Che film avete visto ieri?
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Re: Che film avete visto ieri?
Principessa Mononoke (1997, H. Miyazaki)
Ho ricevuto a Natale un disco della Deutsche Grammophon contenente una collezione di brani di Joe Hisaishi, riarrangiati per grande orchestra (e cori vari) tratti dalle colonne sonore di film di Miyazaki.
Musiche stupende, evocative, che esaltano il dono melodico di Hisaishi.
Naturalmente mi è venuta voglia di rivedere qualche lungometraggio del maestro giapponese e la scelta è ricaduta per prima su Princess Mononoke.
Di questo film ho sia la vecchissima versione in dvd della Buena Vista, che il Bluray della Lucky Red. Naturalmente ho optato per il secondo. Anche se... (vedi dopo).
Il film è, come per tutti i lungometraggi di Miyazaky, magia, poesia, avventura e sentimento. E' stato il primo lungometraggio a far conoscere il maestro fuori dai confini del Giappone, ed è splendido, complesso, saturo di citazioni e temi, con tutti i topos di Myazaki (tranne il costante tema del volo, qui non presente in modo esplicito: la storia è ben "ancorata " a terra). Ricorrono i temi dell'animismo, dello shintoismo, e della contrapposizione tra natura e tecnologia, trattati con una sorprendente posizione neutrale dal regista giapponese: si colloca in una (quasi) equidistanza tra l'uomo e la natura, il tema ambientalista è preponderante ma non unilaterale, e la distinzione tra buoni e cattivi non è netta: non tutti i cattivi sono completamente tali, e anche un dio buono se provocato, attaccato, ferito diventa angelo sterminatore (mi richiama , forse a sproposito, la Natura di Leopardi, quella che uccise l'Islandese...).
Rispetto ad altri film di Miyazaki, dove l'enunciato è più "candido", più schiettamente poetico, questo film , comunque magnifico, risulta un po' schematico nella proposizione dei temi, forse un po' troppo programmatico, troppo "scritto".
La storia è comunque avvincente, i personaggi forano lo schermo, l'animazione è impeccabile e gli sfondi, come sempre, sono di qualità pittorica, mentre sorprende la maturità ed il timbro cinematrografico della regia, con panoramiche, carrellate, piani sequenza degne di un Kurosawa.
Veniamo ora all'edizione Lucky Red: ottima la qualità video, buona quella audio. Il principale dubbio (se così lo vogliamo chiamare) riguarda i dialoghi, l'adattamento linguistico: la vecchia edizione Buena Vista, a detta degli specialisti, era affetta da un adattamento linguistico spurio, metamorfosato, non attinente e aderente all'originale giapponese, per cui (pare) venivano travisati nomi, concetti, modi di dire. Un insulto, insomma, ai puristi. Non mi so esprimere in tal senso: non rivedo questa edizione da tantissimi anni.
Lucky Red, come (purtroppo) ha sempre fatto, si è affidata al lavoro dell'adattatore di dialoghi Gualtiero Cannarsi, ahimè "famigerato" agli introdotti al tema.
Costui parte da un presupposto granitico: bisogna rispettare la lingua originale, in tutte le sue sfaccettature. E siccome (a quanto pare) lui è, oltre ad un letterato, un profondo conoscitore della lingua giapponese, sia attuale che storica, compie nei suoi adattamenti dei dialoghi un grande lavoro di cesello per riportare alla fonetica ed al lessico italiano le allocuzioni originali. Lodevole presupposto. Dov'è il limite di tale "a priori"? E' che il buon Gualtiero si "dimentica" dell'italiano, forse troppo concentrato, in modo direi radicale, o "talebano" alla fedeltà all'originale. Per cui troviamo riproposto un qualcosa che dovrebbe ricordare il nostro lessico, ma che risulta un linguaggio in cui non ci si riconosce, e delle forme sintattiche e lessicali, delle allocuzioni inascoltabili. Insomma: uno scempio totale.
Piccolo esempio dell' "esperanto" che esce dalla pena di Cannarsi:
"Però quanto a te, quanto a quel che non puoi fare, che tu, per te qualcosa potrebbe esserci"
In un’intervista Gualtiero Cannarsi ha detto: “Non faccio adattamenti per gli spettatori, li faccio per dare dignità all’opera originale”. Direi che la dice tutta: non c'è attenzione a chi ascolta, ma solo a chi scrive. E siccome il giapponese è una lingua infarcita di arcaismi, e di allocuzioni cerimoniali, per essere fedeli, bisogna riportare nella traduzione le allocuzioni originali, anche se in italiano risultano inascoltabili, talora inconcepibili.
Faccio notare che il nome "Mononoke" relativo alla principessa del titolo nella traduzione dei dialoghi non compare mai, neanche una volta. E chissà perchè? Chiedetelo a Cannarsi.
E poi, non riesco a non sorridere pietosamente di fronte al modo con cui nella traduzione viene appellata la divinità silvana al centro della storia (chi vuole capire si veda o riveda il film): "Il Dio bestia". Sarà anche una traduzione fedele, e rimanda a echi medievali molto vaghi, ma nel nostro italiano è una bestemmia bella e buona.
Dubito che nell'equivalente giapponese lo sia. Non si riusciva proprio a trovare un modo alternativo, comunque spirituale ed evocativo, per tradurre il nome dell'essere divino, senza far saltare sulla sedia un buon terzo dell'umanità?
Chiudo con una riflessione: non c'è l'ho con l'esimio traduttore, uno dei tanti che vive nel mito di se stesso e che fa il suo lavoro convinto che sia giusto. A suo modo un santo.
