Che film avete visto ieri?
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Re: Che film avete visto ieri?
"Ice Road-La Vendetta".
La nuova fatica di Liam Neeson è un discreto e onesto thriller che si lascia guardare senza particolari problemi.
La nuova fatica di Liam Neeson è un discreto e onesto thriller che si lascia guardare senza particolari problemi.
Re: Che film avete visto ieri?
Mi rifaccio a quanto ho scritto di recente sull'Orgoglio e Pregiudizio di Joe Wright del 2005, in quanto, spinto da una curiosità autoalimentata, ho rivisto nell'arco dell'ultimo mese sia la versione hollywoodiana del 1940 tratta dallo stesso romanzo, sia quella televisiva britannica del 1995, entrambe da me citate nel precedente commento.
Orgoglio e Pregiudizio (Robert Z. Leonard, 1940),
è una vivace trasposizione hollywoodiana in un bianco e nero d'epoca del romanzo di Austen, che ripercorre con le dovute sintesi cinematografiche (meno di due ore di durata per l'articolata trama) le note vicende, esponendole con uno stile molto "made in America" attagliato all'epoca produttiva: scenari sontuosi, costumi poco "British" è più attagliati al sontuoso stile visivo del cinema americano, e virata consolatoria della trama, dove la terribile Lady Catherine de Bourgh viene convertita in una "zia buona" che contribuisce al lietissimo fine. Ben assortita la coppia dei protagonisti, una vivace Greer Garson ed un indispettito Laurence Olivier, ed un idoneo cast di contorno, per una versione che più che proporre lo spirito dell'opera originale, ne trae spunto per elaborare un classico "film di genere" nel sontuoso stile MGM dell'epoca.
Orgoglio e pregiudizio (Simon Langton, 1995)
All'opposto rispetto alla versione del 1940 la proposta televisiva britannica del 1995, volta a restituire per quanto possibile lo spirito originale dell'opera letteraria, avendo a disposizione l'ampio respiro televisivo (oltre quattro ore e mezza divise in 6 puntate) che ha consentito di mantenere tutte le svolte drammaturgiche e narrative della trama originaria, e di meglio cesellare le sfumature e la progressiva evoluzione dei personaggi e della loro reciproca "scoperta" dove invece la sintesi filmica ha reso più "brutali" le svolte e le prese di coscienza. Anche dal punto di vista scenografico, la produzione ha cercato di ricreare le atmosfere, lo spirito e gli abbigliamenti dell'epoca in modo fedele. Dove la serie ha preso un po' di iniziativa è nel dare maggior risalto alla coppia Lizzie-Darcy rispetto alla Elisabeth più protagonista assoluta del romanzo. Efficace anche se non indimenticabile il cast, dove Lizzie è interpretata dall'attrice angloamericana Jennifer Ehle, con il giusto piglio e molti ammiccamenti, ma con meno spirito della vivacissima e ben centrata versione del 2025 di Keira Kneightely.
Quasi perfetto per Darcy il buon Colin Firth, qui ancora poco noto e agli albori di una brillante carriera . Molto (troppo) sopra le righe le interpretazioni delle sorelle e della madre di Lizzie, mentre molto misurata e secondo me pienamente azzeccata quella del padre da parte di Benjamin Whitrow. Ed ancora (come anche nella versioni cinematografiche) a mio avviso è stato reso troppo caricaturale e macchiettistico l'impossibile reverendo Collins,
In ogni caso, un'ottima versione del romanzo, vincitrice di premi televisivi e di grande gradimento del pubblico.
Orgoglio e Pregiudizio (Robert Z. Leonard, 1940),
è una vivace trasposizione hollywoodiana in un bianco e nero d'epoca del romanzo di Austen, che ripercorre con le dovute sintesi cinematografiche (meno di due ore di durata per l'articolata trama) le note vicende, esponendole con uno stile molto "made in America" attagliato all'epoca produttiva: scenari sontuosi, costumi poco "British" è più attagliati al sontuoso stile visivo del cinema americano, e virata consolatoria della trama, dove la terribile Lady Catherine de Bourgh viene convertita in una "zia buona" che contribuisce al lietissimo fine. Ben assortita la coppia dei protagonisti, una vivace Greer Garson ed un indispettito Laurence Olivier, ed un idoneo cast di contorno, per una versione che più che proporre lo spirito dell'opera originale, ne trae spunto per elaborare un classico "film di genere" nel sontuoso stile MGM dell'epoca.
Orgoglio e pregiudizio (Simon Langton, 1995)
All'opposto rispetto alla versione del 1940 la proposta televisiva britannica del 1995, volta a restituire per quanto possibile lo spirito originale dell'opera letteraria, avendo a disposizione l'ampio respiro televisivo (oltre quattro ore e mezza divise in 6 puntate) che ha consentito di mantenere tutte le svolte drammaturgiche e narrative della trama originaria, e di meglio cesellare le sfumature e la progressiva evoluzione dei personaggi e della loro reciproca "scoperta" dove invece la sintesi filmica ha reso più "brutali" le svolte e le prese di coscienza. Anche dal punto di vista scenografico, la produzione ha cercato di ricreare le atmosfere, lo spirito e gli abbigliamenti dell'epoca in modo fedele. Dove la serie ha preso un po' di iniziativa è nel dare maggior risalto alla coppia Lizzie-Darcy rispetto alla Elisabeth più protagonista assoluta del romanzo. Efficace anche se non indimenticabile il cast, dove Lizzie è interpretata dall'attrice angloamericana Jennifer Ehle, con il giusto piglio e molti ammiccamenti, ma con meno spirito della vivacissima e ben centrata versione del 2025 di Keira Kneightely.
Quasi perfetto per Darcy il buon Colin Firth, qui ancora poco noto e agli albori di una brillante carriera . Molto (troppo) sopra le righe le interpretazioni delle sorelle e della madre di Lizzie, mentre molto misurata e secondo me pienamente azzeccata quella del padre da parte di Benjamin Whitrow. Ed ancora (come anche nella versioni cinematografiche) a mio avviso è stato reso troppo caricaturale e macchiettistico l'impossibile reverendo Collins,
In ogni caso, un'ottima versione del romanzo, vincitrice di premi televisivi e di grande gradimento del pubblico.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Downton Abbey-Il gran finale".
