Che libro stai leggendo? (2004-2009)
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a me che cerco letture poco impegnative il codice da vinci è piaciuto abbastanza, angeli e demoni invece non mi è piaciuto...
ciauz
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- Jenny
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hollygolightly ha scritto: Io ho letto un sacco di anni fa Kitchen e N.P.
Kitchen mi è piaciuto molto, ho visto anche il film una notte su Rai3, che però non ha rispettato l'atmosfera del libro secondo me.
Kitchen e Tsugumi sono bellissimi! N.P. è uno di quelli che ancora mi manca!Gizmo ha scritto: Io ho letto i bellissimi "Sonno profondo" http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880781332.html
e "Tsugumi" http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880781294.html
Di film tratti dai suoi libri però non ne ho ancora visti...
..."Chi non ama i gatti probabilmente era un topo in una vita precedente"...
- MelvinUdall
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- Yorick
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Ultimamente ho rallentato la lettura... cmq qualche settimana fa mi sono letto due shakespeare (Sogno di una notte di mezz'estate, Il mercante di venezia).
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- Baz00ka
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Ho cominciato a leggere il Codice Da Vinci, vorrei finirlo prima che esca il film.
"Quando qualcuno muore in preda a una grande rabbia, ne nasce una maledizione.
Tale maledizione si concentra nel luogo della morte.
Tutti coloro che entreranno in contatto con essa verranno consumati dalla sua furia."
...il fotografo sparó il flash nella stanza, nel luogo esatto dove avvenne la carneficina. Sviluppate le foto, questo fu ció che apparve.
- Countermanda
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Oltre il confine
Incompiuto nella trama, il romanzo di McCarthy racconta una storia senza tempo, ambientabile in un vasto arco temporale che va dalla colonizzazione americana dei territori messicani agli anni sessanta dello scorso secolo, tale è stata l’immobilità sociale della zona in cui è ambientata la vicenda di Billy Parham. E non fosse per la presenza di qualche raro furgoncino o di vecchie Dodge, e per brevi accenni ad una non meglio definita guerra il romanzo potrebbe benissimo essere ambientato nel XVIII° o nel XIX° secolo.
Billy, un giovane sedicenne originario del New Mexico e residente in quella fascia di terra che separa la civiltà nordamericana dalla società messicana, con la scusa di riportare nel suo terriotorio una lupa sconfinata oltreconfine, attraversa l’invisibile linea che demarca radicalmente la diversità sociale, legale e umana del continente americano.
Il suo non finito viaggio copre un arco di sei anni nei quali dovrà necessariamente crescere dovendo diventare adulto senza una guida paterna ma affidandosi agli insegnamenti filosofici che demarcano il suo percorso come il segnale olfattivo lasciato nel territorio dalla lupa. Il suo ottimismo iniziale si scontra con il pessimismo filosoficamente narrato da vari improbabili personaggi che diventeranno pseudo padri e madri.
Malgrado questi contatti con la vita Billy non diventerà il classico cowboy senza macchia né paura e pieno di coraggio che siamo stati abituati a vedere, spesso sarà vittima delle circostanze ed il suo folle piano di recuperare ciò di cui è stato privato causerà solo sofferenza e dolore ed il totale annichilimento della sua esistenza segnata nel finale da un pianto sofferente mai uscito prima e che potrebbe preludere ad una raggiunta maturità non narrata dall’autore che lascia il protagonista immerso nello sconforto e nella desolazione più totali circondato da un ambiente che sembra il fantasma della civiltà.
La lettura non è facile a causa della mancanza di segni di interpunzione nei dialoghi rendendoli difficili da seguire, arrancamento accentuato dall’uso della lingua spagnola lasciata non tradotta.
La storia è spezzata in quattro parti ognuna legata a specifici avvenimenti e maturazioni del protagonista scandita, in ogni parte, dall’intervento e relativa storia di improbabili personaggi.
Incompiuto nella trama, il romanzo di McCarthy racconta una storia senza tempo, ambientabile in un vasto arco temporale che va dalla colonizzazione americana dei territori messicani agli anni sessanta dello scorso secolo, tale è stata l’immobilità sociale della zona in cui è ambientata la vicenda di Billy Parham. E non fosse per la presenza di qualche raro furgoncino o di vecchie Dodge, e per brevi accenni ad una non meglio definita guerra il romanzo potrebbe benissimo essere ambientato nel XVIII° o nel XIX° secolo.
Billy, un giovane sedicenne originario del New Mexico e residente in quella fascia di terra che separa la civiltà nordamericana dalla società messicana, con la scusa di riportare nel suo terriotorio una lupa sconfinata oltreconfine, attraversa l’invisibile linea che demarca radicalmente la diversità sociale, legale e umana del continente americano.
