Rocky Balboa
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Rocky Balboa
Sylvester Stallone si rispecchia alla perfezione nel personaggio che gli ha dato notorietà mondiale, quel pugile da quattro soldi Rocky Balboa che diede del filo da torcere al campione Apollo Creed.
E a 60 anni suonati vuole dimostrare di avere ancora qualcosa da dire, di avere ancora "qualche cartuccia da sparare".
Lodevole lo sforzo di Stallone per riprendere in mano la sua "creatura". Come il suo Rocky ha deciso di andare controcorrente, e dopo anni di tentativi vani e prese in giro, è riuscito a farsi finanziare questo quinto sequel di una saga che pare non avere fine.
Gli applausi del pubblico e le (incredibili) recensioni positive della stampa americana paiono aver decretato (di nuovo) la sua vittoria.
Ma al di là della scommessa produttiva che c'è di nuovo sotto il sole?
Questo sesto episodio ci presenta un Rocky invecchiato, vedovo e appesantito, che gestisce un ristorante folcloristico chiamato Adrian's.
Ha un rapporto conflittuale con il figlio, e non riesce a liberarsi dai fantasmi del passato.
Così, dopo una simulazione computerizzata che lo antepone all'attuale campione dei pesi massimi, dandolo per sicuro vincitore, decide di rimettersi in forma, e tornare sul ring. Contro il parere di tutti.
Stallone torna alle atmosfere del primo episodio, ambientando il film nei freddi sobborghi di Philadelphia, e cerca un tono sommesso e commosso.
Ma il problema principale del film non è solo che tutto sa di già visto e stra visto, ma che la retorica e la melassa abbondano in dosi davvero indigeste.
Così dopo il cinquantesimo pistolotto di Rocky sull'importanza del "credere in se stessi", del "rialzare sempre la testa" e della proverbiale "seconda chance che in America non si nega a nessuno", si guarda un po' spazientiti l'orologio, e magari accorgendosi che il minutaggio segna oltre 60 minuti di durata già trascorsa, si inizia a rimpiangere il cattivone ultra trash Ivan Drago che sussurra "ti spiezzo in due!".
Stallone non è mai stato un granchè come regista, e qui fatica a trovare il ritmo giusto. L'inizio è lento e prolisso, mentre tutta la seconda parte del film, con l'allenamento del vecchio campione e l'incontro a Las Vegas, è tirata via e priva di ogni suspance.
Tutto si risolve secondo le soluzioni più facili e accomodanti, senza pathos: il rapporto con il figlio che si sente adombrato dalla figura paterna, il ricordo di Adriana...
Questo Rocky del nuovo millennio, ingrassato e liftato che sembra di plastica, suscita più compassione che simpatia, e non è una gran bella cosa. Magari i fan del primo film proveranno un brivido lungo la schiena rivedendo la mitica scena della corsa lungo la scalinata accompagnata dal theme di Bill Conti, ma il buon cinema è un'altra cosa.
Insomma, un 6 per la buona volontà, ma un 4 all'esecuzione. La media mi pare ovvia.
E a 60 anni suonati vuole dimostrare di avere ancora qualcosa da dire, di avere ancora "qualche cartuccia da sparare".
Lodevole lo sforzo di Stallone per riprendere in mano la sua "creatura". Come il suo Rocky ha deciso di andare controcorrente, e dopo anni di tentativi vani e prese in giro, è riuscito a farsi finanziare questo quinto sequel di una saga che pare non avere fine.
Gli applausi del pubblico e le (incredibili) recensioni positive della stampa americana paiono aver decretato (di nuovo) la sua vittoria.
Ma al di là della scommessa produttiva che c'è di nuovo sotto il sole?
Questo sesto episodio ci presenta un Rocky invecchiato, vedovo e appesantito, che gestisce un ristorante folcloristico chiamato Adrian's.
Ha un rapporto conflittuale con il figlio, e non riesce a liberarsi dai fantasmi del passato.
Così, dopo una simulazione computerizzata che lo antepone all'attuale campione dei pesi massimi, dandolo per sicuro vincitore, decide di rimettersi in forma, e tornare sul ring. Contro il parere di tutti.
Stallone torna alle atmosfere del primo episodio, ambientando il film nei freddi sobborghi di Philadelphia, e cerca un tono sommesso e commosso.
Ma il problema principale del film non è solo che tutto sa di già visto e stra visto, ma che la retorica e la melassa abbondano in dosi davvero indigeste.