Dignitoso ed elegante capitolo conclusivo della grande saga dei Crawley e della loro servitù iniziata nel 2010 con la mitica serie tv per sei stagioni e infine chiusa con tre apprezzabili film.
Dignitoso ed elegante capitolo conclusivo della grande saga dei Crawley e della loro servitù iniziata nel 2010 con la mitica serie tv per sei stagioni e infine chiusa con tre apprezzabili film.
Re: Che film avete visto ieri?
Ballerina (Len Wiseman, 2025)
Spin off della serie di film su John Wick, che si colloca nella cronologia delle vicende credo tra il quarto ed il quinto film della serie, Ballerina è visibile per chi è interessato sulla piattaforma Prime.
Mantiene in toto tutte le caratteristiche del franchise cinematografico, dialoghi cesellati e stranianti, ambientazione in un surreale mondo criminale e tanta, tanta violenza, con combattimenti improbabili e morti a valanga.
Uno di quei casi in cui "sospendere l'incredulità" può non bastare, bisogna essere proprio appassionati del genere.
Protagonista una sempre bella Ana de Armas, dalla quale sinceramente speravo qualcosa di meglio come scelte di carriera, dopo i primi film in cui ha interpretato personaggi diversi ma sempre in produzioni interessanti e sfidanti.
Anche qui la scelta è sfidante, ma a mio gusto si scende verso il basso.
Spero torni a cercare soggetti e personaggi più impegnativi (per chi guarda, non per lei che credo si sia dovuta impegnare parecchio per le evoluzioni e le coreografie. Non altrettanto nell'interpretazione).
Keanu Reeves compare nel suo solito personaggio, non come cameo ma con un ruolo secondario come minutaggio, ma non come importanza.
Destinato agli appassionati del genere e della saga, per tutti gli altri, consiglio di girare a largo.
Spin off della serie di film su John Wick, che si colloca nella cronologia delle vicende credo tra il quarto ed il quinto film della serie, Ballerina è visibile per chi è interessato sulla piattaforma Prime.
Mantiene in toto tutte le caratteristiche del franchise cinematografico, dialoghi cesellati e stranianti, ambientazione in un surreale mondo criminale e tanta, tanta violenza, con combattimenti improbabili e morti a valanga.
Uno di quei casi in cui "sospendere l'incredulità" può non bastare, bisogna essere proprio appassionati del genere.
Protagonista una sempre bella Ana de Armas, dalla quale sinceramente speravo qualcosa di meglio come scelte di carriera, dopo i primi film in cui ha interpretato personaggi diversi ma sempre in produzioni interessanti e sfidanti.
Anche qui la scelta è sfidante, ma a mio gusto si scende verso il basso.
Spero torni a cercare soggetti e personaggi più impegnativi (per chi guarda, non per lei che credo si sia dovuta impegnare parecchio per le evoluzioni e le coreografie. Non altrettanto nell'interpretazione).
Keanu Reeves compare nel suo solito personaggio, non come cameo ma con un ruolo secondario come minutaggio, ma non come importanza.
Destinato agli appassionati del genere e della saga, per tutti gli altri, consiglio di girare a largo.
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Re: Che film avete visto ieri?
Highest 2 Lowest".
Ispirato ad "Anatomia di un rapimento" del 1963 di Kurosawa ed adattato ai nostri tempi e più precisamente al mondo dell'industria musicale, l'ennesima collaborazione tra Spike Lee ed Denzel Washington pur non essendo esente da difetti e qualche piccola caduta di stile è comunque sufficiente.
Ispirato ad "Anatomia di un rapimento" del 1963 di Kurosawa ed adattato ai nostri tempi e più precisamente al mondo dell'industria musicale, l'ennesima collaborazione tra Spike Lee ed Denzel Washington pur non essendo esente da difetti e qualche piccola caduta di stile è comunque sufficiente.
Re: Che film avete visto ieri?
La Stangata (George Roy Hill, 1974)
Per commemorare lo scomparso Robert Redford mi sono rivisto in dvd La Stangata.
Film del 1974 del genere (anzi, oserei dire: capostipite del genere) truffe ben architettate da un gruppo di abili e simpatici truffatori, con i toni leggeri di commedia (ne abbiamo visti poi tanti sul genere, compresa la serie degli "Ocean's").
Film strepitoso, ben architettato, ben sceneggiato e con una coppia di protagonisti quanti ne ha visti pochi Hollywood: Robert Redford e Paul Newman, affiatatissimi, benissimo assortiti, e dalla presenza scenica inimitabile.
Divertimento allo stato puro per un film che ha vinto 7 premi oscar, tra cui il miglio film.
Non aggiungo altro, non dovrebbe essercene bisogno.
Per chi non l'ha ancora visto: vedetevelo.
Per commemorare lo scomparso Robert Redford mi sono rivisto in dvd La Stangata.
Film del 1974 del genere (anzi, oserei dire: capostipite del genere) truffe ben architettate da un gruppo di abili e simpatici truffatori, con i toni leggeri di commedia (ne abbiamo visti poi tanti sul genere, compresa la serie degli "Ocean's").
Film strepitoso, ben architettato, ben sceneggiato e con una coppia di protagonisti quanti ne ha visti pochi Hollywood: Robert Redford e Paul Newman, affiatatissimi, benissimo assortiti, e dalla presenza scenica inimitabile.
Divertimento allo stato puro per un film che ha vinto 7 premi oscar, tra cui il miglio film.
Non aggiungo altro, non dovrebbe essercene bisogno.
Per chi non l'ha ancora visto: vedetevelo.
Ultima modifica di Zioruggi il lunedì 29 settembre 2025, 14:21, modificato 2 volte in totale.
Re: Che film avete visto ieri?
Siberia (Matthew Ross, 2018)
Per tornare con i piedi per terra dopo La Stangata di cui ho scritto sopra, mi sono visto questo film presente su piattaforma Prime, con Keanu Reeves.
Film di una bruttezza fiabesca. Sconclusionato. Terrificante.
Non aggiungo altro.
Per tornare con i piedi per terra dopo La Stangata di cui ho scritto sopra, mi sono visto questo film presente su piattaforma Prime, con Keanu Reeves.
Film di una bruttezza fiabesca. Sconclusionato. Terrificante.
Non aggiungo altro.
Re: Che film avete visto ieri?
Io non l'ho mai visto, ma la trama sembrava interessante quando la lessi!