C'è l'ho con la Lucky Red che ha perpetrato per n- volte questo scempio, affidandogli la traduzione di tutti i lungometraggi di Miyazaki.
Mi dicono che il film ora nelle sale non sia stato tradotto da lui: finalmente!
Ho ricevuto a Natale un disco della Deutsche Grammophon contenente una collezione di brani di Joe Hisaishi, riarrangiati per grande orchestra (e cori vari) tratti dalle colonne sonore di film di Miyazaki.
Musiche stupende, evocative, che esaltano il dono melodico di Hisaishi.
Naturalmente mi è venuta voglia di rivedere qualche lungometraggio del maestro giapponese e la scelta è ricaduta per prima su Princess Mononoke.
Di questo film ho sia la vecchissima versione in dvd della Buena Vista, che il Bluray della Lucky Red. Naturalmente ho optato per il secondo. Anche se... (vedi dopo).
Il film è, come per tutti i lungometraggi di Miyazaky, magia, poesia, avventura e sentimento. E' stato il primo lungometraggio a far conoscere il maestro fuori dai confini del Giappone, ed è splendido, complesso, saturo di citazioni e temi, con tutti i topos di Myazaki (tranne il costante tema del volo, qui non presente in modo esplicito: la storia è ben "ancorata " a terra). Ricorrono i temi dell'animismo, dello shintoismo, e della contrapposizione tra natura e tecnologia, trattati con una sorprendente posizione neutrale dal regista giapponese: si colloca in una (quasi) equidistanza tra l'uomo e la natura, il tema ambientalista è preponderante ma non unilaterale, e la distinzione tra buoni e cattivi non è netta: non tutti i cattivi sono completamente tali, e anche un dio buono se provocato, attaccato, ferito diventa angelo sterminatore (mi richiama , forse a sproposito, la Natura di Leopardi, quella che uccise l'Islandese...).
Rispetto ad altri film di Miyazaki, dove l'enunciato è più "candido", più schiettamente poetico, questo film , comunque magnifico, risulta un po' schematico nella proposizione dei temi, forse un po' troppo programmatico, troppo "scritto".
La storia è comunque avvincente, i personaggi forano lo schermo, l'animazione è impeccabile e gli sfondi, come sempre, sono di qualità pittorica, mentre sorprende la maturità ed il timbro cinematrografico della regia, con panoramiche, carrellate, piani sequenza degne di un Kurosawa.
Veniamo ora all'edizione Lucky Red: ottima la qualità video, buona quella audio. Il principale dubbio (se così lo vogliamo chiamare) riguarda i dialoghi, l'adattamento linguistico: la vecchia edizione Buena Vista, a detta degli specialisti, era affetta da un adattamento linguistico spurio, metamorfosato, non attinente e aderente all'originale giapponese, per cui (pare) venivano travisati nomi, concetti, modi di dire. Un insulto, insomma, ai puristi. Non mi so esprimere in tal senso: non rivedo questa edizione da tantissimi anni.
Lucky Red, come (purtroppo) ha sempre fatto, si è affidata al lavoro dell'adattatore di dialoghi Gualtiero Cannarsi, ahimè "famigerato" agli introdotti al tema.
Costui parte da un presupposto granitico: bisogna rispettare la lingua originale, in tutte le sue sfaccettature. E siccome (a quanto pare) lui è, oltre ad un letterato, un profondo conoscitore della lingua giapponese, sia attuale che storica, compie nei suoi adattamenti dei dialoghi un grande lavoro di cesello per riportare alla fonetica ed al lessico italiano le allocuzioni originali. Lodevole presupposto. Dov'è il limite di tale "a priori"? E' che il buon Gualtiero si "dimentica" dell'italiano, forse troppo concentrato, in modo direi radicale, o "talebano" alla fedeltà all'originale. Per cui troviamo riproposto un qualcosa che dovrebbe ricordare il nostro lessico, ma che risulta un linguaggio in cui non ci si riconosce, e delle forme sintattiche e lessicali, delle allocuzioni inascoltabili. Insomma: uno scempio totale.
Piccolo esempio dell' "esperanto" che esce dalla pena di Cannarsi:
"Però quanto a te, quanto a quel che non puoi fare, che tu, per te qualcosa potrebbe esserci"
In un’intervista Gualtiero Cannarsi ha detto: “Non faccio adattamenti per gli spettatori, li faccio per dare dignità all’opera originale”. Direi che la dice tutta: non c'è attenzione a chi ascolta, ma solo a chi scrive. E siccome il giapponese è una lingua infarcita di arcaismi, e di allocuzioni cerimoniali, per essere fedeli, bisogna riportare nella traduzione le allocuzioni originali, anche se in italiano risultano inascoltabili, talora inconcepibili.
Faccio notare che il nome "Mononoke" relativo alla principessa del titolo nella traduzione dei dialoghi non compare mai, neanche una volta. E chissà perchè? Chiedetelo a Cannarsi.
E poi, non riesco a non sorridere pietosamente di fronte al modo con cui nella traduzione viene appellata la divinità silvana al centro della storia (chi vuole capire si veda o riveda il film): "Il Dio bestia". Sarà anche una traduzione fedele, e rimanda a echi medievali molto vaghi, ma nel nostro italiano è una bestemmia bella e buona.
Dubito che nell'equivalente giapponese lo sia. Non si riusciva proprio a trovare un modo alternativo, comunque spirituale ed evocativo, per tradurre il nome dell'essere divino, senza far saltare sulla sedia un buon terzo dell'umanità?
