Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
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Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
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IL GRINTA
Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper, Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel, Ed Corbin, Nicholas Sadler, Dakin Matthews, Paul Rae, Joe Stevens, Mary Anzalone, Brian Brown, Bruce Green, Mike Watson Titolo originale True Grit. Western, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - USA 2010. - Universal Pictures
Mattie Ross è una quattordicenne fermamente intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l'uomo che ha brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
“I malvagi fuggono quando nessuno li insegue”. Con questo passo dal Libro dei Proverbi si apre il film che rappresenta l'ennesima sfida dei Coen. Questa volta i due registi decidono di confrontarsi al contempo con un genere che hanno (seppure a modo loro) già esplorato (il western) e con un'icona del cinema di nome John Wayne. Non era un'impresa facile realizzare un remake del film di Henry Hathaway che fece vincere l'Oscar al suo protagonista. Ma, come sempre, i Coen riescono a costruire un'opera totalmente personale pur rispettando (più dell'originale) lo spirito del romanzo di Charles Portis a cui la sceneggiatura si ispira.
Già la citazione biblica ne è un segno. Mattie è spinta a cercare giustizia da un carattere assolutamente determinato e lontano dall'iconografia della donna del West (Calamity Jane, Vienna/Joan Crawford e pochi altri esempi a parte) ma anche da un fondamentalismo che ha radici religiose. I Coen eliminano visivamente il prologo proponendo la vicenda come un flashback della memoria della donna Mattie. Una donna divenuta troppo precocemente tale perché nata in un mondo in cui dominano l'ignoranza (“Mia madre sa a malapena fare lo spelling della parola cat”) e la morte.
È un film sul distacco, sulla perdita, sulla separazione Il Grinta. Mattie non bacerà il cadavere del padre (per quanto sollecitata) ma assisterà all'impiccagione di tre condannati due dei quali potranno esprimere il loro pentimento o la loro rabbia. Il terzo non potrà farlo: è un nativo pellerossa. La stessa Mattie però dormirà nella stanza mortuaria accanto ai cadaveri degli impiccati. Da quel momento avrà inizio un lungo percorso in cui Rooster Cogburn, detto Il Grinta, sarà una sorta di disincantato ma al contempo dolente Virgilio pronto a raccontare di sé e del suo confronto quotidiano con una morte inferta o subita. Mattie lo vedrà per la prima volta non mentre arriva in città con i malfattori catturati (come nel film del 1969) ma emergere progressivamente alla visione mentre in tribunale gli viene chiesto conto degli omicidi (a favore della Legge certo ma sempre omicidi) compiuti. Jeff Bridges è perfetto nel rendere quasi tangibile questa figura di uomo della frontiera cinematograficamente in bilico tra la classicità e lo spaghetti-western.
Si lascia The Duke Wayne alle spalle e affronta un viaggio in un genere destinato a proporre, incontro dopo incontro e scontro dopo scontro, una riflessione su un modo di concepire il confronto sociale non poi troppo distante da quello in atto in questi nostri difficili tempi. Perché, non dimentichiamolo, anche il più apparentemente astratto film dei Coen morde sempre (e con grande lucidità) sul presente.
IL GRINTA
Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper, Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel, Ed Corbin, Nicholas Sadler, Dakin Matthews, Paul Rae, Joe Stevens, Mary Anzalone, Brian Brown, Bruce Green, Mike Watson Titolo originale True Grit. Western, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - USA 2010. - Universal Pictures
Mattie Ross è una quattordicenne fermamente intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l'uomo che ha brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
“I malvagi fuggono quando nessuno li insegue”. Con questo passo dal Libro dei Proverbi si apre il film che rappresenta l'ennesima sfida dei Coen. Questa volta i due registi decidono di confrontarsi al contempo con un genere che hanno (seppure a modo loro) già esplorato (il western) e con un'icona del cinema di nome John Wayne. Non era un'impresa facile realizzare un remake del film di Henry Hathaway che fece vincere l'Oscar al suo protagonista. Ma, come sempre, i Coen riescono a costruire un'opera totalmente personale pur rispettando (più dell'originale) lo spirito del romanzo di Charles Portis a cui la sceneggiatura si ispira.
Già la citazione biblica ne è un segno. Mattie è spinta a cercare giustizia da un carattere assolutamente determinato e lontano dall'iconografia della donna del West (Calamity Jane, Vienna/Joan Crawford e pochi altri esempi a parte) ma anche da un fondamentalismo che ha radici religiose. I Coen eliminano visivamente il prologo proponendo la vicenda come un flashback della memoria della donna Mattie. Una donna divenuta troppo precocemente tale perché nata in un mondo in cui dominano l'ignoranza (“Mia madre sa a malapena fare lo spelling della parola cat”) e la morte.
