Il profumo della signora in nero (1974) di Francesco Barilli
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- Madame Tetrallini
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Il profumo della signora in nero (1974) di Francesco Barilli
IL PROFUMO DELLA SIGNORA IN NERO
Genere: Horror
Censura: Vietato ai minori di 18 anni
Anno: 1974
Durata: 101'
Regia: Francesco Barilli
Sceneggiatura: Francesco Barilli, Massimo D'Avack
Interpreti: Mismy Farmer, Maurizio Banuglia, Mario Scaccia, Orazio Orlando, Donna Jordan, Jho Jhenkins, Carla Mancini, Daniela Barnes
Fotografia: Mario Masini
Musiche: Nicola Piovani
Produzione: Euro International Film
La scheda su IMDB
TRAMA
La chimica Silvia Hacherman, traumatizzata da piccola per aver assistito ad un amplesso tra sua madre e l'amante, e dal successivo suicidio della propria genitrice, è ormai incapace di vivere spensieratamente la sua vita e la propria sessualità. La situazione precipita con l'accadimento di alcuni fatti strani a cui la giovane non riesce a dare una spiegazione e dopo l'incontro di Silvia con un uomo di origine africana che le racconta di alcuni macabri e antichi riti praticati ancora oggi dalla gente della sua tribù d'origine. A seguito di una seduta con una medium capace di vedere i fantasmi del suo passato e dopo aver subito una ennesima violenza da Nicola, il vecchio amante della madre, Silvia si convince sempre di più che tutte le persone intorno a lei stanno complottando per distruggerla e perciò tenta di reagire cercando di eliminare uno ad uno tutti i presunti assassini.
LA CRITICA UFFICIALE
"In una Roma popolata da strani personaggi e professori africani che discettano di magia e cannibalismo è ambientato uno dei più inquietanti thriller-horror italiani dell'epoca, che fonde bene il clima di complotto polanskiano, il lato fiabesco (con rimandi ad Alice nel paese delle meraviglie) e il grand guignol, e che esplode in un finale tra i più agghiaccianti del genere, anche se Barilli, al primo film (e cosceneggiatore con Massimo D'Avack) gira sempre in modo controllato ed elegante, con una punta di ironia e una personale poetica del bizzarro."
IL MEREGHETTI
"Piccolo horror con idee affascinanti, con Mismy Farmer bellissima dentro il tenebroso quartiere Coppedè a Roma, e Donna Jordan, finora solo un sedere (dei jeans Jesus, "chi mi ama mi segua"), finalmente svelata. E Nike Arrighi... Lara Wendel, col suo vero nome, Daniela Barnes, è una bambina un pò malefica. Quanto al cannibalismo alla romana, un po' funziona, anche perché Barilli usa i suoi attori come caratteristi da horror classico"
STRACULT di Marco Giusti
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RECENSIONE DEL CURATORE DELLA SCHEDA
Elegante e alienante horror con cui Francesco Barilli ha brillantemente esordito alla regia dopo essersi fatto le ossa scrivendo con Massimo D'Avak "Il paese del sesso selvaggio", un film che può essere considerato il capostipite del genere Cannibal. Con questa opera il regista resta parzialmente in tema ma stavolta a farla da padrone sono le atmosfere polanskiane di Repulsion e Rosemary's Baby e gli elementi psicanalitici più o meno celati dentro la favola di Alice nel paese delle meraviglie. Il risultato va ben oltre le aspettative della produzione e se è vero che Barilli si è rivelato molto abile nel padroneggiare temi e situazioni tipiche del celebrato maestro francese, è anche indiscutibile che, guardando Il profumo della signora in nero, il primo film che ci può tornare in mente è proprio L'inquilino del terzo piano, un autentico concentrato di paranoie radicate tra le pieghe del quotidiano che Polanski ha messo in scena solo due anni più tardi rispetto alla produzione decisamente più “gore” del regista di casa nostra.
Più che plagio si può parlare in questo caso di una fertile contaminazione che ci piace pensare possa aver giovato ad entrambi gli autori.
Arricchito dalla raffinata fotografia di Mario Masini (ma senza dimenticare che Barilli nasce pittore), in alcune scene del film ci si può soffermare a riflettere quanta cura sia stata necessaria per raggiungere il perfetto equilibrio cromatico-spaziale che è senza dubbio uno dei punti di forza della pellicola. Altro ingrediente che conferisce all'opera il suo inconfondibile "aroma", è l'insinuante colonna sonora composta dall'allora giovane ma già bravo Nicola Piovani.
Mismy Farmer, pur dubbiosa sulla qualità del soggetto, non ci nega nulla della sua bellezza (sarà un caso se ricorda Mia Farrow?) e Barilli la gratifica immortalandola in dei quadri che difficilmente sbiadiranno nella mente dei fan dell'attrice. Purtroppo non possiamo dire lo stesso di Maurizio Bonuglia, l'occasionale partner della protagonista che, come ha rivelato in seguito il regista nel documentario del DVD, gli è stato imposto dai finanziatori del film. Proprio per giustificare la sua presenza, il regista pare abbia dovuto aggiungere delle scene di sesso che inizialmente non erano previste nel copione.