Chiudo con una riflessione: non c'è l'ho con l'esimio traduttore, uno dei tanti che vive nel mito di se stesso e che fa il suo lavoro convinto che sia giusto. A suo modo un santo.
C'è l'ho con la Lucky Red che ha perpetrato per n- volte questo scempio, affidandogli la traduzione di tutti i lungometraggi di Miyazaki.
Mi dicono che il film ora nelle sale non sia stato tradotto da lui: finalmente!
Ultima modifica di Zioruggi il venerdì 29 dicembre 2023, 10:36, modificato 2 volte in totale.
Re: Che film avete visto ieri?
Io personalmente credo sia molto stupido fare un discorso del tipo: “Non faccio adattamenti per gli spettatori, li faccio per dare dignità all’opera originale”, io direi a questo Genio: "Carissimo Gualtiero, dici di non voler fare l'adattamento per gli spettatori, ma hai mai pensato che nelle sale entrano appunti gli "spettatori"? Evidentemente no!"
Ci sono tante diversità, modi di dire e modi di fare tra un paese e un altro, cose che farebbero scompisciare dalle risate a noi non lo farebbero agli inglesi o viceversa, cosi come gli americani o i giapponesi e via dicendo...!
Mi viene sempre in mente quella famosa risposta di Doc a Marty, quando lui gli dice che nel'85 il Presidente è Reagan, "e la First Lady chi è, Jane Wyman?"
In italiano diventa Marilyn Monroe, per ovvi motivi, in Italia all'epoca 1 o 2 persone su 10 conoscevano la Wyman, e la battuta non sarebbe stata afferrata dal pubblico, ecco... un bravo adattatore deve rendere l'idea del discorso e rapportarlo al pubblico che lo sta ascoltando!
Fossilizzarsi sul fare la traduzione fedele all'originale al 100% potrebbe rovinare il film e fargli incassare anche di meno negli altri paesi!
O lo tieni per te o lo porti in giro per il mondo accettando compromessi sull'adattamento del doppiaggio!
Oppure come terza opzione... audio originale coi sottotitoli, ma anche qui perderebbero soldi, perchè il pubblico medio (che poi è quello che in fin dei conti riempie la sala cinematografica) si scoccia di leggere i sottotitoli!
Che sia giusto o sbagliato ognuno può dire la propria, ma di fatto le cose stanno cosi!
Ci sono tante diversità, modi di dire e modi di fare tra un paese e un altro, cose che farebbero scompisciare dalle risate a noi non lo farebbero agli inglesi o viceversa, cosi come gli americani o i giapponesi e via dicendo...!
Mi viene sempre in mente quella famosa risposta di Doc a Marty, quando lui gli dice che nel'85 il Presidente è Reagan, "e la First Lady chi è, Jane Wyman?"
In italiano diventa Marilyn Monroe, per ovvi motivi, in Italia all'epoca 1 o 2 persone su 10 conoscevano la Wyman, e la battuta non sarebbe stata afferrata dal pubblico, ecco... un bravo adattatore deve rendere l'idea del discorso e rapportarlo al pubblico che lo sta ascoltando!
Fossilizzarsi sul fare la traduzione fedele all'originale al 100% potrebbe rovinare il film e fargli incassare anche di meno negli altri paesi!
O lo tieni per te o lo porti in giro per il mondo accettando compromessi sull'adattamento del doppiaggio!
Oppure come terza opzione... audio originale coi sottotitoli, ma anche qui perderebbero soldi, perchè il pubblico medio (che poi è quello che in fin dei conti riempie la sala cinematografica) si scoccia di leggere i sottotitoli!
Che sia giusto o sbagliato ognuno può dire la propria, ma di fatto le cose stanno cosi!
Re: Che film avete visto ieri?
leone510, hai ragione in tutto.
Faccio solo notare una cosa sulla lingua originale con i sottotitoli: anche questi sono una traduzione, e potrebbero essere affetti dallo stesso problema... se fossero affidati a Cannarsi!
Faccio solo notare una cosa sulla lingua originale con i sottotitoli: anche questi sono una traduzione, e potrebbero essere affetti dallo stesso problema... se fossero affidati a Cannarsi!
Ultima modifica di Zioruggi il venerdì 29 dicembre 2023, 10:33, modificato 1 volta in totale.
Re: Che film avete visto ieri?
Ah certo, hai ragione!
- mark-bluray
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Re: Che film avete visto ieri?
Avevo zero aspettative verso "Transformers-Il risveglio" nella cronologica saga dei Transformers si colloca come sequel di "Bumblebee" e invece si è rivelato discreto, intendiamoci nulla di eccezionale ma la sua funzione di intrattenimento lo svolge appieno.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Assassinio a Venezia".
E un thriller esoterico questo terzo e fino ad ora ultimo capitolo della trilogia del celebre detective Poirot dopo un inizio lento il film piano piano cresce di interesse e riesce a strappare la sufficienza (i due precedenti capitoli a me non erano proprio piaciuti), cast discreto e Venezia è sempre affascinante.
E un thriller esoterico questo terzo e fino ad ora ultimo capitolo della trilogia del celebre detective Poirot dopo un inizio lento il film piano piano cresce di interesse e riesce a strappare la sufficienza (i due precedenti capitoli a me non erano proprio piaciuti), cast discreto e Venezia è sempre affascinante.
Re: Che film avete visto ieri?
"Rebel Moon" 2023, Zack Snyder
Quando Guerre Stellari incontra I Sette Samurai (e un po' di 300...).
Questo film è presente sulla piattaforma Netflix, ed è la pima parte di una n-logia (chissà quanti ne sono previsti), di cui la seconda parte uscirà ad aprile.
