I quattro dell'apocalisse (1975) di Lucio Fulci

Pellicole cult e film che hanno fatto la storia del cinema, dalla sua nascita al 1980.

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ARAGORN KING OF GONDOR
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I quattro dell'apocalisse (1975) di Lucio Fulci

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I QUATTRO DELL' APOCALISSE
Genere: Western
Censura: V.M. 14 anni
Anno: 1975
Durata: 104'
Regia: Lucio Fulci
Sceneggiatura: Brett Harte, Ennio de Concini
Interpreti: Tomas Milian, Fabio Testi, Lynne Frederick, Donald O'Brien
Fotografia: Sergio Salvati
Musiche: Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
Produzione: Corata Cinematografica
La scheda su IMDB


TRAMA
Quattro insoliti personaggi (una prostituta incinta, un baro, un alcolizzato ed un ex becchino che dice di parlare coi morti) si trovano a passare una notte in prigione, scampando però ad un massacro collettivo compiuto da una banda di fanatici che vuole ripulire il mondo. Rilasciati dallo sceriffo iniziano un viaggio durante il quale incontreranno Chaco, un personaggio tanto strano quanto ambiguo.


LA CRITICA UFFICIALE
Al secondo western, Fulci si avventura in un terreno crepuscolare senza avere le idee ben chiare. La premessa - un quartetto di disperati, vittime della violenza in un mondo impazzito - è promettente, ma i personaggi della sceneggiatura di Ennio De Concini (dai racconti Francis Brett Harte contenuti in The Luck of Roaring Camp, 1868) sono stereotipati e addirittura zuccherosi. Sorprenderà i fan del regista la sequenza del parto in un villaggio di rudi minatori. Ingiustificata la fama di film maledetto: le sequenze cruente (visibili solo su Dvd americano) sono contenute e necessarie, e anche l'episodio cannibalico è trattato con una leggerezza che non si troverà negli horror successivi.
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IL MEREGHETTI

Imprigionato come baro in una cittadina del West, Stubby Preston (F. Testi) è scarcerato con Bunny (L. Frederick), prostituta incinta, Burt (H. Baird), afroamericano squinternato, e l'ubriacone Clem (M.J. Pollard). Mentre i quattro vagano per zone desertiche, sono raggiunti dal feroce Chaco che violenta la ragazza e ferisce mortalmente Clem. Il nero impazzisce. Bunny muore di parto in un villaggio di minatori che si prendono cura del neonato. Stubby ricerca Chaco e lo ammazza. Uno dei 3 “spaghetti-western” di L. Fulci, e, benché efferato, il migliore anche per merito della sceneggiatura di Ennio De Concini che ha attinto personaggi e situazioni dai racconti di Francis Brett Harte.
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IL MORANDINI

Grande western sadico di Fulci, che non lo considerava completamente riuscito perché non aveva un gran rapporto con De Concini, lo sceneggiatore imposto dalla produzione. "De Concini fece una brutta sceneggiatura. Io tentai di rifarla, ma era difficilissimo, perché De Concini ci credeva e non voleva variazioni di sorta" (Segno Cinema). Detto questo Fulci si scatena citando i quadri di Frederic Remington, fa omaggio a Leone, gira un grande finale ("credo che la cosa migliore siano gli ultimi 800 metri") e, soprattutto, costruisce dei grandi personaggi con attori che lui stesso impone al produttore. [...] Malgrado tutta l'energia spesa da Fulci il film non andò bene. "Quando uscì, non gliene fregò un c*zz* a nessuno, fece un insuccesso totale [...], Frizzi, il produttore, mi disse: 'Be', allora ho perso un po' di tempo...', infatti fu una brutta botta perché il film costò 500 milioni!" (Segno Cinema). Grande colonna sonora di Frizzi-Bixio-Tempera. Il gruppo Cook & Benjamin Franklin, che nasconde ovviamente i tre musicisti più Toni Esposito, Franco Di Lello e Massimo Luca, esegue "Movin' On", "Bonnie (Let's Stay Together)", "Was It All in Vain", "Let Us Pray", "Stubby (You're Down and Out)". Per la versione televisiva vennero tagliate le scene più sadiche, lo scuoiamento e lo stupro. Frase di lancio: "Uno degli unici tre western prodotti sino ad oggi nel mondo che sia vietato ai minori di 18 anni per la sua drammatica, feroce violenza".
STRACULT di Marco Giusti