Prima di vedere un film faccio il solito giro di recensioni su internet... imdb, mymovies, davinotti, filmscoop (sono quelli di cui mi fido di più), e se nessuno di questi mi da una sufficienza allora significa che il film è veramente da evitare!
Ma cmq non è detto che non lo vedrò, prima o poi capiterà che lo becco facendo il turno di notte e allora ok, sapete... quando non c'è nulla di buono in tv e allora...
Prima di vedere un film faccio il solito giro di recensioni su internet... imdb, mymovies, davinotti, filmscoop (sono quelli di cui mi fido di più), e se nessuno di questi mi da una sufficienza allora significa che il film è veramente da evitare!
Ma cmq non è detto che non lo vedrò, prima o poi capiterà che lo becco facendo il turno di notte e allora ok, sapete... quando non c'è nulla di buono in tv e allora...
Re: Che film avete visto ieri?
Il caso Thomas Crown (Norman Jewison, 1968)
Ecco come si facevano i film una volta. Siamo nel 1968, il regista è Norman Jewison (lo ricordiamo per tanti film diversi, quali La Calda notte dell’Ispettore Tibbs, Il violinista sul tetto, Jesus Christ Superstar, Rollerball, …e giustizia per tutti): un regista tradizionale e di rottura al contempo, in grado di osare, di rompere gli schemi, anche rimanendo nel seminato del film di genere hollywoodiano e di un uso classico del montaggio ( a parte un elemento di cui parlo dopo).
Il film parla di una rapina, e dell’indagine che ne segue (sul genere di cui un esempio recente televisivo è La casa di carta). Il rapinatore è un ricco uomo d’affari che fa le rapine “per diletto”, forse per scommessa con sè stesso, non certo per bisogno. E qui siamo in un filone già percorso dal cinema (mi viene in mente Come rubare un milione di dollari e vivere felici, di soli due anni prima, con Audrey Hepburn e Peter O'Toole). Sulle sue tracce viene sguinzagliata una spregiudicata, affascinante ed abile investigatrice della compagnia di assicurazione. E naturalmente l’attrazione tra i due è inevitabile, specie se i due rispondono al nome di Steve McQueen e Faye Dunaway. Come andrà a finire? Vincerà il ruolo, il senso del dovere? L’investigatrice incastrerà il rapinatore? O vincerà la magnetica attrazione tra i due? Chi vuole saperlo si veda il film e alla fine, (forse) lo scoprirà.
Quello che sorprende, vedendo il film con gli occhi di uno spettatore degli anni 2000, è come il tutto sia raccontato senza ritmi frenetici, senza sparatorie o inseguimenti, senza scene di sesso ma al contrario con silenzi, con un corteggiamento lento e studiato fatto di pause e sguardi (memorabile la partita a scacchi tra i due protagonisti in cui Faye Dunaway “gioca” sensualmente con il suo antagonista, distraendolo e corteggiandolo con un gioco di sguardi e piccoli gesti e vincendo la partita). Ma il tutto in un film avvincente , che non annoia.
Il film si dipana come un puzzle, come un mosaico, concetto esasperato dalla (questa sì, infelice secondo me) scelta del regista di un utilizzo ampio e frequente della scomposizione dello schermo in riquadri, tecnica, quella dello split screen, molto usata negli anni ’70 e, per fortuna, poi passata nel dimenticatoio.
Molte le scene da ricordare: oltre alla citata e memorabile partita a scacchi, una spericolata sequenza sulla spiaggia con la camera montata su una dune buggy guidata dallo stesso McQueen, il volo in aliante, la sequenza della rapina, e la scena finale.
Un film fatto di particolari, che si sommano a fare un totale raffinato. La sapienza del fare cinema.
Non voglio indicarlo come un capolavoro, perché sono il primo a non ritenerlo tale, ma come un valido esempio di come si possa fare cinema usando ad arte gli strumenti del cinema, e non enfatizzando gli effetti o le situazioni.
Jewison sembra dire: vi offro un brandy in un calice di cristallo, fate oscillare il bicchiere, aspirate l’aroma e gustatelo lentamente. Non è uno spritz da tracannare in un bicchiere di plastica.
I due attori protagonisti sono perfetti, Steve McQueen con la faccia da canaglia anche in vestito di tweed, ma secondo me un mezzo gradino sopra la Funaway, bravissima nel ritagliare un personaggio che, con le sue nevrosi, va per la sua strada, e non è mai stata così sensuale.
Ecco come si facevano i film una volta. Siamo nel 1968, il regista è Norman Jewison (lo ricordiamo per tanti film diversi, quali La Calda notte dell’Ispettore Tibbs, Il violinista sul tetto, Jesus Christ Superstar, Rollerball, …e giustizia per tutti): un regista tradizionale e di rottura al contempo, in grado di osare, di rompere gli schemi, anche rimanendo nel seminato del film di genere hollywoodiano e di un uso classico del montaggio ( a parte un elemento di cui parlo dopo).
Il film parla di una rapina, e dell’indagine che ne segue (sul genere di cui un esempio recente televisivo è La casa di carta). Il rapinatore è un ricco uomo d’affari che fa le rapine “per diletto”, forse per scommessa con sè stesso, non certo per bisogno. E qui siamo in un filone già percorso dal cinema (mi viene in mente Come rubare un milione di dollari e vivere felici, di soli due anni prima, con Audrey Hepburn e Peter O'Toole). Sulle sue tracce viene sguinzagliata una spregiudicata, affascinante ed abile investigatrice della compagnia di assicurazione. E naturalmente l’attrazione tra i due è inevitabile, specie se i due rispondono al nome di Steve McQueen e Faye Dunaway. Come andrà a finire? Vincerà il ruolo, il senso del dovere? L’investigatrice incastrerà il rapinatore? O vincerà la magnetica attrazione tra i due? Chi vuole saperlo si veda il film e alla fine, (forse) lo scoprirà.
Quello che sorprende, vedendo il film con gli occhi di uno spettatore degli anni 2000, è come il tutto sia raccontato senza ritmi frenetici, senza sparatorie o inseguimenti, senza scene di sesso ma al contrario con silenzi, con un corteggiamento lento e studiato fatto di pause e sguardi (memorabile la partita a scacchi tra i due protagonisti in cui Faye Dunaway “gioca” sensualmente con il suo antagonista, distraendolo e corteggiandolo con un gioco di sguardi e piccoli gesti e vincendo la partita). Ma il tutto in un film avvincente , che non annoia.
