte dei grandi gruppi della storia del rock e soprattutto di quella fase, le loro fortune (e sfortune) sono legate al leader (o a uno dei leader, vedi anche Sid Vicious ad esempio), nel caso specifico Ian Curtis, personaggio oscuro, timido, malato di una forma di epilessia che ne condiziona le movenze sul palco e la stabilità mentale, oltre che, in particolar modo, la poetica: pessimista , tenebrosa, disperata. Il primo album Unknown Pleasures è la perfetta summa di queste coordinate: è l’album che , primo fra tutti, farà innamorare artisti conosciutissimi negli anni successivi, anche in Italia…qualche nome? Litfiba (quelli pre-tetralogia degli elementi), Smiths, Depeche Mode, fino ad arrivare ai più recenti Nine Inch Nails e Smashing Pumpkins. Sono tonnellate le band che , chi più chi meno, si sono ispirate alla musica dei Joy Division che entrano quindi, di diritto, a far parte del gotha del rock. In qualche modo, al di là dei diversissimi generi musicali e considerando il solo punto di vista dell’influenza avuta sui posteri in relazione alla durata brevissima della carriera, solo Syd Barrett può essere paragonato a loro in tutta la storia del rock (o , viceversa, meglio: loro paragonati a Syd Barrett). Brani come Disorder, New dawn Fades, ma soprattutto I remember nothing , sono vere e proprie staffilate emotive, rabbrividenti, cantate con apparente distacco (ma c’è un pathos tutto morrisoniano) dall’immenso leader. Ian Curtis non fa in tempo a vedere nemmeno la pubblicazione del secondo album; trovato morto, suicida (sembra, dopo aver visionato ‘La ballata di Stroszek’ di Werner Herzog), nel maggio del 1980 poco prima dell’uscita del singolo capolavoro assoluto ‘Love will tear us apart’ (tutto un programma: ‘l’amore ci strazierà’ e la cui presenza nella raccolta di singoli e b-side Substance rende quest’ultimo album da avere almeno solo per questa canzone, ma ci sono tanti altri brani indimenticabili). I tre rimanenti rispettano tutti i patti: formeranno i New Order, che in effetti sarebbe dovuto essere il nome con cui , nel caso della dipartita di uno dei quattro per una qualsiasi ragione, gli altri avrebbero dovuto proseguire e che riprende esattamente da dove finisce Closer , album magnifico, capolavoro, che vede in copertina raffigurata la statua di un sepolcro presente al cimitero Staglieno di Genova (che , a quanto pare, è secondo , dal punto di vista della bellezza architettonica, solo al Pere Lachaise di Parigi, il cimitero degli artisti). I brani dell’album sono tutte gemme: su tutte come non ricordare l’intera sequenza finale di quattro brani , uno più emozionante dell’altro: Heart and Soul, spettrale, Twenty Four Hours, di bellezza inaudita, potentissima come può esserla solo una lirica di Leopardi, non so come ‘Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia’ o ‘L’infinito’ (mi emoziona solo scrivere coi tasti il titolo della canzone), poi The Eternal , vero e proprio testamento artistico accompagnato da un pianoforte micidiale, ma soprattutto Decades, delicata, morbida, con un organo sognante, celestiale, lanciato da un mellotron solenne, che mentre il leader declama con disperazione ‘Where have they been?’, disegna un pessimismo cosmico lancinante, una chiusura piena di brividi lungo tutta la spina dorsale, perfetta come il finale perfetto di un film drammatico e profondo, indimenticabile…che so…L’attimo fuggente ad esempio…La vita di Ian Curtis è durata proprio quell’attimo fuggente e ci ha regalato emozioni e meraviglie incomparabili. Non posso che avere gli occhi lucidi , alla fine, ogni volta che ascolto Decades…Musica con la emme maiuscola, da trattare con cura.

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Ultima modifica di PiccoloPrincipe il lunedì 28 aprile 2008, 1:21, modificato 2 volte in totale.
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Dick Laurent
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Messaggio da Dick Laurent »

Unknown Pleasures 9,5
Closer 10


Proprio ieri sera, in un momento di tristezza, mi sono ascoltato tutto Unknown Pleasures...un grande gruppo durato troppo poco, due album così densi di significati, di emozionmi (e di capolavori) da essere lavori unici, destinati a restare nella storia della musica. Un po' meglio Closer di Unknown Pleasures, forse più compatto, forse per quel poker d'assi alla fine...
Da confrontare con i Cure, che utilizzavano uno stile di scrittura ed esecuzione simile e le cui tematiche erano complementari, soprattutto per accorgersi di come, mentre il cantate dei Cure mostrasse tutte le sue emozioni, Curtis raggelasse tutto, cantasse come in trance, come se fosse una macchina. Da brivido.

Io aggiungerei alla discografia anche Still, raccolta di inediti, b-sides ecc. ecc., uscito l'anno successivo la morte di Curtis.

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Messaggio da PiccoloPrincipe »

Dick Laurent ha scritto:Unknown Pleasures 9,5
Closer 10


Proprio ieri sera, in un momento di tristezza, mi sono ascoltato tutto Unknown Pleasures...un grande gruppo durato troppo poco, due album così densi di significati, di emozionmi (e di capolavori) da essere lavori unici, destinati a restare nella storia della musica. Un po' meglio Closer di Unknown Pleasures, forse più compatto, forse per quel poker d'assi alla fine...
Da confrontare con i Cure, che utilizzavano uno stile di scrittura ed esecuzione simile e le cui tematiche erano complementari, soprattutto per accorgersi di come, mentre il cantate dei Cure mostrasse tutte le sue emozioni, Curtis raggelasse tutto, cantasse come in trance, come se fosse una macchina. Da brivido.

Io aggiungerei alla discografia anche Still, raccolta di inediti, b-sides ecc. ecc., uscito l'anno successivo la morte di Curtis.

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ottimo Dick! ho aggiunto Still...e fatti dire che hai una grandissima cultura musicale (oltre che cinematografica)

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Messaggio da hollywoodlady »

Preferisco Unknown Pleasure a Closer. Comunque entrambi album veramente emozionanti.
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vegeta85
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Re: [Gruppi] Joy Division

Messaggio da vegeta85 »

Discografia:
1979 – Unknown Pleasures 10
1980 – Closer 9
1981 - Still (compilation) 6,5
1988 – Substance 1977-1980 (compilation) 10 (semplicemente una delle più belle raccolte di singoli e bsides di sempre!)
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giuphish
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Messaggio da giuphish »

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