Così dopo il cinquantesimo pistolotto di Rocky sull'importanza del "credere in se stessi", del "rialzare sempre la testa" e della proverbiale "seconda chance che in America non si nega a nessuno", si guarda un po' spazientiti l'orologio, e magari accorgendosi che il minutaggio segna oltre 60 minuti di durata già trascorsa, si inizia a rimpiangere il cattivone ultra trash Ivan Drago che sussurra "ti spiezzo in due!".
Stallone non è mai stato un granchè come regista, e qui fatica a trovare il ritmo giusto. L'inizio è lento e prolisso, mentre tutta la seconda parte del film, con l'allenamento del vecchio campione e l'incontro a Las Vegas, è tirata via e priva di ogni suspance.
Tutto si risolve secondo le soluzioni più facili e accomodanti, senza pathos: il rapporto con il figlio che si sente adombrato dalla figura paterna, il ricordo di Adriana...
Questo Rocky del nuovo millennio, ingrassato e liftato che sembra di plastica, suscita più compassione che simpatia, e non è una gran bella cosa. Magari i fan del primo film proveranno un brivido lungo la schiena rivedendo la mitica scena della corsa lungo la scalinata accompagnata dal theme di Bill Conti, ma il buon cinema è un'altra cosa.
Insomma, un 6 per la buona volontà, ma un 4 all'esecuzione. La media mi pare ovvia.
Ultima modifica di vegeta85 il domenica 14 gennaio 2007, 12:18, modificato 2 volte in totale.
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Grandioso, è il film a cui continui a pensare una volta finito di vederlo, è tutto così malinconico (Stallone e Paulie alla pista da ghiaccio), degradato (il quartiere a pezzi, la sua statua rimossa dalla cima delle scale) ma è anche fuori dal tempo perchè Rocky Balboa è uno di quei film che non si vedevano da un paio di decenni e che oramai non si vedranno più, è fuori dal tempo come lo è lo stesso ristorante di Rocky ed il suo furgone.
Nessun particolare è lasciato al caso, tutto è focalizzato sul lato umano del personaggio, anche il semplice avvitare una lampadina è un fiume di emozioni.Se la passione non manca anche il lato tecnico non è da meno, la fotografia lascia a bocca aperta.
Nessun particolare è lasciato al caso, tutto è focalizzato sul lato umano del personaggio, anche il semplice avvitare una lampadina è un fiume di emozioni.Se la passione non manca anche il lato tecnico non è da meno, la fotografia lascia a bocca aperta.
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Al secondo dialogo Rocky mi aveva già messo k.o.!
Già mi immagino la lista delle scene da scorrere nel dvd:
-Rocky fa la spesa
-Rocky tira giù la sedia dall'albero e si addormenta al cimitero
-Rocky va al canile
-Rocky serve ai tavoli
-Castagna
-Rocky jr. si scazza
-Rocky c'ha un'erezione dopo un trent'anni dall'ultima
-L'allenamento
-Sfida Finale
E su imdb già ci sono le memorable quotes:
Barista: Rocky come va?
Rocky: Bene...
Barista: Bravo
E mentre tornavo a casa avevo il terrore di incontrarlo:
Mi avrebbe attaccato una pezza infinita e non me ne sarei più liberato del caro vecchio rocky.
Nel film ad un certo punto esclama "ma come mi è venuta questa"?
Me lo chiedo anch'io, ma come ti sono venuti fuori certi dialoghi stallone?
Voto: 4.5
Già mi immagino la lista delle scene da scorrere nel dvd:
-Rocky fa la spesa
-Rocky tira giù la sedia dall'albero e si addormenta al cimitero
-Rocky va al canile
-Rocky serve ai tavoli
-Castagna
-Rocky jr. si scazza
-Rocky c'ha un'erezione dopo un trent'anni dall'ultima
-L'allenamento
-Sfida Finale
E su imdb già ci sono le memorable quotes:
Barista: Rocky come va?
Rocky: Bene...
Barista: Bravo
E mentre tornavo a casa avevo il terrore di incontrarlo:
Mi avrebbe attaccato una pezza infinita e non me ne sarei più liberato del caro vecchio rocky.
Nel film ad un certo punto esclama "ma come mi è venuta questa"?
Me lo chiedo anch'io, ma come ti sono venuti fuori certi dialoghi stallone?
Voto: 4.5
A me e' piaciuto molto. Curioso che citi la ricerca della felicita', allo stesso modo in cui la cita il fiulm di Muccino. Quello davvero scontato e prolisso, Rocky invece e' stato emozionante, in sala applausi a scena aperta, ma ovviamente era tutta una legione di gente venuta su con Rocky.