Il film si dipana come un puzzle, come un mosaico, concetto esasperato dalla (questa sì, infelice secondo me) scelta del regista di un utilizzo ampio e frequente della scomposizione dello schermo in riquadri, tecnica, quella dello split screen, molto usata negli anni ’70 e, per fortuna, poi passata nel dimenticatoio.
Molte le scene da ricordare: oltre alla citata e memorabile partita a scacchi, una spericolata sequenza sulla spiaggia con la camera montata su una dune buggy guidata dallo stesso McQueen, il volo in aliante, la sequenza della rapina, e la scena finale.
Un film fatto di particolari, che si sommano a fare un totale raffinato. La sapienza del fare cinema.
Non voglio indicarlo come un capolavoro, perché sono il primo a non ritenerlo tale, ma come un valido esempio di come si possa fare cinema usando ad arte gli strumenti del cinema, e non enfatizzando gli effetti o le situazioni.
Jewison sembra dire: vi offro un brandy in un calice di cristallo, fate oscillare il bicchiere, aspirate l’aroma e gustatelo lentamente. Non è uno spritz da tracannare in un bicchiere di plastica.
I due attori protagonisti sono perfetti, Steve McQueen con la faccia da canaglia anche in vestito di tweed, ma secondo me un mezzo gradino sopra la Funaway, bravissima nel ritagliare un personaggio che, con le sue nevrosi, va per la sua strada, e non è mai stata così sensuale.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Play Dirty - Triplo gioco".
Diretto da Shane Black, prodotto tra gli altri da Robert Downey Jr con un granitico Mark Whalberg è un action-movie dai grandi effetti speciali,politicamente,scorretto,esagerato,roboante,fracassone e un pò violento con una robusta dose di dissacrante ironia.
Per gli appassionati del genere (come il sottoscritto) godibile per gli altri meno
Diretto da Shane Black, prodotto tra gli altri da Robert Downey Jr con un granitico Mark Whalberg è un action-movie dai grandi effetti speciali,politicamente,scorretto,esagerato,roboante,fracassone e un pò violento con una robusta dose di dissacrante ironia.
Per gli appassionati del genere (come il sottoscritto) godibile per gli altri meno
Re: Che film avete visto ieri?
Brume (Howard Hawks, 1936)
Al mio gusto personale, e non solo al mio. Howard Hawks risiede nell'olimpo dei più grandi registi di Hollywood, insieme a Ford, Capra e altri nomi del periodo classico.
Ma non ha fatto certo solo capolavori.
Anzi, come lui stesso si definiva, non era un artista. Era un raccontatore di storie, con il suo stile, la sua "poetica", ma tanto pragmatismo. Era uno che faceva i film perchè venissero visti, non commentati.
Brume, film di ambiente aereonautico del 1936 con James Cagney e Pat O'Brian, non è uno dei suoi lavori migliori.
Ricorrono alcune delle sue tematiche tipo: l'amicizia virile, le schermaglie tra i sessi, un gruppo di uomini in circostanze difficili, l'esaltazione del professionismo.
Ma non tutto funziona a perfezione, e se alcune scene sono "cult" (le due scene più drammatiche: il concitato e nefasto atterraggio nella nebbia dell'amico, e la scena finale di volo con la prova dei sistemi anti ghiaccio), altri aspetti non girano alla perfezione .
I personaggi non "acchiappano", lo stesso Cagney non risulta simpatico, il suo essere scavezzacollo oltre ogni limite non lo rende un eroe accattivante, e tutto sommato le vicende personali che girano intorno agli aspetti aeronautici non sono interessanti.
Ma è sempre un film di Hawks, e la sapienza del fare cinema si respira ad ogni scena.
Questo film è un po' il preludio al ben più riuscito "Gli avventurieri dell'aria" di solo 3 anni dopo, una ambientazione molto simile, ma ben altro livello di messa in scena.
Ho rivisto il film sul vecchio dvd della A&R, ridoppiato, con una discreta resa video considerata l'epoca.
Al mio gusto personale, e non solo al mio. Howard Hawks risiede nell'olimpo dei più grandi registi di Hollywood, insieme a Ford, Capra e altri nomi del periodo classico.
Ma non ha fatto certo solo capolavori.
Anzi, come lui stesso si definiva, non era un artista. Era un raccontatore di storie, con il suo stile, la sua "poetica", ma tanto pragmatismo. Era uno che faceva i film perchè venissero visti, non commentati.
Brume, film di ambiente aereonautico del 1936 con James Cagney e Pat O'Brian, non è uno dei suoi lavori migliori.
Ricorrono alcune delle sue tematiche tipo: l'amicizia virile, le schermaglie tra i sessi, un gruppo di uomini in circostanze difficili, l'esaltazione del professionismo.
Ma non tutto funziona a perfezione, e se alcune scene sono "cult" (le due scene più drammatiche: il concitato e nefasto atterraggio nella nebbia dell'amico, e la scena finale di volo con la prova dei sistemi anti ghiaccio), altri aspetti non girano alla perfezione .
I personaggi non "acchiappano", lo stesso Cagney non risulta simpatico, il suo essere scavezzacollo oltre ogni limite non lo rende un eroe accattivante, e tutto sommato le vicende personali che girano intorno agli aspetti aeronautici non sono interessanti.
Ma è sempre un film di Hawks, e la sapienza del fare cinema si respira ad ogni scena.
Questo film è un po' il preludio al ben più riuscito "Gli avventurieri dell'aria" di solo 3 anni dopo, una ambientazione molto simile, ma ben altro livello di messa in scena.
Ho rivisto il film sul vecchio dvd della A&R, ridoppiato, con una discreta resa video considerata l'epoca.
Ultima modifica di Zioruggi il mercoledì 22 ottobre 2025, 10:41, modificato 6 volte in totale.
Re: Che film avete visto ieri?
La costa dei barbari (Howard Hawks, 1935)
Dopo Brume, ho rivisto questo altro vecchio film di Hawks del 1935, il suo primo film di ambientazione western, preludio ai capolavori successivi che lo hanno reso uno dei registi classici del genere.
E' un western sui generis, di ambientazione cittadina, senza i grandi spazi che caratterizzano il genere, nè i cow boys, le mandrie, gli indiani e tanti altri topos caratteristici.
