...e posto una delle mie rece "a braccio", cioè presa dall'archivio dei miei appunti (un malloppone infinito) e non ancora del tutto sistemata.
Mi è venuta voglia di tracciare una personale linea di demarcazione tra un film di "ieri" e il suo remake odierno (sapete che i remake mi fanno venire l'orticaria...). Perciò, parlo di King Kong, quello "vero" del '33, di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack.
Se qualcuno vorrà, potrà parlare del remake del 2005 di Peter Jackson (che manco ho visto e non m'interessa di vedere
), cercando di reggere il paragone, se ci riesce...KING KONG (1933)
"Anche la grande bestia era feroce, era padrona del mondo, ma quando vide la bella ne fu preso, s'intenerì, dimenticò la sua forza e i pigmei la vinsero".
King Kong, presentato come "l'ottava meraviglia del mondo", è la star di questo Cult Movie che celebra il mito più famoso: la bella e la bestia. Un "viaggio pazzesco", organizzato da un produttore megalomane che vuole fare un nuovo film, "qualcosa di mai visto e sentito", con tanto di eroina femminile, per entusiasmare e deliziare il pubblico. "Quattrini, avventura e la gloria", il motto del produttore.
Il regno di Kong è un'isola stretta in una morsa di terrore e divisa in due dal gigantesco muro che è stato costruito dagli indigeni per difesa. Si tratta di una superstizione; ma se è realtà, occorre riprenderla, farne un film!
Cinema per il cinema, perciò l'attrice prova le pose e le situazioni che la vedranno poi coinvolta davvero. Simulare il terribile e viverlo sulla scena reale. Cineprese, troùpe, mentre l'isola costituisce la scenografia naturale. "Che spettacolo!", esclama il produttore; e poi si allontana fischiettando allorché gli indigeni si mostrano bellicosi.
Non privo d'ingenuità, ma comunque ricco di fascino, un classico. I dinosauri in stop motion fanno quasi tenerezza, ma le imprese tra la fauna e la flora preistoriche della giungla rappresentano i momenti topici.
L'attaccamento del colossale scimmione alla ragazza è pari alla mania del produttore nel volerlo catturare per realizzare il suo "Colossal" cinematografico: "Tutto il mondo pagherà per vederlo". Le insegne di Broadway brilleranno per annunciare "Kong, l'ottava meraviglia del mondo". Non è più un film, è un'esposizione da luna park per soddisfare la curiosità degli astanti, perché "vedere è credere".
Ma non tutti riescono a sopportare la luce dei riflettori...
La donna è la preda ambita di Kong, che la strappa al suo salvatore e futuro sposo. Poi i riflettori verranno puntati sull'Empire, la furia della belva è incontenibile, vuole reimporre la sua supremazia di "Re".
L'epilogo è una sorta di atto "sacrificale" al contrario: la bestialità che s'inchina alla bellezza.
VOTO: 9
"Shock Treatment" seguito del ben più meritevole "Rocky Horror Picture Show".
) e soprattutto un fisico ancora da urlo mette, appunto, anima e corpo in un personaggio che solo lui poteva interpretare: l'Oscar sarebbe stato meritatissimo, secondo me.
non si fa 