ALTRE RECENSIONI SUL WEB
Spaghettiwestern.it [contiene SPOILER]
Wikipedia [contiene SPOILER]

RECENSIONE DEL CURATORE DELLA SCHEDA
2° spaghetti western di Lucio Fulci e 28° film della sua carriera, I quattro dell'apocalisse è un film che stravolge completamente i classici cliché dello Spaghetti Western italiano.
Qui non ci sono pistoleri velocissimi, famiglie in lotta o duelli basati sull'onore, nel film di Fulci si uccide per sopravvivere, le pistole sono pochissime e non si vede un duello in tutto il film. Ed è proprio questa la grandezza del film, che disegna (grazie al soggetto di Brett Harte adattato in sceneggiatura da Ennio de Concini) l'altra faccia del West, la faccia dell' «Uccidi per sopravvivere, anche quando è disonorevole». Fulci fa un lavoro straordinario nel tratteggiare i personaggi usando le giuste inquadrature e sporcando quanto basta la fotografia in modo da farlo sembrare un film sporco e cattivo come la psiche di Chaco (interpretato divinamente dal grande Tomas Milian). A mio avviso, l'unico neo del film è la lunghezza delle scene relative al parto, forse un po' troppo prolisse. Molte le idee vincenti, come il bambino della prostituta che porta un po' di luce del cuore di vecchi e cinici minatori, e l'incontro finale di Stubby (ormai completamente solo) e il cane, a rimarcare la solitudine del personaggio. Meraviglioso il finale, un misto di sadismo e tensione che Fulci gira come solo lui sa fare, e con un Chaco (Tomas Milian disse di essersi ispirato a Charles Manson) che non si ravvede neanche prima che Stubby (interpretato da un ottimo Fabio Testi) lo uccida a sangue freddo mentre Chaco è disarmato
VOTO: 6,5

VOTI DEGLI ALTRI UTENTI DEL FORUM
Machina 7
Invisible 5


DATI TECNICI DEL DVD
Produzione: Fabbri Editori Collana "I grandi classici del western all'italiana"
Distribuzione: Fabbri Editori Collana "I grandi classici del western all'italiana"
Codice Area: 2
Visto Censura: V.M. 14 Anni
Tipo DVD: 5 - Singolo lato, singolo strato
Audio: Italiano D.D. 2.0
Sottotitoli: Italiano per non udenti
Formato Video: Aspect ratio 4:3 letterbox 1.85:1
Tipo Confezione: Amaray
Extra: -

QUALITA' DELL'EDIZIONE
Video non pulitissimo (fattore dovuto anche alla fotografia), ma considerando che è un'edizione da edicola è accettabile.
L'audio è un ottimo Dolby Digital 2.0, pulito e chiaro sia nelle voci che nei rumori di sottofondo.
Extra completamente assenti che pregiudicano il voto di un'edizione che avrebbe superato la sufficienza piena.

Video: 5
Audio: 7
Extra: 0
Ultima modifica di ARAGORN KING OF GONDOR il lunedì 22 ottobre 2007, 7:27, modificato 3 volte in totale.
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Messaggio da ARAGORN KING OF GONDOR »

Ecco fatto. Il prima possibile cercherò altre recensioni sul Web e manderò la scannerizzazione a INV
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Messaggio da Machina »

Il Mereghetti scrive: Al secondo western, Fulci si avventura in un terreno crepuscolare senza avere le idee ben chiare. La premessa - un quartetto di disperati, vittime della violenza in un mondo impazzito - è promettente, ma i personaggi della sceneggiatura di Ennio De Concini (dai racconti Francis Brett Harte contenuti in The Luck of Roaring Camp, 1868) sono stereotipati e addirittura zuccherosi. Sorprenderà i fan del regista la sequenza del parto in un villaggio di rudi minatori. Ingiustificata la fama di film maledetto: le sequenze cruente (visibili solo su Dvd americano) sono contenute e necessarie, e anche l'episodio cannibalico è trattato con una leggerezza che non si troverà negli horror successivi.
Voto: **

