"The Mist", diretto da Frank Darabont (ancora una volta alle prese con un racconto di Stephen King), si muove in un universo bizzarro a metà tra celluloide, letteratura, cultura pop.
E' un omaggio alla fantasciazenza orrorifica degli anni '50, che al contempo prende qualcosa da Romero (i protagonisti asseragliati in un supermarket), e qualcosa dal primo Cronenberg. E' una di quelle pellicole che probabilmente sarebbero state proiettate nel cinema "Majestic" dell'omonimo, sottovalutato, film di Darabont.
Ma se le premesse e l'incipit sono da serie b, il divertimento non è goliardico, e ben presto l'atmosfera cambia, per lasciare spazio a riflessioni non banali su Dio, la fine del mondo, il caso, la natura umana. E se due ore e dieci paiono troppe per un horror di questo tipo, Darabont riesce a far ricredere anche lo spettatore più cinico: fa montare la tensione lentamente, sino a renderla insostenibile (la sequenza nella farmacia), e nel frattempo costruisce personaggi "veri" e credibili. Prima di un finale raggelante e doloroso (sulle note dei Dead Can Dance), lontano anni luce da quello a cui Hollywood ci ha abituato negli ultimi anni.
Un gioiello da riscoprire, purtroppo ancora inedito in Italia...
Voto: 7/8
ps: ...ma non sul mulo!
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