Il modello è sicuramente Guerre Stellari (a cui rimanda molto nei presupposti della trama, forse anche troppo), anche se nello sviluppo il richiamo ai Sette Samurai (o a I Magnifici Sette, come si preferisce) è evidente. Siamo quindi nella "confort zone" del già visto, il tutto con lo stile enfatico, i colori lividi e la ridondanza visiva dell'autore di "300" e di "Justice League", un regista quindi già navigato sui racconti epici, nel bene e nel male.
Da quanto ne so, è un personaggio divisivo: ha i suoi estimatori e i suoi detrattori, che forse si dividono al 50%.
Io diciamo che non faccio parte della prima schiera, non amo il cinema ridondante, e le forzature nelle trame e nelle forme espressive.
Ad esempio: non sopporto i colori desaturati, lividi che caratterizzano questo (ed gli altri) film di Snyder.
E poi : il 50 % del film sono scene al ralenty. Ma ha avuto un trauma infantile? Mi chiedo perchè adotti questa forma espressiva della sottolineatura tramite l'azione rallentata con tanta enfasi e ripetitività. A mio giudizio sfiora il ridicolo.
Il film ha dei buchi di trama, e la maggior parte dei personaggi sono introdotti a malapena, ma non sviluppati, per cui non si capiscono, non creano l'empatia che forse era nelle mire dell'autore (della storia, della sceneggiatura, della fotografia.... genio o megalomania?). Il target del pubblico comunque non è quello più giovane (o degli eterni adolescenti) di Guerre Stellari: è un film cupo e violento, non un giocattolone chiassoso e divertente com'era il suo capostipite.
Gli effetti speciali non sono il top di gamma: da produzione televisiva, non all'altezza delle grandi produzioni. La CGI si "vede".
Alla fine, date tutte le situazioni accennate e non sviluppate, più che un primo episodio , sembra il primo tempo di un film che sarebbe stato troppo lungo per farlo uscire tutto insieme.
Anche se Snyder ha già minacciato l'uscita, in futuro, di un'unica extended edition dove metterà tutto ciò che ha omesso: come se fosse un altro film in edizione fiume.
E non ne capisco il senso.
Concludendo: dovrebbe essere il filmone di fantascienza che richiama l'attenzione del grande pubblico, e magari lascia il segno. E' il film più visto di Netflix in questo periodo (e ce lo si poteva aspettare), ma non credo che lascerà il segno.
Ora aspettiamo con pazienza e senza ansia aprile per vedere dove va a parare e se qualcosa si aggiusta, o se rimane un deja-vu incompleto, anabolizzato e freddo.
Quando Guerre Stellari incontra I Sette Samurai (e un po' di 300...).
Questo film è presente sulla piattaforma Netflix, ed è la pima parte di una n-logia (chissà quanti ne sono previsti), di cui la seconda parte uscirà ad aprile.
Il modello è sicuramente Guerre Stellari (a cui rimanda molto nei presupposti della trama, forse anche troppo), anche se nello sviluppo il richiamo ai Sette Samurai (o a I Magnifici Sette, come si preferisce) è evidente. Siamo quindi nella "confort zone" del già visto, il tutto con lo stile enfatico, i colori lividi e la ridondanza visiva dell'autore di "300" e di "Justice League", un regista quindi già navigato sui racconti epici, nel bene e nel male.
Da quanto ne so, è un personaggio divisivo: ha i suoi estimatori e i suoi detrattori, che forse si dividono al 50%.
Io diciamo che non faccio parte della prima schiera, non amo il cinema ridondante, e le forzature nelle trame e nelle forme espressive.
Ad esempio: non sopporto i colori desaturati, lividi che caratterizzano questo (ed gli altri) film di Snyder.
E poi : il 50 % del film sono scene al ralenty. Ma ha avuto un trauma infantile? Mi chiedo perchè adotti questa forma espressiva della sottolineatura tramite l'azione rallentata con tanta enfasi e ripetitività. A mio giudizio sfiora il ridicolo.
Il film ha dei buchi di trama, e la maggior parte dei personaggi sono introdotti a malapena, ma non sviluppati, per cui non si capiscono, non creano l'empatia che forse era nelle mire dell'autore (della storia, della sceneggiatura, della fotografia.... genio o megalomania?). Il target del pubblico comunque non è quello più giovane (o degli eterni adolescenti) di Guerre Stellari: è un film cupo e violento, non un giocattolone chiassoso e divertente com'era il suo capostipite.
Gli effetti speciali non sono il top di gamma: da produzione televisiva, non all'altezza delle grandi produzioni. La CGI si "vede".
Alla fine, date tutte le situazioni accennate e non sviluppate, più che un primo episodio , sembra il primo tempo di un film che sarebbe stato troppo lungo per farlo uscire tutto insieme.
Anche se Snyder ha già minacciato l'uscita, in futuro, di un'unica extended edition dove metterà tutto ciò che ha omesso: come se fosse un altro film in edizione fiume.
E non ne capisco il senso.
Concludendo: dovrebbe essere il filmone di fantascienza che richiama l'attenzione del grande pubblico, e magari lascia il segno. E' il film più visto di Netflix in questo periodo (e ce lo si poteva aspettare), ma non credo che lascerà il segno.
Ora aspettiamo con pazienza e senza ansia aprile per vedere dove va a parare e se qualcosa si aggiusta, o se rimane un deja-vu incompleto, anabolizzato e freddo.
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Re: Che film avete visto ieri?
"I Mercenari 4".