E so che non era un film stimato dallo stesso Hawks, che lo aveva in parte misconosciuto.
I motivi secondo me possono essere due: in primis, perchè fu preso in mano dalla prodizione che ne curò il montaggio, vanificando in parte la sua idea dell'opera.
E poi perchè, effettivamente, non rispecchia in pieno i temi tipici di Hawks: il co-protagonista maschile, un giovane e stralunato Joel Mc Crea, è tutt'altro che un "eroe alla Hawks": è un tontolone idealista e pacifista che si fa abbindolare ben bene ma mantiene uno spirito positivo, prendendo le disavventure e i rovesci che gli capitano con disincanto e filosofia, e cerca l'amore. Non certo un personaggio alla John Wayne.
Ben più incisiva è l'altra faccia della medaglia, il co-protagonista maschile villain, complesso e violento, ben reso da un Edward G. Robinson in parte.
Mentre la figura femminile, l'ago della bilancia, è interpretata con brio da Miriam Hopkins.
Mancano quindi, del tutto o in parte, i temi dell'amicizia virile, dell'uomo in pericolo e del professionismo cari a Hawks.
A me il film, di certo un'opera minore di Hawks, non dispiace. L'ho rivisto volentieri e mi sono divertito, anche grazie alle immagini cupe e nebbiose del porto di San Francisco, e ai bei personaggi di contorno, tra cui il loquace giornalista interpretato da Frank Craven, ed il vecchio imbroglione ben reso dal solito Walter Brennan, che fin dagli anni 30 ha interpretato il vecchietto arzillo, anche quando, come in questo caso, aveva solo 40 anni o giù di lì.
Ho visto il film in dvd, una vecchissima edizione della Ermitage, con qualità audio e video appena sufficienti.
Dopo Brume, ho rivisto questo altro vecchio film di Hawks del 1935, il suo primo film di ambientazione western, preludio ai capolavori successivi che lo hanno reso uno dei registi classici del genere.
E' un western sui generis, di ambientazione cittadina, senza i grandi spazi che caratterizzano il genere, nè i cow boys, le mandrie, gli indiani e tanti altri topos caratteristici.
E so che non era un film stimato dallo stesso Hawks, che lo aveva in parte misconosciuto.
I motivi secondo me possono essere due: in primis, perchè fu preso in mano dalla prodizione che ne curò il montaggio, vanificando in parte la sua idea dell'opera.
E poi perchè, effettivamente, non rispecchia in pieno i temi tipici di Hawks: il co-protagonista maschile, un giovane e stralunato Joel Mc Crea, è tutt'altro che un "eroe alla Hawks": è un tontolone idealista e pacifista che si fa abbindolare ben bene ma mantiene uno spirito positivo, prendendo le disavventure e i rovesci che gli capitano con disincanto e filosofia, e cerca l'amore. Non certo un personaggio alla John Wayne.
Ben più incisiva è l'altra faccia della medaglia, il co-protagonista maschile villain, complesso e violento, ben reso da un Edward G. Robinson in parte.
Mentre la figura femminile, l'ago della bilancia, è interpretata con brio da Miriam Hopkins.
Mancano quindi, del tutto o in parte, i temi dell'amicizia virile, dell'uomo in pericolo e del professionismo cari a Hawks.
A me il film, di certo un'opera minore di Hawks, non dispiace. L'ho rivisto volentieri e mi sono divertito, anche grazie alle immagini cupe e nebbiose del porto di San Francisco, e ai bei personaggi di contorno, tra cui il loquace giornalista interpretato da Frank Craven, ed il vecchio imbroglione ben reso dal solito Walter Brennan, che fin dagli anni 30 ha interpretato il vecchietto arzillo, anche quando, come in questo caso, aveva solo 40 anni o giù di lì.
Ho visto il film in dvd, una vecchissima edizione della Ermitage, con qualità audio e video appena sufficienti.
Ultima modifica di Zioruggi il mercoledì 22 ottobre 2025, 10:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: Che film avete visto ieri?
Ho rivisto "Ralph-spacca internet".
Fantastica la prima parte un pò meno la seconda; il risultato è comunque di un cartone riuscito,molto gradevole e divertente.
Fantastica la prima parte un pò meno la seconda; il risultato è comunque di un cartone riuscito,molto gradevole e divertente.
- mark-bluray
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Re: Che film avete visto ieri?
"Springsteen- Liberami dal nulla".
Basato sul libro del 2023 Liberami dal nulla e su alcuni elementi dell'autobiografia di Springsteen Born to Run, racconta la lotta personale (depressione) e professionale del boss durante la concezione del suo album più intimista e introverso del 1982 ovvero Nebraska .
Buon film con una superlativa colonna sonora, ottimo Jeremy Allen White nel ruolo del boss; non il solito biopic musicale dedicato alla star in questione ma un qualcosa di più che fà riflettere e pensare.
Basato sul libro del 2023 Liberami dal nulla e su alcuni elementi dell'autobiografia di Springsteen Born to Run, racconta la lotta personale (depressione) e professionale del boss durante la concezione del suo album più intimista e introverso del 1982 ovvero Nebraska .
Buon film con una superlativa colonna sonora, ottimo Jeremy Allen White nel ruolo del boss; non il solito biopic musicale dedicato alla star in questione ma un qualcosa di più che fà riflettere e pensare.
Re: Che film avete visto ieri?
Non conosco questo film.mark-bluray ha scritto: martedì 4 novembre 2025, 8:45 "Springsteen- Liberami dal nulla".
Basato sul libro del 2023 Liberami dal nulla e su alcuni elementi dell'autobiografia di Springsteen Born to Run, racconta la lotta personale (depressione) e professionale del boss durante la concezione del suo album più intimista e introverso del 1982 ovvero Nebraska .
Buon film con una superlativa colonna sonora, ottimo Jeremy Allen White nel ruolo del boss; non il solito biopic musicale dedicato alla star in questione ma un qualcosa di più che fà riflettere e pensare.
@mark-bluray, Dove lo hai visto, al cinema o su qualche piattaforma?
Re: Che film avete visto ieri?