È un film sul distacco, sulla perdita, sulla separazione Il Grinta. Mattie non bacerà il cadavere del padre (per quanto sollecitata) ma assisterà all'impiccagione di tre condannati due dei quali potranno esprimere il loro pentimento o la loro rabbia. Il terzo non potrà farlo: è un nativo pellerossa. La stessa Mattie però dormirà nella stanza mortuaria accanto ai cadaveri degli impiccati. Da quel momento avrà inizio un lungo percorso in cui Rooster Cogburn, detto Il Grinta, sarà una sorta di disincantato ma al contempo dolente Virgilio pronto a raccontare di sé e del suo confronto quotidiano con una morte inferta o subita. Mattie lo vedrà per la prima volta non mentre arriva in città con i malfattori catturati (come nel film del 1969) ma emergere progressivamente alla visione mentre in tribunale gli viene chiesto conto degli omicidi (a favore della Legge certo ma sempre omicidi) compiuti. Jeff Bridges è perfetto nel rendere quasi tangibile questa figura di uomo della frontiera cinematograficamente in bilico tra la classicità e lo spaghetti-western.
Si lascia The Duke Wayne alle spalle e affronta un viaggio in un genere destinato a proporre, incontro dopo incontro e scontro dopo scontro, una riflessione su un modo di concepire il confronto sociale non poi troppo distante da quello in atto in questi nostri difficili tempi. Perché, non dimentichiamolo, anche il più apparentemente astratto film dei Coen morde sempre (e con grande lucidità) sul presente.
Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Pur nn essendo appassionata di film western (ma dei Coen sì) sono rimasta folgorata da questo film...avvincente...Jeff Bridges è immenso!
Sicuramente da rivedere in lingua originale...
Sicuramente da rivedere in lingua originale...
La suprema felicità della vita è il sapere di essere amati per quello che si è, o meglio, di essere amati a dispetto di quello che si è (Victor Hugo)
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Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Un pò a sorpresa, i fratelli Coen riprendono un classico di Henry Hathaway e il risultato è decisamente buono confermando i due come autori versatili e a loro agio con svariati generi cinematografici. Scontata la buona performance di Jeff Bridges (non sfigura al confronto con Wayne), la vera sopresa è l'ottima Hailee Steinfeld giustamente candidata all'Oscar. Breve ma incisivo il ruolo di Josh Brolin, sottotono Damon, forse non adeguato alla parte. Molto buone regia e fotografia per un film che non sarà un capolavoro ma è molto godibile.
Voto 7
Voto 7
Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
anche io come cris non sono appassionato di western, ma dei coen sì. bel film, molto affascinante, anche se i due in passato hanno fatto di meglio. concordo anche sul fatto il film debba essere visto in originale, la voce di bridges l'ho trovata un po' ridicola.
Parola di Roberto Carlino
Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Concordo in pieno... Per me cmq mezzo voto in più!Galbo ha scritto:Un pò a sorpresa, i fratelli Coen riprendono un classico di Henry Hathaway e il risultato è decisamente buono confermando i due come autori versatili e a loro agio con svariati generi cinematografici. Scontata la buona performance di Jeff Bridges (non sfigura al confronto con Wayne), la vera sopresa è l'ottima Hailee Steinfeld giustamente candidata all'Oscar. Breve ma incisivo il ruolo di Josh Brolin, sottotono Damon, forse non adeguato alla parte. Molto buone regia e fotografia per un film che non sarà un capolavoro ma è molto godibile.
Voto 7
Voto: 7,5
Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Io l'ho visto in originale. 2 volte.
A New York senza sottotitoli ho fatto veramente fatica a comprendere Bridges: d'altronde il suo personaggio è talmente bestiale che si esprime in versi come un gorilla vecchio e malandato, ma ancora capace di gesti umani.
Molto classico, si becca la qualifica di film 'minore' dei Coen: ma ce ne fossero di minori così!
A New York senza sottotitoli ho fatto veramente fatica a comprendere Bridges: d'altronde il suo personaggio è talmente bestiale che si esprime in versi come un gorilla vecchio e malandato, ma ancora capace di gesti umani.
Molto classico, si becca la qualifica di film 'minore' dei Coen: ma ce ne fossero di minori così!
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Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Minore? Non so, secondo me con il tempo questo film migliora
Re: Il Grinta (2010) di Ethan e Joel Coen
Mah, secondo me non ha niente a che fare con Fargo, Il grande Lebowski e Crocevia della morte. E neanche con Fratello dove sei? e A serious Man, tanto per citarne alcuni.
Rimane comunque un bel film, ma i Coen li preferisco quando sanno essere più satirici e graffianti
Rimane comunque un bel film, ma i Coen li preferisco quando sanno essere più satirici e graffianti