Il suo non finito viaggio copre un arco di sei anni nei quali dovrà necessariamente crescere dovendo diventare adulto senza una guida paterna ma affidandosi agli insegnamenti filosofici che demarcano il suo percorso come il segnale olfattivo lasciato nel territorio dalla lupa. Il suo ottimismo iniziale si scontra con il pessimismo filosoficamente narrato da vari improbabili personaggi che diventeranno pseudo padri e madri.
Malgrado questi contatti con la vita Billy non diventerà il classico cowboy senza macchia né paura e pieno di coraggio che siamo stati abituati a vedere, spesso sarà vittima delle circostanze ed il suo folle piano di recuperare ciò di cui è stato privato causerà solo sofferenza e dolore ed il totale annichilimento della sua esistenza segnata nel finale da un pianto sofferente mai uscito prima e che potrebbe preludere ad una raggiunta maturità non narrata dall’autore che lascia il protagonista immerso nello sconforto e nella desolazione più totali circondato da un ambiente che sembra il fantasma della civiltà.
La lettura non è facile a causa della mancanza di segni di interpunzione nei dialoghi rendendoli difficili da seguire, arrancamento accentuato dall’uso della lingua spagnola lasciata non tradotta.
La storia è spezzata in quattro parti ognuna legata a specifici avvenimenti e maturazioni del protagonista scandita, in ogni parte, dall’intervento e relativa storia di improbabili personaggi.
ho comprato da poco non è un paese per vecchi, speriamo che sia migliore di questo, sono stato tentato nell'acquisto perchè l'anno prossimo uscirà un film tratto da questo libro fatto dai fratelli coen.Countermanda ha scritto:Oltre il confine
Incompiuto nella trama, il romanzo di McCarthy racconta una storia senza
va storia di improbabili personaggi.
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L'unica ragione per cui mi sono avvicinato alla lettura di Oltre il confine, suggeritomi da Invisible, è perché non trovavo quello da cui trarranno il film i fratelli Cohen, non ne trovavo notizie in internet e nemmeno nelle librerie, ma a quanto pare tu lo hai trovato.
Non mi è dispiaciuta la lettura di oltre il confine ma spero che non è un paese per vecchi sia più interessante.
Non mi è dispiaciuta la lettura di oltre il confine ma spero che non è un paese per vecchi sia più interessante.
Bravo Count, ci hai fatto addirittura una rece.Countermanda ha scritto:L'unica ragione per cui mi sono avvicinato alla lettura di Oltre il confine, suggeritomi da Invisible, è perché non trovavo quello da cui trarranno il film i fratelli Cohen, non ne trovavo notizie in internet e nemmeno nelle librerie, ma a quanto pare tu lo hai trovato.
Non mi è dispiaciuta la lettura di oltre il confine ma spero che non è un paese per vecchi sia più interessante.
Cmq, preciso che McCarthy non mi entusiasma particolarmente (sebbene l'epicità e l'iperrealismo che contraddistingue le sue opere è esemplare), avevo soltanto risposto alla tua richiesta di consiglio su quale romanzo leggere per primo, poiché l'autore spesso narra di storie e personaggi che poi riprende nei romanzi successivi, come è appunto il caso della cosiddetta "Trilogia della frontiera" che comprende, insieme ad Oltre il confine, anche Cavalli selvaggi e Città della pianura...
P.S.
Riguardo al Codice da Vinci, non condivido le critiche al libro. A me è piaciuto. L'ho trovato ben costruito e coinvolgente. Ricordiamoci che si tratta di un romanzo, e in tal senso svolge bene la sua funzione.
Sono convinto che il film mi piacerà di meno, ma perché solitamente non amo l'enfatizzazione che sfocia nel fenomeno massmediatico, e poi penso che dovevano esserci un altro regista ed altri attori... :roll:
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
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Trovo che citare il libro che si sta leggendo senza esprimere un opinione che possa aiutare altri lettori non sia proficuo.Invisible ha scritto:Bravo Count, ci hai fatto addirittura una rece.Countermanda ha scritto:L'unica ragione per cui mi sono avvicinato alla lettura di Oltre il confine, suggeritomi da Invisible, è perché non trovavo quello da cui trarranno il film i fratelli Cohen, non ne trovavo notizie in internet e nemmeno nelle librerie, ma a quanto pare tu lo hai trovato.
Non mi è dispiaciuta la lettura di oltre il confine ma spero che non è un paese per vecchi sia più interessante.
Cmq, preciso che McCarthy non mi entusiasma particolarmente (sebbene l'epicità e l'iperrealismo che contraddistingue le sue opere è esemplare), avevo soltanto risposto alla tua richiesta di consiglio su quale romanzo leggere per primo, poiché l'autore spesso narra di storie e personaggi che poi riprende nei romanzi successivi, come è appunto il caso della cosiddetta "Trilogia della frontiera" che comprende, insieme ad Oltre il confine, anche Cavalli selvaggi e Città della pianura...