Seppur arriva alla sufficienza questo quarto e ultimo film della saga risulta il meno riuscito, Megan Fox è una gioia per gli occhi ma le new entry non funzionano molto e sono sempre i vecchi membri dei tre precedenti film "a tenere in piedi la baracca".
Seppur arriva alla sufficienza questo quarto e ultimo film della saga risulta il meno riuscito, Megan Fox è una gioia per gli occhi ma le new entry non funzionano molto e sono sempre i vecchi membri dei tre precedenti film "a tenere in piedi la baracca".
Re: Che film avete visto ieri?
Perfect Days (Wim Wenders, 2023)
Perfect Days segna il ritorno al cinema di Wim Wenders dopo quasi 5 anni. Non so se anche in questo caso valga la regola secondo la quale il tempo tenda ad affievolire la creatività dei grandi artisti e di sicuro questo lavoro qualche dubbio lo pone, anche se la sensazione è che Wenders, abbandonando alcune derive degli ultimi anni, abbia avuto un vero e proprio sussulto.
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Re: Che film avete visto ieri?
Convincente e godibile (per chi ama il genere) "The Equalizer 3".
Antoine Fuqua dirige Denzel Washington nel terzo e probabilmente ultimo capitolo della trilogia del giustiziere che questa volta và contro la mafia, il film si svolge interamente qui in Italia e fatta eccezione per la bella Dakota Fanning, Denzel è affiancato da tutti attori nostrani tra cui spicca Remo Girone.
Antoine Fuqua dirige Denzel Washington nel terzo e probabilmente ultimo capitolo della trilogia del giustiziere che questa volta và contro la mafia, il film si svolge interamente qui in Italia e fatta eccezione per la bella Dakota Fanning, Denzel è affiancato da tutti attori nostrani tra cui spicca Remo Girone.
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Re: Che film avete visto ieri?
Ho rivisto "Mission Impossible- Dead Reckoning" pur non essendo il miglior episodio della saga rimane comunque un film di notevole fattura.
Re: Che film avete visto ieri?
Amsterdam (2022 - David O. Russel)
Ho approfittato della presenza di questo film sulla piattaforma Prime per vederlo (a rate) nei giorni scorsi.
Non avevo grosse premesse, non sapendo nulla, a priori, di questo film, tranne la conoscenza del regista, autore di almeno tre buoni prodotti negli anni precedenti (The fighter, Il lato positivo e American Hustle), e di un paio di film meno riusciti (Three Kings e Joyce).
Incuriosiva poi il cast, molto ricco e che comprende due attori ormai ciclici per il regista (Christian Bale e Robert De Niro) e altri interpreti di rilievo, tra cui spiccano i co-protagonisti Margot Robbie e John David Washington, figlio di cotanto padre ma che si sta ritagliando una discreta carriera.
Sono rimasto un po' sorpreso durante la visione: il film racconta una storia vera, almeno nei caratteri essenziali, un episodio topico della storia americana, che, ammetto, non conoscevo e probabilmente ignoto ai più ma, a quanto pare, molto significativo: negli anni venti del XX secolo, intorno ad un fatto di cronaca nera (due morti in apparenza accidentali , in realtà due omicidi, tra loro collegati), si dipana una inquietante vicenda di matrice politico-economica che ha visto dei poteri economici occulti di marcato stampo di destra tentare un vero e proprio golpe negli Stati Uniti con il fine di creare una sorta di dittatura sullo stampo di quelle da poco instauratesi in Europa, in particolare in Italia ed in Germania.
Difficile immaginare come sarebbe stata la Storia se tale tentativo fosse andato a buon fine.
Per fortuna, e quasi per caso, la macchinazione è stata svelata e sventata grazie all'operato di tre "tipi qualunque", due uomini e una donna, che poi tanto qualunque non sono, almeno nella narrazione filmica: Russel li dipinge come tre figure ai margini, tre reduci della Grande Guerra che, portando sul proprio corpo e nelle proprie menti i segni fisici e psicologici degli eventi della storia , vivono quasi da emarginati, e vengono dipinti da Russel come una sorta di Freak. La peculiarità del film è che non viene narrato con i toni cupi di una imminente tragedia, ma con un peculiare tono di commedia, quasi farsesco, sfiorando talora il grottesco, e farcendo la storia di una miriade di personaggi border-line.
Lo stile esteriore del film è quasi espressionista, pieno di luci, colori, dettagli (in certi momenti mi ha ricordato quasi un Baz Luhrmann). La storia si snoda con balzi temporali nella parte iniziale, e seguendo la cronologia degli eventi nella seconda parte, in una fantasmagoria di eventi, storie, personaggi che si intrecciano: alla fine, la visione mi è risultata un po' pesante, lo stile grottesco non ha aiutato a dare ritmo al film, che procede a sobbalzi, e tutto risulta a mio avviso un po' troppo "farcito", di situazioni e di personaggi raccontati in modo a volte concitato, con inserti di voce auto-narrante che dovrebbe aiutare a seguire i fatti ma di fatto distrae un po', e con alcune scelte registiche stilose troppo effettistiche.
Sarà che io sono un estimatore del cinema classico (quello della "regia invisibile" alla John Ford o alla Billy Wilder), e forse penalizzato dal fatto che ho spezzettato la visione in quattro tranches, il film non mi ha conquistato, sicuramente meglio per me la seconda parte , in cui si tirano le fila (ed in cui invade la scena De Niro con la sua presenza scenica) della prima parte in cui i vari personaggi vengono introdotti ma che disorienta in una cacofonia di fatti e tipi.
