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Miller pertanto non sono in grado di fare raffronti tra l'originale a fumetti e la trasposizione cinematografica, ad ogni modo è lampante che l'origine del film è il fumetto, ma non infastidisce.
Dal punto di vista narrativo non c'è storia, il film, a parte qualche breve passaggio, è incentrato esclusivamente sulla guerra e i rari dialoghi servono solo per l'orecchio nazionalista del popolo americano ma non hanno nessuno spessore narrativo né originalità. Cionondimeno la rappresentazione financo storica di
Sparta ne esce piuttosto bene mentre l'idea della Persia, astorica, è però perfettamente inscrivibile nella mentalità del narratore classico che vuole esagerare ed esasperare gli aspetti sia fisici che morali, estetici ed esotici del nemico per dare la migliore raffigurazione possibile dell'eroe, in questo caso, greco.
Un esempio per tutti: i sacerdoti spartani; essi vengono rappresentati con un aspetto malato e immondo semplicemnete perché la descrizione che ne viene fatta e che intende esprimere la malattia e sporcizia morale viene, con un processo non tanto originale ma anche in questo caso classico e per certi versi spartano, trasportata nell'aspetto fisico trasformando l'abbiettezza morale in lebbra, l'immonda lussuria e perversione in bruttezza fisica e scabrosa malattia.
Dicevo di qualche breve passaggio narrativo interssante. Mi riferisco al pragmatismo dimostrato da Leonida e dal suo laicismo che, seppure superficialmente, rappresentano forse un tentativo di analisi o di critica neiconfornti di certi aspetti della nostra società, occidentale, non andrei oltre tentando parallelismi tra il racconto e il conflitto odierno che vede conivolti occidente ed Islam, pur ammettendo che in qualche misura è riscontrabile.
Dal punto di vista visivo è tutt'altra cosa. I colori e la fotografia che rendono i corpi dei combattenti simili ai bronzi delle statue classiche, sono perfetti e piacevoli, la scelta di mettere delle mutande XX° secolo ai soldati un espediente obbligatorio per ovviare all'impossibilità di rappresentarli nudi come gli atleti della grecia classica che gareggiavano alle Olimpiadi. Il riferimento non è casuale ma dettato dalla battaglia di
Maratona, contro i persiani guidati da Dario, citata dalla regina durante una delle sue pompose argomentazioni.
La commistione con il genere fumetto, non più originale a questo punto,
non depone a favore del mezzo cinematografico ma non infastidisce anzi rende il film piacevle allo sguardo e i tentativi di rendere l'idea dell'immagine fissa fumettistica grazie ai numerosi ralentì non sono né fuori luogo né spiacevoli.
Di buon livello la recitazione, adeguato il fatto di aver scelto volti semisconosciuti. Non sempre gradevole il doppiaggio.
Voto: un onesto
6,5