Stallone ci credeva e si e' visto, degno epilogo della saga: ironico, malinconico ed eroico. Forse, un po' tirato via l'incontro...ma non sono piu' gli anni 70 e i ritmi sono serrati. Quindi...scelta condivisa in ogni caso.
Voto 7
Stallone ci credeva e si e' visto, degno epilogo della saga: ironico, malinconico ed eroico. Forse, un po' tirato via l'incontro...ma non sono piu' gli anni 70 e i ritmi sono serrati. Quindi...scelta condivisa in ogni caso.
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Rocky Balboa
Voto 7+
Una parabola, sincera e convinta, degno epilogo per un personaggio ormai entrato nell'immaginario collettivo.
Faccio una premessa: le (poche) critiche al film vengono mosse alla retorica della sceneggiatura. Quindi: non andate a vedere questo film se vi aspettate la drammaticità di Dancer in the Dark o se volete riflettere sulle tragedie della vita o sul suicidio, perchè Stallone punta ai buoni sentimenti.
Detto questo, il mio parere è che con questo quinto seguito, si sia riusciti a tornare ai (grandiosi) livelli del primo Rocky, ricalcando malinconicamente le atmosfere urbane della Philadelphia del protagonista. Un uomo incompleto, attaccato al passato, in conflitto con la curva discendente della sua vita e più che mai convinto di dover dimostrare ancora qualcosa a sè stesso. Ci crede tanto Stallone in questo Rocky vecchio ma non stanco, e si vede. Fiducioso, duro e inscalfibile, eppure scopre di essere diventato lui stesso il suo passato. Nonostante la regia zoppichi un po' in alcuni momenti e certe parti risultino troppo lente, la sceneggiatura è coinvolgente: Stallone non cerca di convincerci di essere ancora l'invulnerabile macchina di 30 anni prima, bensì offre ad ognuno di noi la possibilità di credere che si possa vivere il presente andando avanti, senza mai voltarsi indietro con rimpianto, perchè "è finita solo quando è finita". C'è orgoglio negli occhi maturi di Rocky, c'è veramente una profonda fiducia in sè stesso, c'è un sorriso in ogni battuta che si rivolge al suo passato, c'è un tentativo di dare un senso al suo personaggio, senso che si era perso per strada e che ora ottiene finalmente giustizia. Senza essere ruffiano riesce a essere commovente (complice il main theme eseguito con il pianoforte, straordinario) e ad avere dialoghi curati e adulti (tra l'altro penalizzati da un doppiaggio osceno). Il finale poi chiude in maniera celebrativa e grandiosa un cerchio che meritava davvero un finale così, e ce lo meritavamo pure noi. Perchè tutti noi siamo stati o saremo un po' Rocky nella nostra vita. Quando si allena, quando si scoraggia, quando sta per cadere a tappeto e quando inesorabilmente si rialza. E il risultato dell'incontro conta poco quando sei realmete realizzato. Bravo Stallone.
Rocky Balboa è un film molto buono, ma questo (e io spero di riuscire a tenerlo sempre a mente) non è sempre un difetto.
Voto 7+
Una parabola, sincera e convinta, degno epilogo per un personaggio ormai entrato nell'immaginario collettivo.
Faccio una premessa: le (poche) critiche al film vengono mosse alla retorica della sceneggiatura. Quindi: non andate a vedere questo film se vi aspettate la drammaticità di Dancer in the Dark o se volete riflettere sulle tragedie della vita o sul suicidio, perchè Stallone punta ai buoni sentimenti.
Detto questo, il mio parere è che con questo quinto seguito, si sia riusciti a tornare ai (grandiosi) livelli del primo Rocky, ricalcando malinconicamente le atmosfere urbane della Philadelphia del protagonista. Un uomo incompleto, attaccato al passato, in conflitto con la curva discendente della sua vita e più che mai convinto di dover dimostrare ancora qualcosa a sè stesso. Ci crede tanto Stallone in questo Rocky vecchio ma non stanco, e si vede. Fiducioso, duro e inscalfibile, eppure scopre di essere diventato lui stesso il suo passato. Nonostante la regia zoppichi un po' in alcuni momenti e certe parti risultino troppo lente, la sceneggiatura è coinvolgente: Stallone non cerca di convincerci di essere ancora l'invulnerabile macchina di 30 anni prima, bensì offre ad ognuno di noi la possibilità di credere che si possa vivere il presente andando avanti, senza mai voltarsi indietro con rimpianto, perchè "è finita solo quando è finita". C'è orgoglio negli occhi maturi di Rocky, c'è veramente una profonda fiducia in sè stesso, c'è un sorriso in ogni battuta che si rivolge al suo passato, c'è un tentativo di dare un senso al suo personaggio, senso che si era perso per strada e che ora ottiene finalmente giustizia. Senza essere ruffiano riesce a essere commovente (complice il main theme eseguito con il pianoforte, straordinario) e ad avere dialoghi curati e adulti (tra l'altro penalizzati da un doppiaggio osceno). Il finale poi chiude in maniera celebrativa e grandiosa un cerchio che meritava davvero un finale così, e ce lo meritavamo pure noi. Perchè tutti noi siamo stati o saremo un po' Rocky nella nostra vita. Quando si allena, quando si scoraggia, quando sta per cadere a tappeto e quando inesorabilmente si rialza. E il risultato dell'incontro conta poco quando sei realmete realizzato. Bravo Stallone.