Detto delle mie perplessità sulla scelta registica (comunque particolare, ricca di idee, e un po' disorientante nel voler trattare temi importanti come il razzismo, il disagio dei reduci e il rischio nazi-fascista con tono di commedia grottesca), bisogna riconoscere la presenza di un parco attori ricco, quasi ridondante, su cui spicca il trasformismo fisico e gestuale di Christian Bale, veramente notevole, e la presenza buca-schermo di Margot Robbie (che non è solo molto bella). A mio avviso un po' inferiore Washington, un po' toppo imbambolato, mentre è un po' troppo sopra le righe la coppia Anya Taylor-Joy (comunque brava) e Rami Malek, ma qui penso conti molto lo stile imposto dal manico.
In conclusione: film che non lascia indifferenti, ma complicato da vedere, troppo farcito, troppo "registico". Ho preferito Russel nei lavori precedenti, sempre caratterizzati da un'impronta registica spumeggiante, ma più contenuta, più vicina al cinema "classico" dove la storia raccontata vince sul modo di raccontarla (cito Clint Eastwood versione regista: bisogna rimanere aggrappati alla storia).
Grazie della pazienza per chi ha letto fino alla fine.
Ho approfittato della presenza di questo film sulla piattaforma Prime per vederlo (a rate) nei giorni scorsi.
Non avevo grosse premesse, non sapendo nulla, a priori, di questo film, tranne la conoscenza del regista, autore di almeno tre buoni prodotti negli anni precedenti (The fighter, Il lato positivo e American Hustle), e di un paio di film meno riusciti (Three Kings e Joyce).
Incuriosiva poi il cast, molto ricco e che comprende due attori ormai ciclici per il regista (Christian Bale e Robert De Niro) e altri interpreti di rilievo, tra cui spiccano i co-protagonisti Margot Robbie e John David Washington, figlio di cotanto padre ma che si sta ritagliando una discreta carriera.
Sono rimasto un po' sorpreso durante la visione: il film racconta una storia vera, almeno nei caratteri essenziali, un episodio topico della storia americana, che, ammetto, non conoscevo e probabilmente ignoto ai più ma, a quanto pare, molto significativo: negli anni venti del XX secolo, intorno ad un fatto di cronaca nera (due morti in apparenza accidentali , in realtà due omicidi, tra loro collegati), si dipana una inquietante vicenda di matrice politico-economica che ha visto dei poteri economici occulti di marcato stampo di destra tentare un vero e proprio golpe negli Stati Uniti con il fine di creare una sorta di dittatura sullo stampo di quelle da poco instauratesi in Europa, in particolare in Italia ed in Germania.
Difficile immaginare come sarebbe stata la Storia se tale tentativo fosse andato a buon fine.
Per fortuna, e quasi per caso, la macchinazione è stata svelata e sventata grazie all'operato di tre "tipi qualunque", due uomini e una donna, che poi tanto qualunque non sono, almeno nella narrazione filmica: Russel li dipinge come tre figure ai margini, tre reduci della Grande Guerra che, portando sul proprio corpo e nelle proprie menti i segni fisici e psicologici degli eventi della storia , vivono quasi da emarginati, e vengono dipinti da Russel come una sorta di Freak. La peculiarità del film è che non viene narrato con i toni cupi di una imminente tragedia, ma con un peculiare tono di commedia, quasi farsesco, sfiorando talora il grottesco, e farcendo la storia di una miriade di personaggi border-line.
Lo stile esteriore del film è quasi espressionista, pieno di luci, colori, dettagli (in certi momenti mi ha ricordato quasi un Baz Luhrmann). La storia si snoda con balzi temporali nella parte iniziale, e seguendo la cronologia degli eventi nella seconda parte, in una fantasmagoria di eventi, storie, personaggi che si intrecciano: alla fine, la visione mi è risultata un po' pesante, lo stile grottesco non ha aiutato a dare ritmo al film, che procede a sobbalzi, e tutto risulta a mio avviso un po' troppo "farcito", di situazioni e di personaggi raccontati in modo a volte concitato, con inserti di voce auto-narrante che dovrebbe aiutare a seguire i fatti ma di fatto distrae un po', e con alcune scelte registiche stilose troppo effettistiche.
Sarà che io sono un estimatore del cinema classico (quello della "regia invisibile" alla John Ford o alla Billy Wilder), e forse penalizzato dal fatto che ho spezzettato la visione in quattro tranches, il film non mi ha conquistato, sicuramente meglio per me la seconda parte , in cui si tirano le fila (ed in cui invade la scena De Niro con la sua presenza scenica) della prima parte in cui i vari personaggi vengono introdotti ma che disorienta in una cacofonia di fatti e tipi.
Detto delle mie perplessità sulla scelta registica (comunque particolare, ricca di idee, e un po' disorientante nel voler trattare temi importanti come il razzismo, il disagio dei reduci e il rischio nazi-fascista con tono di commedia grottesca), bisogna riconoscere la presenza di un parco attori ricco, quasi ridondante, su cui spicca il trasformismo fisico e gestuale di Christian Bale, veramente notevole, e la presenza buca-schermo di Margot Robbie (che non è solo molto bella). A mio avviso un po' inferiore Washington, un po' toppo imbambolato, mentre è un po' troppo sopra le righe la coppia Anya Taylor-Joy (comunque brava) e Rami Malek, ma qui penso conti molto lo stile imposto dal manico.
In conclusione: film che non lascia indifferenti, ma complicato da vedere, troppo farcito, troppo "registico". Ho preferito Russel nei lavori precedenti, sempre caratterizzati da un'impronta registica spumeggiante, ma più contenuta, più vicina al cinema "classico" dove la storia raccontata vince sul modo di raccontarla (cito Clint Eastwood versione regista: bisogna rimanere aggrappati alla storia).