La donna della cabina n. 10 (Simone Stone, 2025)
Ambientato su uno yacht di lusso, questo film del 2025 visibile sulla piattaforma Netflix è un discreto thriller, ispirato ai classici: un omicidio ed un mistero ambientati in un luogo circoscritto con un numero di persone coinvolte e di sospettati ha un che di Agatha Christie, mentre altri aspetti: un omicidio senza cadavere, il whodunit, e un "doppio" (non aggiungo altro) ricordano da un lato l'Hitchcock inglese de La Signora scompare, dall'altro quello più maturo della Donna che visse due volte.
I termini di paragone sono elevati, ma non vorrei essere frainteso: non siamo neanche lontanamente a quei livelli, tutto è già visto, ma la tensione tiene, specie nella prima parte, mentre sul finale tutto un po' si ammoscia e si normalizza.
Keira Knightley presta il suo volto spigoloso, e non più giovanissimo, alla giornalista caparbia e un po' sperduta che si trova al centro della storia e del mistero.
Intorno a lei co-protagonisti non memorabili, tra cui il più noto è Guy Pearce.
Netflix offre quasi sempre film dozzinali, nel mucchio questo decisamente si salva.
Ambientato su uno yacht di lusso, questo film del 2025 visibile sulla piattaforma Netflix è un discreto thriller, ispirato ai classici: un omicidio ed un mistero ambientati in un luogo circoscritto con un numero di persone coinvolte e di sospettati ha un che di Agatha Christie, mentre altri aspetti: un omicidio senza cadavere, il whodunit, e un "doppio" (non aggiungo altro) ricordano da un lato l'Hitchcock inglese de La Signora scompare, dall'altro quello più maturo della Donna che visse due volte.
I termini di paragone sono elevati, ma non vorrei essere frainteso: non siamo neanche lontanamente a quei livelli, tutto è già visto, ma la tensione tiene, specie nella prima parte, mentre sul finale tutto un po' si ammoscia e si normalizza.
Keira Knightley presta il suo volto spigoloso, e non più giovanissimo, alla giornalista caparbia e un po' sperduta che si trova al centro della storia e del mistero.
Intorno a lei co-protagonisti non memorabili, tra cui il più noto è Guy Pearce.
Netflix offre quasi sempre film dozzinali, nel mucchio questo decisamente si salva.
Ultima modifica di Zioruggi il mercoledì 5 novembre 2025, 15:42, modificato 1 volta in totale.
Re: Che film avete visto ieri?
"Springsteen - Liberami dal nulla" è al cinema, mai beccato il trailer in tv?
Strano... ci bombardano di trailer, forse non guardi molto la tv
Strano... ci bombardano di trailer, forse non guardi molto la tv
Re: Che film avete visto ieri?
Esatto: la TV come palinsesto la guardo poco o niente.leone510 ha scritto: martedì 4 novembre 2025, 13:10 "Springsteen - Liberami dal nulla" è al cinema, mai beccato il trailer in tv?
Strano... ci bombardano di trailer, forse non guardi molto la tv![]()
Re: Che film avete visto ieri?
A house of dynamite (Kathryn Bigelow, 2025)
Strano film, scritto e diretto in modo adrenalinico, con montaggio concitatissimo e dialoghi ancora più concitati, che rilegge il thriller politico (una crisi nucleare in atto, vista dai centri di potere e di gestione strategica degli Stati Uniti) e lo ripropone destrutturato .
Quasi un Rashomon nucleare, dove gli stessi eventi e dialoghi vengono riproposti nei tre tempi del film da punti di vista diversi (riascoltiamo le stesse parole, per lo più tramite comunicazioni radio e videocall).
l succo del discorso è: l'uomo ha creato un mostro (una "casa di dinamite") che non è in grado di gestire.
E, pur in pillole e senza approfondimenti (non ce n'è il tempo), vengono messe in luce le debolezze personali, le crisi di affetti, le priorità e urgenze individuali che gli uomini che devono "premere i bottoni" mettono in campo nel momento di massima crisi.
E ancora: la critica feroce, espressa con il tono "muscolare" della Bigelow che conosciamo bene, è verso un sistema che ha creato la potenzialità dell'olocausto (nucleare), e poi scopre di non avere le capacità per averne il controllo.
E tutte le figure che, in misure diverse, hanno un ruolo in questo dramma politico-tecnologico, risultano in qualche misura inadeguate, e i loro limiti umani diventano preponderanti rispetto alle responsabilità oggettive e alla capacità di prendere le decisioni giuste.
Non vi è una vera e propria trama, la storia procede a "pillole", um mosaico dove ad alcuni personaggi viene fornita la carta per rappresentare una tipologia di pensiero: la voce "muscolare" dei militari (un po' scontato), la voce della ragione del giovane politico che si trova quasi per caso a cercare di fare la cosa giusta, i tecnici sorpresi e spiazzati da qualcosa che nono "doveva" e "poteva" succedere, ed un Presidente (ben lavorato da Idris Elba) che non sa cosa deve fare, si trova sommerso da protocolli di azione che non immaginava di dover gestire e non sa manipolare, e sostanzialmente non sa cosa fare e chiede, inutilmente, aiuto ai consiglieri. Emblematica la sorte del capo del Pentagono in piena crisi, che non racconto per non spoilerare. Il tutto mentre la moglie del Presidente cerca di salvare gli elefanti in Africa.
Il film non si chiude, rimane sospeso in un finale aperto che lo rende monco: La Bigelow non ha avuto il coraggio di portare alle massime conseguenze il teatro che ha costruito?
In ogni caso, il film non mi ha convinto in pieno, pur essendo coraggioso.
Strano film, scritto e diretto in modo adrenalinico, con montaggio concitatissimo e dialoghi ancora più concitati, che rilegge il thriller politico (una crisi nucleare in atto, vista dai centri di potere e di gestione strategica degli Stati Uniti) e lo ripropone destrutturato .
Quasi un Rashomon nucleare, dove gli stessi eventi e dialoghi vengono riproposti nei tre tempi del film da punti di vista diversi (riascoltiamo le stesse parole, per lo più tramite comunicazioni radio e videocall).
l succo del discorso è: l'uomo ha creato un mostro (una "casa di dinamite") che non è in grado di gestire.
E, pur in pillole e senza approfondimenti (non ce n'è il tempo), vengono messe in luce le debolezze personali, le crisi di affetti, le priorità e urgenze individuali che gli uomini che devono "premere i bottoni" mettono in campo nel momento di massima crisi.
E ancora: la critica feroce, espressa con il tono "muscolare" della Bigelow che conosciamo bene, è verso un sistema che ha creato la potenzialità dell'olocausto (nucleare), e poi scopre di non avere le capacità per averne il controllo.