Rocky Balboa è un film molto buono, ma questo (e io spero di riuscire a tenerlo sempre a mente) non è sempre un difetto.
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Il cinema è pieno di film intrisi di retorica e buoni sentimenti, che però funzionano, e non risultano stucchevoli. Pensa per esempio a come il tema del "vecchio" che non si arrende alla vita e vuole dimostrare il suo valore, che mi pare fondamentale in questo film, viene affrontato nel cinema di Clint Eastwood.hollywoodlady ha scritto:Quindi: non andate a vedere questo film se vi aspettate la drammaticità di Dancer in the Dark o se volete riflettere sulle tragedie della vita o sul suicidio, perchè Stallone punta ai buoni sentimenti.
Di certo sapevo a cosa andavo incontro con la visione di questo "Rocky", e Stallone mi fa simpatia perchè si vede che ci crede in quello che fa. Ma la sceneggiatura è troppo prevedibile e sbilanciata per rendere questo sequel davvero memorabile.
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intanto il buon vecchio Rocky conferma l'appeal che nel nostro paese:
2 milioni e 800 mila euro incassati nei primi tre giorni in sala. Il film è secondo dietro la coppia Muccino-Smith, ma fa arretrare blockbuster come il nuovo 007 e "Apocalypto".
2 milioni e 800 mila euro incassati nei primi tre giorni in sala. Il film è secondo dietro la coppia Muccino-Smith, ma fa arretrare blockbuster come il nuovo 007 e "Apocalypto".
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Mi aspettavo questo esempio!vegeta85 ha scritto:Il cinema è pieno di film intrisi di retorica e buoni sentimenti, che però funzionano, e non risultano stucchevoli. Pensa per esempio a come il tema del "vecchio" che non si arrende alla vita e vuole dimostrare il suo valore, che mi pare fondamentale in questo film, viene affrontato nel cinema di Clint Eastwood.hollywoodlady ha scritto:Quindi: non andate a vedere questo film se vi aspettate la drammaticità di Dancer in the Dark o se volete riflettere sulle tragedie della vita o sul suicidio, perchè Stallone punta ai buoni sentimenti.
Eastwood è un regista molto più caparbio (ora) di Stallone e la cosa pesa nelle sue opere. Ed è un autore molto più amaro che non si lascia facilmente andare e a cui piace sferrare colpi nello stomaco al pubblico. Stallone è ammirevole per la dolce e ironica rinuncia alla sua giovinezza, da cui pretende però un ultimo round. Stucchevole? forse, ma imho funziona. La mia premessa non era una provocazione, semplicemente una constatazione che le critiche al film mosse da te e music facevano leva solo sulla stucchevolezza della sceneggiatura.
venerdi da me era impossibile prendere i biglietti!!!! Tutto esaurito ore prima. Ieri sono entrato per miracolo....vegeta85 ha scritto:intanto il buon vecchio Rocky conferma l'appeal che nel nostro paese:
2 milioni e 800 mila euro incassati nei primi tre giorni in sala. Il film è secondo dietro la coppia Muccino-Smith, ma fa arretrare blockbuster come il nuovo 007 e "Apocalypto".
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piaciuto moltissimo a vivimilano (la cui rece è in linea con quella di P.M. Bocchi)
Con struggente e mortuario disincanto, Stallone, l'ultimo eroe proletario, dà l'addio al suo Rocky uscendo di scena come un fantasma eastwoodiano. Fa i conti retorici ma onesti con una società in cui valori come coraggio e dignità sembrano essersi dissolti, riflette sulle moderne modalità di filmare (il match è girato tutto in digitale) e sulla persistenza del mito. Con una scheggia di magnifico cinema fuori dal tempo e oltre la critica. (f.m.)