Grazie della pazienza per chi ha letto fino alla fine.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Campioni"; gradevole commediola senza troppe pretese con Woody Harrelson nel ruolo di un coach con grandi ambizioni ma anche con un gran caratteraccio che viene però "degradato" ad allenare una squadra di basket di ragazzi disabili mentali.
Re: Che film avete visto ieri?
Maestro (2023, Bradley Cooper)
Biopic datato 2023 presente sulla piattaforma Netflix che segue la storia personale di Leonard Bernstein dal debutto sul podio alla piena maturità.
Da appassionato di musica classica (almeno in gioventù, ora meno per mancanza di tempo) conosco Bernstein come direttore e compositore, ma sapevo poco della sua storia personale e del suo carattere.
Sapevo fosse un ottimo divulgatore, una personalità poliedrica ed un mattatore, e ricordo di aver seguito con passione e interesse la serie delle 9 sinfonie di Beethoven trasmesse dalla RAI sotto la sua direzione negli anni '80.
Il film di Bradley Cooper ne racconta le vicende personali e la sua storia, più di vita che artistica.
Intanto mi ha sorpreso, e piacevolmente, la direzione di Cooper, che da attore nato per ruoli leggeri si è nel tempo ritagliato una dimensione un po' più autoriale (nei limiti), e come regista non insegue i facili successi con film di cassetta ma, finora, ha cercato di raccontare storie anche difficili e con uno stile.
Insomma, per me promosso, per la scelta coraggiosa e per il modo, non banale, con cui l'ha presentata.
Sono meno convinto dai contenuti del film: sapere delle infedeltà omo , delle complesse pulsioni, e dell'irrequietezza di Bernstein sinceramente mi importa poco se fini a sè stesse: se era gay o no, se era fedele o no, se era irrequieto, cangiante e complesso ok, ma se insieme il film avesse anche svelato il suo percorso artistico, il suo modo intimo di vedere la musica, il suo modo di dirigere e di scrivere, la sua poetica.
Invece no: il film si concentra sulle vicende di vita, sui gossip e sulle stranezze di un outsider, ma non sviscera il suo credo musicale, lo racconta vagamente in filigrana attraverso brevi sequenze di direzione e di scuola (ma senza conoscenze tecniche non si apprezza), e attraverso la colonna musicale tutta incentrata sulle sue composizioni.
Alla fine quindi il film è risultato meno interessante di quanto sembrava promettere.
Ho trovato fantastiche invece le performances degli attori, in primis i due protagonisti: Cooper se non altro per il trasformismo fisico, con un make up curatissimo che ne rende quasi un sosia, ma anche con una ricerca capillare del gesto e dell'espressione: bravo Cooper.
Fantastica la prova di Carey Mullighan nei panni della compagna di vita e moglie di Bernstein: veramente notevole la sensibilità con cui ha reso il personaggio, e le fasi più drammatiche della sua vita.
Tirando le somme: film encomiabile nelle intenzioni, anche ben diretto, con prove attoriali esemplari.
Ma poco centrato secondo me: serviva uno sguardo più profondo sull'artista, oltre che sull'uomo.
Biopic datato 2023 presente sulla piattaforma Netflix che segue la storia personale di Leonard Bernstein dal debutto sul podio alla piena maturità.
Da appassionato di musica classica (almeno in gioventù, ora meno per mancanza di tempo) conosco Bernstein come direttore e compositore, ma sapevo poco della sua storia personale e del suo carattere.
Sapevo fosse un ottimo divulgatore, una personalità poliedrica ed un mattatore, e ricordo di aver seguito con passione e interesse la serie delle 9 sinfonie di Beethoven trasmesse dalla RAI sotto la sua direzione negli anni '80.
Il film di Bradley Cooper ne racconta le vicende personali e la sua storia, più di vita che artistica.
Intanto mi ha sorpreso, e piacevolmente, la direzione di Cooper, che da attore nato per ruoli leggeri si è nel tempo ritagliato una dimensione un po' più autoriale (nei limiti), e come regista non insegue i facili successi con film di cassetta ma, finora, ha cercato di raccontare storie anche difficili e con uno stile.
Insomma, per me promosso, per la scelta coraggiosa e per il modo, non banale, con cui l'ha presentata.
Sono meno convinto dai contenuti del film: sapere delle infedeltà omo , delle complesse pulsioni, e dell'irrequietezza di Bernstein sinceramente mi importa poco se fini a sè stesse: se era gay o no, se era fedele o no, se era irrequieto, cangiante e complesso ok, ma se insieme il film avesse anche svelato il suo percorso artistico, il suo modo intimo di vedere la musica, il suo modo di dirigere e di scrivere, la sua poetica.
Invece no: il film si concentra sulle vicende di vita, sui gossip e sulle stranezze di un outsider, ma non sviscera il suo credo musicale, lo racconta vagamente in filigrana attraverso brevi sequenze di direzione e di scuola (ma senza conoscenze tecniche non si apprezza), e attraverso la colonna musicale tutta incentrata sulle sue composizioni.
Alla fine quindi il film è risultato meno interessante di quanto sembrava promettere.
Ho trovato fantastiche invece le performances degli attori, in primis i due protagonisti: Cooper se non altro per il trasformismo fisico, con un make up curatissimo che ne rende quasi un sosia, ma anche con una ricerca capillare del gesto e dell'espressione: bravo Cooper.