E tutte le figure che, in misure diverse, hanno un ruolo in questo dramma politico-tecnologico, risultano in qualche misura inadeguate, e i loro limiti umani diventano preponderanti rispetto alle responsabilità oggettive e alla capacità di prendere le decisioni giuste.
Non vi è una vera e propria trama, la storia procede a "pillole", um mosaico dove ad alcuni personaggi viene fornita la carta per rappresentare una tipologia di pensiero: la voce "muscolare" dei militari (un po' scontato), la voce della ragione del giovane politico che si trova quasi per caso a cercare di fare la cosa giusta, i tecnici sorpresi e spiazzati da qualcosa che nono "doveva" e "poteva" succedere, ed un Presidente (ben lavorato da Idris Elba) che non sa cosa deve fare, si trova sommerso da protocolli di azione che non immaginava di dover gestire e non sa manipolare, e sostanzialmente non sa cosa fare e chiede, inutilmente, aiuto ai consiglieri. Emblematica la sorte del capo del Pentagono in piena crisi, che non racconto per non spoilerare. Il tutto mentre la moglie del Presidente cerca di salvare gli elefanti in Africa.
Il film non si chiude, rimane sospeso in un finale aperto che lo rende monco: La Bigelow non ha avuto il coraggio di portare alle massime conseguenze il teatro che ha costruito?
In ogni caso, il film non mi ha convinto in pieno, pur essendo coraggioso.
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Re: Che film avete visto ieri?
"The Lost Bus".
Tratto dal libro "Paradise", il film racconta la vera storia di Kevin McKay, un autista di autobus che ha dovuto condurre verso la salvezza 22 bambini ed un gruppo di insegnanti dagli incendi dolosi che hanno colpito la zona di Camp Fire, nella contea di Butte, in California, nel novembre 2018.
Tecnicamente fatto bene, buona sia la regia di Greengrass che la performance di Matthew McConaughey; però nel complesso non mi ha convinto appieno.
Tratto dal libro "Paradise", il film racconta la vera storia di Kevin McKay, un autista di autobus che ha dovuto condurre verso la salvezza 22 bambini ed un gruppo di insegnanti dagli incendi dolosi che hanno colpito la zona di Camp Fire, nella contea di Butte, in California, nel novembre 2018.
Tecnicamente fatto bene, buona sia la regia di Greengrass che la performance di Matthew McConaughey; però nel complesso non mi ha convinto appieno.
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Re: Che film avete visto ieri?
Visto ieri sera e sono completamente d'accordo con la tua analisi.Zioruggi ha scritto: martedì 11 novembre 2025, 10:18 A house of dynamite (Kathryn Bigelow, 2025)
Strano film, scritto e diretto in modo adrenalinico, con montaggio concitatissimo e dialoghi ancora più concitati, che rilegge il thriller politico (una crisi nucleare in atto, vista dai centri di potere e di gestione strategica degli Stati Uniti) e lo ripropone destrutturato .
Quasi un Rashomon nucleare, dove gli stessi eventi e dialoghi vengono riproposti nei tre tempi del film da punti di vista diversi (riascoltiamo le stesse parole, per lo più tramite comunicazioni radio e videocall).
l succo del discorso è: l'uomo ha creato un mostro (una "casa di dinamite") che non è in grado di gestire.
E, pur in pillole e senza approfondimenti (non ce n'è il tempo), vengono messe in luce le debolezze personali, le crisi di affetti, le priorità e urgenze individuali che gli uomini che devono "premere i bottoni" mettono in campo nel momento di massima crisi.
E ancora: la critica feroce, espressa con il tono "muscolare" della Bigelow che conosciamo bene, è verso un sistema che ha creato la potenzialità dell'olocausto (nucleare), e poi scopre di non avere le capacità per averne il controllo.
E tutte le figure che, in misure diverse, hanno un ruolo in questo dramma politico-tecnologico, risultano in qualche misura inadeguate, e i loro limiti umani diventano preponderanti rispetto alle responsabilità oggettive e alla capacità di prendere le decisioni giuste.
Non vi è una vera e propria trama, la storia procede a "pillole", um mosaico dove ad alcuni personaggi viene fornita la carta per rappresentare una tipologia di pensiero: la voce "muscolare" dei militari (un po' scontato), la voce della ragione del giovane politico che si trova quasi per caso a cercare di fare la cosa giusta, i tecnici sorpresi e spiazzati da qualcosa che nono "doveva" e "poteva" succedere, ed un Presidente (ben lavorato da Idris Elba) che non sa cosa deve fare, si trova sommerso da protocolli di azione che non immaginava di dover gestire e non sa manipolare, e sostanzialmente non sa cosa fare e chiede, inutilmente, aiuto ai consiglieri. Emblematica la sorte del capo del Pentagono in piena crisi, che non racconto per non spoilerare. Il tutto mentre la moglie del Presidente cerca di salvare gli elefanti in Africa.
Il film non si chiude, rimane sospeso in un finale aperto che lo rende monco: La Bigelow non ha avuto il coraggio di portare alle massime conseguenze il teatro che ha costruito?
In ogni caso, il film non mi ha convinto in pieno, pur essendo coraggioso.
Re: Che film avete visto ieri?
Dracula – L’amore perduto (Luc Besson, 2025)
Dracula è forse il personaggio gotico più rappresentato nella storia del cinema dark/horror. Se la gioca, forse, con Frankenstein.
Si sono cimentati i registi più diversi, a partire da Murnau con l’inquietantissima versione espressionista del 1922, e dopo di lui decine di altri, tra cui Terence Fisher, Jesus Franco, Werner Herzog, Dario Argento Francis Ford Coppola.
E tanti gli attori che hanno interpretato il vampiro per antonomasia, tra cui Peter Cushing, Christopher Lee, Klaus Kinski, Gary Oldman .
Il mio Dracula preferito è quello di Fisher degli anni 60, con Lee come vampiro e Cushing nel ruolo di Van Helsin.
Adesso è nelle sale una nuova versione di Luc Besson.
Versione stroncata dalla critica, che non ha apprezzato la lettura che ne ha fatto il regista francese, e la sua estetica. Ma è di gran lunga il film più visto in Italia, specie dai giovani. Più dell’ennesimo Predator.