Grazie per le indicazioni sugli altri libri del suddetto McCarthy mi fa piacere sapere che le vicende di Billy non si interrompono in quel modo, cercherò questi altri titoli nel fornitissimo sistema bibliotecario del vittoriese.
- Countermanda
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Ho appena terminato di leggere il libro di Ann Patchett Belcanto, da cui, a quanto dicono, Bertolucci dovrebbe trarre il suo prossimo film.
Il libro è poesia.
Ve lo consiglio vivamente. Se volete assaporarlo non leggete quanto segue.
Sembra un normale concerto mondano: un paese sudamericano alla ricerca di investitori organizza un concerto operistico con la cantante più in del momento invitando le personalità economiche più importanti del pianeta.
Ma l'imprevisto...un gruppo di guerriglieri ha programmato di prendere in ostaggio il Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere presente alla serata ma che invece non lo è perché appassionato di una telenovela che trasmettono proprio quella sera (surreale).
Anziché durare un attimo e via il sequestro, piano B, diventa una nuova vita per molti degli ostaggi costretti a rimanere chiusi nella villa del vicepresidente per oltre 4 mesi durante i quali nasceranno storie d'amore impossibili e ogni ostaggio riprenderà possesso di ciò che la vita impegnata da imprenditore, ambasciatore e politico, ma anche solo di guerrigliero, gli ha tolto: una semplice corsa sul prato, il piacere di cucinare, la felicità perduta, lo studio del canto, suonare il pianoforte, imparare una lingua sconosciuta, passioni soppresse negli anni.
L'amore è il perno di questa storia, un amore come potrebbe descriverlo Marquez.
Tutto porta a credere che i sogni di tutti loro potranno realizzarsi, che quella realtà fittizia, fasulla, potrà esistere per sempre ma...in un modo assolutamente inaspettato la storia che ha fatto sognare viene riportata alla realtà, improvvisamente, inaspettatamente, sorprendetemente in un brevissimo e velocissimo finale.
Si può filosofeggiare sull'amore leggendo questo romanzo.
Il libro è poesia.
Ve lo consiglio vivamente. Se volete assaporarlo non leggete quanto segue.
Sembra un normale concerto mondano: un paese sudamericano alla ricerca di investitori organizza un concerto operistico con la cantante più in del momento invitando le personalità economiche più importanti del pianeta.
Ma l'imprevisto...un gruppo di guerriglieri ha programmato di prendere in ostaggio il Presidente della Repubblica, che dovrebbe essere presente alla serata ma che invece non lo è perché appassionato di una telenovela che trasmettono proprio quella sera (surreale).
Anziché durare un attimo e via il sequestro, piano B, diventa una nuova vita per molti degli ostaggi costretti a rimanere chiusi nella villa del vicepresidente per oltre 4 mesi durante i quali nasceranno storie d'amore impossibili e ogni ostaggio riprenderà possesso di ciò che la vita impegnata da imprenditore, ambasciatore e politico, ma anche solo di guerrigliero, gli ha tolto: una semplice corsa sul prato, il piacere di cucinare, la felicità perduta, lo studio del canto, suonare il pianoforte, imparare una lingua sconosciuta, passioni soppresse negli anni.
L'amore è il perno di questa storia, un amore come potrebbe descriverlo Marquez.
Tutto porta a credere che i sogni di tutti loro potranno realizzarsi, che quella realtà fittizia, fasulla, potrà esistere per sempre ma...in un modo assolutamente inaspettato la storia che ha fatto sognare viene riportata alla realtà, improvvisamente, inaspettatamente, sorprendetemente in un brevissimo e velocissimo finale.
Si può filosofeggiare sull'amore leggendo questo romanzo.
- Yorick
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finito oggi "Giovanni, storia di un rapporto fraterno" di Giancarlo Mazza.
Molto bello.
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Il codice Da Vinci
Un buon thriller (molto più sobrio del precedente, "bizzarro" Angeli e demoni) che però porta nuovamente alla luce oltre i pregi anche tutti i difetti di questo fortunato e invidiato scrittore.
Se da un lato, infatti, il Codice è estremamente scorrevole e avvincente, dall'altro mostra ancora una volta come Dan Brown sia abile a mischiare subdolamente realtà e finzione, pur di portare avanti, ad ogni costo, le proprie improbabili tesi complottistiche.
In realtà, Brown non dice nulla di nuovo, avendo copiato (anche se è stato assolto) precedenti lavori di altri autori.