Con struggente e mortuario disincanto, Stallone, l'ultimo eroe proletario, dà l'addio al suo Rocky uscendo di scena come un fantasma eastwoodiano. Fa i conti retorici ma onesti con una società in cui valori come coraggio e dignità sembrano essersi dissolti, riflette sulle moderne modalità di filmare (il match è girato tutto in digitale) e sulla persistenza del mito. Con una scheggia di magnifico cinema fuori dal tempo e oltre la critica. (f.m.)
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Ho visto il film lunedì sera.
Non male, mi aspettavo molto peggio...anzi direi che non mi è dispiaciuto affatto.
Per me supera abbondantemente la sufficienza.
Volevo segnalare una scena curiosa:
Avete visto il cameo di Tyson ? Sembrava molto più vecchio e malridotto di Rocky ( e Stallone ha 60 anni) !
Non male, mi aspettavo molto peggio...anzi direi che non mi è dispiaciuto affatto.
Per me supera abbondantemente la sufficienza.
Volevo segnalare una scena curiosa:
Avete visto il cameo di Tyson ? Sembrava molto più vecchio e malridotto di Rocky ( e Stallone ha 60 anni) !
"Nessuno è il mio nome: Nessuno mi chiamano padre e madre e tutti quanti i compagni" (Odissea, IX)
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Pienamente d'accordo, anche io ho apprezzato la regia del match.vegeta85 ha scritto: Fa i conti retorici ma onesti con una società in cui valori come coraggio e dignità sembrano essersi dissolti, riflette sulle moderne modalità di filmare (il match è girato tutto in digitale) e sulla persistenza del mito. (f.m.)[/i]
visto anch'io. Di sicuro ho apprezzato l'onesta del tutto. Stallone sembra aver capito che tipo di approccio avere per evitare che il film risulti stantìo o peggio ridicolo. Io l'ho trovato quasi toccante, il primo tempo è molto "intimista" e ho anche apprezzato il modo in cui il film segue la vita quotidiana dell'ex pugile. Il finale scade un po' più nel "tradizionale", però è comunque costruito ad arte e il match ti porta davvero a tifare per Rocky. E perlomeno non ci si ritrova d'avanti alla solita cosa "Rocky le prende, poi si riprende e vince". Devo quindi dar ragione a chi accostava il film al primo della serie più che ai seguiti(che comunque non vengono affatto rinnegati). Insomma, in fin dei conti una bella storia su di un uomo che sente di essere arrivato al tramonto ma che ha ancora la forza dentro e non vuole abbandonarsi.
Azzarderei un 7-(sarebbe 7 se il finale fosse stato più "carico" e meno "liscio") perchè mi ha fatto molta simpatia, soprattutto quando dice al figlio "Guarda che io ti spiezzo in due!".
Diciamo che se riesce a riportare ai fasti del primo film anche il personaggio di "Rambo" allora "Pearl of the Cobra" potrebbe non essere un insulto.
Azzarderei un 7-(sarebbe 7 se il finale fosse stato più "carico" e meno "liscio") perchè mi ha fatto molta simpatia, soprattutto quando dice al figlio "Guarda che io ti spiezzo in due!".
Diciamo che se riesce a riportare ai fasti del primo film anche il personaggio di "Rambo" allora "Pearl of the Cobra" potrebbe non essere un insulto.
a me il film e' piaciuto.. esaltato in alcuni punti.. risentire quelle musiche...
insomma un perfetto tuffo nel passato.. , non dico che il film sia un capolavoro... ma ripeto e' un qualcosa che mi ha riportato indietro , e questi "effetti" a me sono cari...
cmq mi e' parso un film autobiografico , ossia , che lui voglia dire ...ehi avro' 60 anni, ma io esisto ancora..datemi una chance
insomma un perfetto tuffo nel passato.. , non dico che il film sia un capolavoro... ma ripeto e' un qualcosa che mi ha riportato indietro , e questi "effetti" a me sono cari...
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"Meglio Bruciarsi che Spegnersi Lentamente" Kurt Donald Cobain
"Ohi che vita sopraffina quando c'e' in giro qualche bianca mutandina" Gigi La Trottola (Dash Kappei)
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- Franny Glass
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- Località: Middlesex and London Below
Avete fatto caso al doppiaggio?
La doppiatrice di Marie mi è sembrata pessima, ma anche il resto del cast non è che fosse doppiato alla perfezione.
La doppiatrice di Marie mi è sembrata pessima, ma anche il resto del cast non è che fosse doppiato alla perfezione.
You told us of your new life there
you got someone coming 'round
Gluing tinsel to your crown
He's got you talkin' pretty loud
Berate remember
Your ailing heart and your criminal eyes
You say you're still in love
If it's true, what can be done?
It's hard to leave all these moments behind
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Berate remember
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