Sono andato a vederlo, dopo che lo ha visto mia figlia ventenne uscendone entusiasta e raccomandandolo fortemente.
E ho capito il perché: Besson ha dato una lettura della storia non improntata sul Dracula-figlio di Satana, o su una piega horror, ma ha riscritto la storia sotto un’ottica di una disperata storia d’amore in tono dark, enfatizzando il bisogno sentimentale di una coppia (Dracula/principe e la sua sposa), legata da un rapporto essenzialmente carnale.
E questo è probabilmente l’aspetto che ha incontrato i favori del pubblico più giovane: il pubblico di Twilight, che si identifica in un amore assoluto, disperato e ossessivo, al di là di tutto e di tutti, compresa la dannazione eterna.
E alla fine la storia del Dracula/vampiro che si dipana per 400 anni si riconduce ad una disperata ricerca della sposa morta tra le sue braccia. E di un catartico quanto improbabile ricongiungimento, che si risolve, salvificamente con etico opportunismo drammaturgico, in un estremo sacrificio. Conclusione dovuta, per dare un senso etico alla parabola di questa storia: l’amore blasfemo non può trionfare.
Ma è emblematico che mia figlia e la sua amica sono tornate al cinema a rivedere il film dopo pochi giorni, e sono uscite prima del finale tragico: si sono costruite un lieto fine gotico, con la coppia ricongiunta e felice nel loro castello.
Dracula è un antieroe disperato, con una visione adolescenziale dell’amore, un amore che non muore e sopravvive al tempo. L’assenza dell’amore e della sua ricerca disperata è forse la chiave che avvicina il giovane della generazione Z alla storia.
Dal punto di vista estetico, il film è certamente debitore alla versione di Coppola degli anni ’90.
La scelta degli attori protagonisti è stata fondamentale: Dracula e la sposa sono due bellezze atipiche, imperfette, ma molto caratterizzate. Che colpiscono.
Le figure di contorno sono principalmente due: una vampira interpretata sopra le righe ma con efficacia da Matilda De Angelis, ed un prete esorcista che riveste il ruolo che nella tradizione filmica e letteraria è del dottor Van Helsing, interpretato da un Christoph Walz che rifà un po’ il suo solito personaggio, ma in modo più misurato del solito.
Cosa penso del film?
Devo dire che lo spettacolo tiene, si fa vedere, ma è chiaramente un film “progettato” per piacere ad un certo pubblico, non è certo un capolavoro, le critiche degli addetti ai lavori mi sembrano almeno in parte condivisibili. Ma, in un panorama cinematografico attuale in cui trovo difficile scegliere un film che mi porti al cinema, questo un 6 e mezzo se lo porta a casa.
Ottime musiche di Danny Elfman.
Dracula è forse il personaggio gotico più rappresentato nella storia del cinema dark/horror. Se la gioca, forse, con Frankenstein.
Si sono cimentati i registi più diversi, a partire da Murnau con l’inquietantissima versione espressionista del 1922, e dopo di lui decine di altri, tra cui Terence Fisher, Jesus Franco, Werner Herzog, Dario Argento Francis Ford Coppola.
E tanti gli attori che hanno interpretato il vampiro per antonomasia, tra cui Peter Cushing, Christopher Lee, Klaus Kinski, Gary Oldman .
Il mio Dracula preferito è quello di Fisher degli anni 60, con Lee come vampiro e Cushing nel ruolo di Van Helsin.
Adesso è nelle sale una nuova versione di Luc Besson.
Versione stroncata dalla critica, che non ha apprezzato la lettura che ne ha fatto il regista francese, e la sua estetica. Ma è di gran lunga il film più visto in Italia, specie dai giovani. Più dell’ennesimo Predator.
Sono andato a vederlo, dopo che lo ha visto mia figlia ventenne uscendone entusiasta e raccomandandolo fortemente.
E ho capito il perché: Besson ha dato una lettura della storia non improntata sul Dracula-figlio di Satana, o su una piega horror, ma ha riscritto la storia sotto un’ottica di una disperata storia d’amore in tono dark, enfatizzando il bisogno sentimentale di una coppia (Dracula/principe e la sua sposa), legata da un rapporto essenzialmente carnale.
E questo è probabilmente l’aspetto che ha incontrato i favori del pubblico più giovane: il pubblico di Twilight, che si identifica in un amore assoluto, disperato e ossessivo, al di là di tutto e di tutti, compresa la dannazione eterna.
E alla fine la storia del Dracula/vampiro che si dipana per 400 anni si riconduce ad una disperata ricerca della sposa morta tra le sue braccia. E di un catartico quanto improbabile ricongiungimento, che si risolve, salvificamente con etico opportunismo drammaturgico, in un estremo sacrificio. Conclusione dovuta, per dare un senso etico alla parabola di questa storia: l’amore blasfemo non può trionfare.
Ma è emblematico che mia figlia e la sua amica sono tornate al cinema a rivedere il film dopo pochi giorni, e sono uscite prima del finale tragico: si sono costruite un lieto fine gotico, con la coppia ricongiunta e felice nel loro castello.
Dracula è un antieroe disperato, con una visione adolescenziale dell’amore, un amore che non muore e sopravvive al tempo. L’assenza dell’amore e della sua ricerca disperata è forse la chiave che avvicina il giovane della generazione Z alla storia.
Dal punto di vista estetico, il film è certamente debitore alla versione di Coppola degli anni ’90.
La scelta degli attori protagonisti è stata fondamentale: Dracula e la sposa sono due bellezze atipiche, imperfette, ma molto caratterizzate. Che colpiscono.
Le figure di contorno sono principalmente due: una vampira interpretata sopra le righe ma con efficacia da Matilda De Angelis, ed un prete esorcista che riveste il ruolo che nella tradizione filmica e letteraria è del dottor Van Helsing, interpretato da un Christoph Walz che rifà un po’ il suo solito personaggio, ma in modo più misurato del solito.
Cosa penso del film?
Devo dire che lo spettacolo tiene, si fa vedere, ma è chiaramente un film “progettato” per piacere ad un certo pubblico, non è certo un capolavoro, le critiche degli addetti ai lavori mi sembrano almeno in parte condivisibili. Ma, in un panorama cinematografico attuale in cui trovo difficile scegliere un film che mi porti al cinema, questo un 6 e mezzo se lo porta a casa.
Ottime musiche di Danny Elfman.