Fortunatamente, va meglio con gli attori dei ruoli secondari in cui spiccano per feroce incisività l'invadente e sinistro vicino di casa Mario Scaccia e il luciferino amante Orazio Orlando.
VOTO: 8,5
VOTI DEGLI ALTRI UTENTI DEL FORUM
hollywoodlady 6,5
Machina 4,5
Invisible 6,5
Noodles85 7
Dick Laurent 6+
DATI TECNICI DEL DVD
Produzione: Minerva - RaroVideo
Distribuzione: Sony
Codice Area: 2
Visto Censura: Vietato ai minori di 18 anni
Tipo DVD: 9 - Singolo lato, doppio strato
Audio: Italiano, Inglese
Sottotitoli: Inglese
Formato Video: 16/9 - 1.85:1
Tipo Confezione: Amaray
Extra: Documentario Ritratto in Nero - Biografia e filmografia del regista
QUALITÀ DELL'EDIZIONE
Un dvd che lascia del tutto soddisfatti, soprattutto per un riversamento che fa risaltare tutta la brillantezza della sofisticata fotografia. Curiosamente non viene rivelato il formato dell’audio presente comunque nelle due tracce in italiano e in inglese.
Non molto nutrita la sezione extra ma può comunque bastare la divertente intervista in cui il regista racconta senza troppi peli sulla lingua ogni particolare sull’ideazione e la realizzazione del film.
Video=9
Audio=7
Extra=8
Ultima modifica di Madame Tetrallini il venerdì 22 giugno 2007, 12:33, modificato 24 volte in totale.
- Madame Tetrallini
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certo che l'ho visto, sennò perché avrei scritto? Due parole:
Tra complotti e fidanzatini dallo sguardo enigmatico, spioncini, vertiginose scale e oggetti di forma fallica, vi divertirete a trovare i tanti, e neppure troppo celati, richiami polanskiani. Scopiazzature? Questo è un peso che condanna l’intera pellicola. E va ad affiancarsi ad una regia piatta e ad una fotografia povera, dialoghi semplici semplici, una sceneggiatura che sembra cominciare bene, ma poi si perde alla disperata ricerca del dubbio.
Inoltre le promettenti premesse di una Roma popolata di ciechi e maghi neri, sprofondano in set e location non sempre all’altezza e in estenuanti sguardi vuoti, e le poche invenzioni visive sono completamente soppresse dagli spocchiosi giochi di specchi. Quando si arriva al gelido finale ormai si è già addormentati.
Nota di merito per le musiche di Nicola Piovani: cominciano con tono melodrammatico (e si pensa subito a De Palma), per poi caricarsi sulle spalle il degrado psicologico della protagonista.
Il voto è gravemente insufficiente, ma non partecipo più alle votazioni del forum da un po'
Tra complotti e fidanzatini dallo sguardo enigmatico, spioncini, vertiginose scale e oggetti di forma fallica, vi divertirete a trovare i tanti, e neppure troppo celati, richiami polanskiani. Scopiazzature? Questo è un peso che condanna l’intera pellicola. E va ad affiancarsi ad una regia piatta e ad una fotografia povera, dialoghi semplici semplici, una sceneggiatura che sembra cominciare bene, ma poi si perde alla disperata ricerca del dubbio.
Inoltre le promettenti premesse di una Roma popolata di ciechi e maghi neri, sprofondano in set e location non sempre all’altezza e in estenuanti sguardi vuoti, e le poche invenzioni visive sono completamente soppresse dagli spocchiosi giochi di specchi. Quando si arriva al gelido finale ormai si è già addormentati.
Nota di merito per le musiche di Nicola Piovani: cominciano con tono melodrammatico (e si pensa subito a De Palma), per poi caricarsi sulle spalle il degrado psicologico della protagonista.
Il voto è gravemente insufficiente, ma non partecipo più alle votazioni del forum da un po'
- hollywoodlady
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- Località: Alessandria
Male, molto male..Machina ha scritto: ma non partecipo più alle votazioni del forum da un po'
Ecco la mia Rece
Pessimista e inquietante, un film che gioca con l'ambiguo e la magia nera, dalle ottime atmosfere alla Rosemary's Baby, qualche personaggio azzeccato in pieno e musiche angoscianti di forte impatto. Il plot confonde e incuriosisce, facendo leva sulla buona interpretazione della protagonista, misteriosamente in bilico tra realtà e incubo, per svelare le carte solo in un agghiacciante finale. Il film riesce, anche se alcuni passaggi sono un po' tirati per i capelli, e la conclusione non lascia indifferenti. Merito generale, dagli attori al regista (che ci regala qualche momento di sincera suspance), per un prodotto curato che porta bene i suoi anni.
