La porta sul buio (1973) di Dario Argento, Luigi Cozzi, Mario Foglietti

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La porta sul buio (1973) di Dario Argento, Luigi Cozzi, Mario Foglietti

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La miniserie di telefilm La porta sul buio è stata ideata da Dario Argento che, fino ad allora, come spiega lo stesso regista nel cappello introduttivo al primo episodio, non si era mai cimentato in un prodotto per la televisione. Ad affiancarlo nella collaborazione e regia, oltre all'amico fidato Luigi Cozzi, Mario Foglietti e Roberto Pariante, in pratica lo stesso team di Quattro mosche di velluto grigio. Senza dimenticare, poi, le fantastiche musiche del pianista e compositore jazz Giorgio Gaslini che, insieme ai Goblin, diverrà un pilastro delle future operazioni cinematografiche di Argento.
Sono telefilm che coniugano il fascino dei vecchi "sceneggiati" Rai, grazie anche alla presenza di attori noti al pubblico dell'epoca, con la modernità dei meccanismi narrativi, meccanismi autoconclusivi piuttosto che seriali.

Il primo episodio, "Il vicino di casa", diretto da Cozzi, si caratterizza per le atmosfere oscure ed angoscianti, con cadenze lente ed ingenuità della trama compensate dall'intensità psicologica delle situazioni in cui sono calati i personaggi. Il colpo di genio finale à la Mario Bava vale da solo la visione.

Il secondo episodio, "Il tram", di Dario Argento, è più "solare", sospeso tra il giallo classico ed il thriller, tra l'ironia e la tensione, ed anche se s'indovina quasi subito chi è l'assassino, ciò non importa, si segue che è un piacere e si riassapora uno stile argentiano dei tempi andati, tuttora rimpianto.

Il terzo episodio, "Testimone oculare", ancora girato da Argento, è una storia ambigua, un po' mistery un po' melò, ma comunque da brivido e con maggior sfoggio di tecnica da parte del regista. Però, ci sono troppe incongruenze nell'azione dei protagonisti, forzature che pesano compromettendo l'equilibrio generale.

Il quarto ed ultimo episodio, "La bambola", porta la firma di Mario Foglietti, ed appare quello forse più debole del lotto. Fa ampio uso di soggettive, ma è meno coinvolgente di quanto ci si aspetti. Nei panni del commissario troviamo un inedito e tutt'altro che convincente Gianfranco D'Angelo. Tuttavia, se si ha pazienza, riserva delle sorprese non da poco.


Ricapitolando, ecco il mio ordine di preferenza:

1) Il tram
2) Il vicino di casa
3) Testimone oculare
4) La bambola

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