E Giusti: Grande western sadico di Fulci, che non lo considerava completamente riuscito perché non aveva un gran rapporto con De Concini, lo sceneggiatore imposto dalla produzione. "De Concini fece una brutta sceneggiatura. Io tentai di rifarla, ma era difficilissimo, perché De Concini ci credeva e non voleva variazioni di sorta" (Segno Cinema). Detto questo Fulci si scatena citando i quadri di Frederic Remington, fa omaggio a Leone, gira un grande finale ("credo che la cosa migliore siano gli ultimi 800 metri") e, soprattutto, costruisce dei grandi personaggi con attori che lui stesso impone al produttore. [...] Malgrado tutta l'energia spesa da Fulci il film non andò bene. "Quando uscì, non gliene fregò un c*zz* a nessuno, fece un insuccesso totale [...], Frizzi, il produttore, mi disse: 'Be', allora ho perso un po' di tempo...', infatti fu una brutta botta perché il film costò 500 milioni!" (Segno Cinema). Grande colonna sonora di Frizzi-Bixio-Tempera. Il gruppo Cook & Benjamin Franklin, che nasconde ovviamente i tre musicisti più Toni Esposito, Franco Di Lello e Massimo Luca, esegue "Movin' On", "Bonnie (Let's Stay Together)", "Was It All in Vain", "Let Us Pray", "Stubby (You're Down and Out)". Per la versione televisiva vennero tagliate le scene più sadiche, lo scuoiamento e lo stupro. Frase di lancio: "Uno degli unici tre western prodotti sino ad oggi nel mondo che sia vietato ai minori di 18 anni per la sua drammatica, feroce violenza.
:-21
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Messaggio da Invisible »

Grazie ad Aragorn per la scheda e a Machina per le rece aggiuntive.
Ho fatto le modifiche del caso al primo post.
:-9
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."

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Messaggio da Machina »

Western (ma parlare di western è veramente difficile) personalissimo. Momenti di armonia (a volte patetica, è il caso della sequenza in cui i personaggi si denudano o della sequenza d'amore che segue la morte dell'ubriacone) al passo coi tempi, quelli della controcultura, sono interrotti brutalmente da esplosioni di violenza (si comincia con sparatorie dal sapore peckinpahniano e si continua con torture, stupri e l'episodio di cannibalismo, mentre ci si poteva risparmiare la selvaggina ammazzata per l'occasione). Vita e morte s'incontrano nella commovente (il Fulci che non ti aspetti...) scena del parto in cui la nascita del bimbo è accolta con gioiose pistolettate in aria... il battesimo (non a caso c'è anche il prete) dell'umanità.
voto: 7
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Messaggio da Invisible »

Premessa: ho visto la versione televisiva tagliata, anche se non penso che il mio giudizio cambierebbe di molto. Il film mi ha deluso.

I QUATTRO DELL'APOCALISSE
Il baro Stubby (Fabio Testi), la meretrice Bunny (Lynne Frederick), che è incinta, lo straccione negro Bud (Harry Baird), che dialoga coi defunti, e l'ubriacone Clem (Michael J. Pollard) fanno amicizia in una cella di Salt Flat. Ad un tratto, piombano nella cittadina dei vigilantes incappucciati che la "ripuliscono" con la compiacenza dello sceriffo menefreghista e profittatore. Gli sventurati protagonisti la scampano e, saliti su un calesse, errano nel deserto, incontrano una carovana di mormoni e schivano una cricca di vigliacchi scotennatori. Ma ai quattro raminghi si unisce il messicano Chaco (Tomas Milian), tiratore infallibile ed impavido che, in realtà, è il più carogna di tutti.
Per un terzo, western "zozzo" e "cazzuto" di Fulci. Per i restanti due terzi, il film si affloscia e si rattrappisce: interludio sdolcinato, musichette da telenovela di Vince Tempera & Company, finalino puerile riappiccicato con lo sputo al blocco di partenza.
Tra i ruderi della filmografia fulciana, la pellicola patisce enormemente le sforbiciate della censura, che inficiano anche l'intelligibilità di alcuni passaggi. Comunque, dalla decurtazione all'ipotetico capolavoro ce ne corre.

VOTO: 5
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."

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