Michèle è una donna non più giovane a capo di una società che progetta videogiochi, ed è abituata a imporsi sugli altri. Odia il padre che da piccola le ha causato un forte trauma, e si è sempre rifiutata di andare a trovarlo in prigione. Un giorno, mentre è sola in casa, viene violentata da uno sconosciuto. Sarà l’inizio di un rapporto molto particolare che la legherà a quest’uomo in modo perverso sino al giorno in cui…
Un’altra galleria di personaggi imperfetti che il regista Paul Verhoeven mette davanti agli occhi dello spettatore, a cominciare proprio da Michèle, che critica la madre ma si comporta come lei, viene stuprata ma va alla ricerca dell’uomo per poi cominciare con lui il gioco del gatto con il topo, con ruoli non necessariamente fissi; anche gli altri personaggi che ruotano attorno a lei hanno tutti almeno un problema da risolvere, e sono spesso vittime e carnefici allo stesso tempo, a seconda della situazione, con qualcuno anche oltre i limiti della stupidità (il figlio nel suo rapporto con la ragazza che ama e il figlio che hanno).
Considerando i premi che il film ha collezionato, francamente le mie aspettative erano piuttosto alte. Purtroppo ho dovuto ricredermi: non che il film sia brutto, ma certo non è un capolavoro. Probabilmente senza una Isabelle Huppert che da sola regge gran parte del film, il film avrebbe avuto un impatto minore. In tanti considerano l’attrice francese algida, fredda, antipatica, ma a me piace molto e in questo lavoro è stata davvero straordinaria.
Il blu-ray offre la buona definizione che ci si aspetta da un film così recente, a parte qualche breve momento “soft” in un paio di scene all’inizio. Il doppiaggio italiano mi è sembrato anch’esso ben fatto, ed è chiaro e ben comprensibile per tutta la durata del film, a riprova dell’attenzione posta nel missaggio con la colonna sonora.