Ciò che mi ha un po' irritato di questo romanzo, però, non è la solita, abusata critica alla Chiesa cattolica, quanto il fatto che per giustificarla Brown abbia arbitrariamente mutato (se non inventato!) il significato di concetti religiosi assodati.
Anche i testi extrabiblici, che porta a sostegno delle proprie tesi, sono tutt'altro che scandalosi e inequivocabili, come lui, al contrario, sostiene.
Insomma, alla fine è solo un fuoco di paglia, che uno studio attento delle fonti rivela chiaramente.
Lo stesso autore, infatti (per pararsi il cu*o! ), scrive, nella prefazione del Codice, che solo le strutture architettoniche, i documenti e i rituali pagani citati sono veri... come a dire: "Per il resto, pensate quello che volete!"
Insomma, mi ha dato l'idea che Dan Brown, come si suol dire, abbia gettato il sasso e poi nascosto la mano...
Peccato, perchè come thriller è ben congegnato e non scade neanche nel finale.
Un buon thriller (molto più sobrio del precedente, "bizzarro" Angeli e demoni) che però porta nuovamente alla luce oltre i pregi anche tutti i difetti di questo fortunato e invidiato scrittore.
Se da un lato, infatti, il Codice è estremamente scorrevole e avvincente, dall'altro mostra ancora una volta come Dan Brown sia abile a mischiare subdolamente realtà e finzione, pur di portare avanti, ad ogni costo, le proprie improbabili tesi complottistiche.
In realtà, Brown non dice nulla di nuovo, avendo copiato (anche se è stato assolto) precedenti lavori di altri autori.
Ciò che mi ha un po' irritato di questo romanzo, però, non è la solita, abusata critica alla Chiesa cattolica, quanto il fatto che per giustificarla Brown abbia arbitrariamente mutato (se non inventato!) il significato di concetti religiosi assodati.
Anche i testi extrabiblici, che porta a sostegno delle proprie tesi, sono tutt'altro che scandalosi e inequivocabili, come lui, al contrario, sostiene.
Insomma, alla fine è solo un fuoco di paglia, che uno studio attento delle fonti rivela chiaramente.
Lo stesso autore, infatti (per pararsi il cu*o! ), scrive, nella prefazione del Codice, che solo le strutture architettoniche, i documenti e i rituali pagani citati sono veri... come a dire: "Per il resto, pensate quello che volete!"
Insomma, mi ha dato l'idea che Dan Brown, come si suol dire, abbia gettato il sasso e poi nascosto la mano...
Peccato, perchè come thriller è ben congegnato e non scade neanche nel finale.
Sono sicuro di aver fatto solo grandi stronzate.
Sono un artigiano. Un artigiano romantico, di quelli scomparsi.
Ho fatto il cinema come fare le seggiole...
Mario Bava
Ho deciso di essere educato in un mondo di maleducati.
Antonio Margheriti
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Letto di recente. Era la prima volta che mi avvicinavo a Baricco e devo dire che mi è piaciuto parecchio, forse il "ragazzo" si prende un po' troppo sul serio, ma scrive davvero bene.fiorina ha scritto:Questa Storia di Alessandro Baricco
Appena terminato "New Thing" di Wu Ming 1, interessante affresco del movimento per i diritti civili e della scena jazz a New York alla fine degli anni 60. Raccontato come una sorta di documentario riesce perfettamente a calare il lettore in quegli anni anche se il pretesto utilizzato per raccontarli (un serial killer che prende di mira musicisti di colore) è forse un po' deboluccio.
Appena iniziato "Un oscuro scrutare" di P.K. Dick.
I miei preferiti di Baricco sono Oceano mare e Novecento (da quest'ultimo è stato tratto La leggenda del pianista sull'oceano di Tornatore).
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- Giapo
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Pure io ho apprezzato molto Novecento (carinissimo anche Barnum ) e aggiungo che ne ho visto lo spettacolo teatrale interpretato dall'attore per cui il monologo era stato pensato. Una delle cose più coinvolgenti che abbia mai visto. Anzi, se esistesse il dvd magari...Invisible ha scritto:I miei preferiti di Baricco sono Oceano mare e Novecento (da quest'ultimo è stato tratto La leggenda del pianista sull'oceano di Tornatore).
e la smetta di toccarmi il cu*o!
La recitazione, a teatro e al cinema, è sempre irreale.
Se per un'ora e mezza si può trasportare il pubblico in una strana atmosfera in cui succedono cose anormali, che però sembrano svolgersi in modo credibile, l'obiettivo del produttore cinematografico è raggiunto. (James Whale)
la vita è uno stato mentale
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Se per un'ora e mezza si può trasportare il pubblico in una strana atmosfera in cui succedono cose anormali, che però sembrano svolgersi in modo credibile, l'obiettivo del produttore cinematografico è raggiunto. (James Whale)
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