Terzo e ultimo (per ora) capitolo della serie dedicata a Thor, decisamente il peggiore dei tre. I punti a suo favore rimangono gli straordinari effetti speciali e tutto il comparto tecnico in generale, ma è proprio la caratterizzazione dei personaggi principali che rende il film un pacchiano minestrone che pur avendo delle buone possibilità in partenza di essere “epico”, nel risultato finale è diventato purtroppo un miscuglio di avventura, commedia, battute non sempre di qualità e, come se non bastasse, una specie di videogioco in tutte le parti ambientate nel fantomatico regno di Sakaar.
La minaccia alla stabilità del regno di Asgard stavolta viene dalla liberazione della malvagia Hena, promogenita di Odino, liberatasi in seguito alla morte del padre dopo millenni di prigionia (una quasi irriconoscibile Cate Blanchett, inguainata in tuta spandex con corona a corna di cervo e movenze sexy). Le potenzialità di una autentica cattiva c’erano tutte, ma al personaggio viene dato ben poco spessore, e alla fine risulta quasi anonima nonostante gli sforzi dell’attrice. Ancora peggio va con la relazione tra Thor e suo fratello Loki (sempre più simile a Lord Voldermort), qui ridotto quasi al ruolo di spalla comica alla Bud Spencer e Terence Hill, per capirci, e irrimediabilmente sopra le righe per sembrare credibile nel ruolo del “dio dell’inganno”.
Jeff Goldblum appare ridicolo nel ruolo del Gran Maestro (?) del pianeta-discarica Sakar, effeminato e folle, ma il peggio (forse) arriva con Tessa Thompson, un’attrice afroamericana non particolarmente avvenente, di bassa statura, gambe tozze, tarchiata e dalla fisionomia latina che, udite udite, impersona nientedimeno che una delle Valchirie, le nordiche guerriere vergini dal corpo statuario e dai lunghissimi capelli biondi (per non farsi mancare nulla le note di produzione ci informano che il suo ruolo è modellato sulla più famosa di tutte, Brunilde). Si aggiunga l’atmosfera ultra camp al tutto, insieme a brani rock inseriti nella colonna sonora all’inizio e alla fine (ci sono pure i Led Zeppelin), un Anthony Hopkins/Odino in camicia, giacca e pantaloni che francamente non si può guardare, e si capisce perché alla fine il film è un disastro. Peccato davvero, perché diversi elementi della storia, se sviluppati in modo ben diverso, avrebbero potuto trasformare questa terza parte in un film degno del primo, se non migliore.
Il blu-ray offre una eccellente qualità d’immagine ed un audio di qualità, pur con qualche sbilanciamento solito tra parlato e musiche “emozionanti”.
Ho letto che lo stesso regista di questo “Ragnarok” sta girando il quarto capitolo della saga, che uscirà nel 2022. Per quanto mi riguarda, I film con “Thor” protagonista potevano terminare con il primo titolo, l’unico degno di essere preso in considerazione.
La "Valkiria" Tessa Thompson...