6,5
Effettuate piccole modifiche alla scheda, che resta comunque il modello base da seguire per tutte le altre.
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
"It's the most horrible thing I've ever seen in my life!"
THE CINEPUZZLE
"It's the most horrible thing I've ever seen in my life!"
THE CINEPUZZLE
Allora... vediamo se riesco ad accontentare/scontentare sia Madame che Machina.
IL PROFUMO DELLA SIGNORA IN NERO
In una Roma silente, cimiteriale, "il vento stesso porta la paura, una paura antica che ha molti nomi: magia nera, stregoneria, superstizioni, riti, misteriosi delitti, sacrifici umani". A proferire il discorso è un professore africano. La "sfida alla morte, all'occulto, alle tenebre" - continua l'enigmatico personaggio - è "una prova di forza mentale dell'uomo contro la sua debolezza", mica uno scherzo.
Combinazione esoterico-psicologica, "fotografie" del subcosciente rimosso, cammino a ritroso nella selva oscura di mali e patimenti/pentimenti di Silvia Hacherman, testimone da bambina di un turpe rapporto sessuale della madre, poi deceduta. Ma, tra simbologie falliche e sedute medianiche, rimembranze "vivide" baviane e ripulse polanskiane (tale è il debito di Barilli col regista polacco, benché francese di nascita, che siamo ai limiti del tentato plagio; e la biondina Mimsy Farmer pare la sosia della Mia Farrow di Rosemary's Baby), l'horrore o è evanescente o si sparge come un "profumo" già inalato a sufficienza e a cui si è assuefatti.
Lo scossone finale, comunque, col banchetto splatter, una delle sequenze più agghiaccianti di tutto il cinema di genere anni '70, ripotenzia il film e lo ricarica di senso. Meritevoli di riguardo, inoltre, la "pittura scenografica" e il sonoro di Nicola Piovani.
VOTO: 6,5
IL PROFUMO DELLA SIGNORA IN NERO
In una Roma silente, cimiteriale, "il vento stesso porta la paura, una paura antica che ha molti nomi: magia nera, stregoneria, superstizioni, riti, misteriosi delitti, sacrifici umani". A proferire il discorso è un professore africano. La "sfida alla morte, all'occulto, alle tenebre" - continua l'enigmatico personaggio - è "una prova di forza mentale dell'uomo contro la sua debolezza", mica uno scherzo.
Combinazione esoterico-psicologica, "fotografie" del subcosciente rimosso, cammino a ritroso nella selva oscura di mali e patimenti/pentimenti di Silvia Hacherman, testimone da bambina di un turpe rapporto sessuale della madre, poi deceduta. Ma, tra simbologie falliche e sedute medianiche, rimembranze "vivide" baviane e ripulse polanskiane (tale è il debito di Barilli col regista polacco, benché francese di nascita, che siamo ai limiti del tentato plagio; e la biondina Mimsy Farmer pare la sosia della Mia Farrow di Rosemary's Baby), l'horrore o è evanescente o si sparge come un "profumo" già inalato a sufficienza e a cui si è assuefatti.
Lo scossone finale, comunque, col banchetto splatter, una delle sequenze più agghiaccianti di tutto il cinema di genere anni '70, ripotenzia il film e lo ricarica di senso. Meritevoli di riguardo, inoltre, la "pittura scenografica" e il sonoro di Nicola Piovani.
VOTO: 6,5
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- Dick Laurent
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- Località: Mulholland drive...
- Dick Laurent
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- Località: Mulholland drive...
Per me, se non ci fossero stati i film di Polanski, il film di Barilli avrebbe ottenuto un volto molto alto. E' tutto lì il dilemma, ma non è certo un film da stroncare...
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
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no, no piano. Per me è da stroncare Il dilemma infatti non è solo nell'eredità di Polanski (il discorso se non ci fosse stato Polanski non sta molto in piedi però eh...) ma anche:
E sulla Farmer: provate a togliere le musiche di Piovani, vedrete quanto la sua interpretazione e il suo arco drammatico ne risentano.E va ad affiancarsi ad una regia piatta e ad una fotografia povera, dialoghi semplici semplici, una sceneggiatura che sembra cominciare bene, ma poi si perde alla disperata ricerca del dubbio.
Mah... a me non pare che la regia sia così piatta, e la fotografia è affatto povera, poi si può discutere sulla riuscita o meno del film in generale. Torno a dire che, contestualizzandolo nel periodo, non è da ritenere insufficiente.
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
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Re: Il profumo della signora in nero (1974) di Francesco Bar
Preso ieri alla feltri la riedizione di questo film a 9,99, dovrebbe essere uscito da una settimana circa!
Stando alle caratteristiche tecniche dovrebbe, appunto, essere una semplice riedizione, caratteristiche invariate!
Audio italiano e inglese, documentario tra gli extra e booklet (foglietto interno apribile con la trama del film, solita amaray trasparente con figure all'interno!