Fantastica la prova di Carey Mullighan nei panni della compagna di vita e moglie di Bernstein: veramente notevole la sensibilità con cui ha reso il personaggio, e le fasi più drammatiche della sua vita.
Tirando le somme: film encomiabile nelle intenzioni, anche ben diretto, con prove attoriali esemplari.
Ma poco centrato secondo me: serviva uno sguardo più profondo sull'artista, oltre che sull'uomo.
Ultima modifica di Zioruggi il venerdì 12 aprile 2024, 11:13, modificato 1 volta in totale.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Cani sciolti".
Godibile action-movie del 2013 con due interpreti Denzel Washington e Mark Whalberg in gran forma.
Godibile action-movie del 2013 con due interpreti Denzel Washington e Mark Whalberg in gran forma.
Re: Che film avete visto ieri?
Foglie al vento (Aki Kaurismäki, 2023)
Foglie al vento è un tenero omaggio al cinema classico americano reinventato con stili e modi tipici del regista finlandese. Ancora reperibile nelle sale per chi non lo avesse visto.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Bus 657".
Thriller del 2015 (che per certi versi ricorda "Speed") abbastanza riuscito con un cast di tutto rispetto a partire da Bob De Niro.
Thriller del 2015 (che per certi versi ricorda "Speed") abbastanza riuscito con un cast di tutto rispetto a partire da Bob De Niro.
Re: Che film avete visto ieri?
Non credo di riuscire ormai a vederlo in sala, ma ti ringrazio del consiglio: vedrò di recuperarlo a tempo debito in una visione "home".darkglobe ha scritto: ↑lunedì 12 febbraio 2024, 16:01
Foglie al vento (Aki Kaurismäki, 2023)
Foglie al vento è un tenero omaggio al cinema classico americano reinventato con stili e modi tipici del regista finlandese. Ancora reperibile nelle sale per chi non lo avesse visto.
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Re: Che film avete visto ieri?
Ho rivisto "I Mercenari" pur avendo più difetti che pregi il film rimane comunque godibile.
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Re: Che film avete visto ieri?
Senza infamia e senza lode "Ticket to paradise" commedia romantica di un paio d'anni fà con le due superstar George Clooney e Julia Roberts.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Chi segna vince".
Un irascibile allenatore è costretto ad allenare la peggior nazionale di sempre; ispirata ad una storia vera una commedia sul calcio parzialmente riuscita.
Un irascibile allenatore è costretto ad allenare la peggior nazionale di sempre; ispirata ad una storia vera una commedia sul calcio parzialmente riuscita.
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Re: Che film avete visto ieri?
"Dune-parte 2".
Denis Villeneuve firma un epopea fantascientifica di notevole qualità e grande impatto visivo, cast di primissimo piano; uno dei pochissimi punti a suo sfavore l'eccessiva durata; personalmente continuo a preferire il primo precedente film.
Questa comunque è fantascienza ai massimi livelli come non si vedeva da anni, tecnicamente ai limiti della perfezione.
Denis Villeneuve firma un epopea fantascientifica di notevole qualità e grande impatto visivo, cast di primissimo piano; uno dei pochissimi punti a suo sfavore l'eccessiva durata; personalmente continuo a preferire il primo precedente film.
Questa comunque è fantascienza ai massimi livelli come non si vedeva da anni, tecnicamente ai limiti della perfezione.
Re: Che film avete visto ieri?
"2001 Odissea nello Spazio" (1968, Stanley Kubrick)
Ho rivisto questa pietra miliare del cinema e della fantascienza.
Kubrick è considerato quasi unanimamente uno dei più grandi registi della storia del cinema, secondo alcuni il più grande.
Si è cimentato nei generi reinventandoli e creando pietre di paragone per il futuro genere dopo genere: noir, fantacienza, guerra, melodramma, horror....
Eppure... è un regista che non riesco ad amare. Ovvero, non riesco ad amare molti dei suoi film, pur riconoscendone la genialità e la qualità.
2001 Odissea nello spazio ha delle qualità inimitabili, specialmente dal punto di vista visivo, e specialmente considerando l'anno in cui è stato realizzato.
Lo stacco dal prologo nella preistoria allo spazio è da marziano.
Ma il flim non mi prende.
Mi dispiace. Ho dormito parecchio.
Ho rivisto questa pietra miliare del cinema e della fantascienza.
Kubrick è considerato quasi unanimamente uno dei più grandi registi della storia del cinema, secondo alcuni il più grande.
Si è cimentato nei generi reinventandoli e creando pietre di paragone per il futuro genere dopo genere: noir, fantacienza, guerra, melodramma, horror....
Eppure... è un regista che non riesco ad amare. Ovvero, non riesco ad amare molti dei suoi film, pur riconoscendone la genialità e la qualità.
2001 Odissea nello spazio ha delle qualità inimitabili, specialmente dal punto di vista visivo, e specialmente considerando l'anno in cui è stato realizzato.
Lo stacco dal prologo nella preistoria allo spazio è da marziano.
Ma il flim non mi prende.
Mi dispiace. Ho dormito parecchio.
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Re: Che film avete visto ieri?
"The Marvels".
Discreto e tutto sommato abbastanza divertente questo sequel poco fortunato (dal punto di vista di critica e incassi) di "Captain Marvel", la cattiva in questione è una delle più insulse e inutili del intera saga degli Avengers.
Discreto e tutto sommato abbastanza divertente questo sequel poco fortunato (dal punto di vista di critica e incassi) di "Captain Marvel", la cattiva in questione è una delle più insulse e inutili del intera saga degli Avengers.