Bel film (che cercavo da tempo in italiano) diretto da Philip Dunne e girato in Cinemascope, che mischia - come già intuibile dal titolo - sentimento e tragedia, ovvero le difficoltà amorose nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale. A una prima ora più melodrammatica, ambientata lontano dai campi di battaglia, ne segue una seconda che si svolge principalmente sul fronte giapponese.
I protagonisti sono tre giovani marines, differenti caratterialmente e provenienti da diversi stati sociali. Bradford Dillman è di buona famiglia e proviene dagli ambienti intellettuali; è un professore in contrasto sia con il padre che con la fidanzata (una bellissima Dana Wynter), che proprio la sera prima di partire trova conforto in un'infermiera hawaiana (France Nuyen). Robert Wagner è uno scapestrato con il vizio dell'alcool, senza ideali né fede in Dio, pure lui con tensioni familiari (il patrigno lo ritiene un buono a nulla). Jeffrey Hunter è un sergente serio e preparato, fin troppo ligio al dovere: neanche la notizia di sua moglie (Hope Lange) incinta lo farà desistere dal prendere parte a una pericolosa missione di guerra.
Lo consiglio soprattutto a chi apprezza quelle pellicole tipicamente anni 50 a metà tra melodramma e film di guerra, un filone americano che ha probabilmente in "Da qui all'eternità" il suo rappresentante più noto.
