Leoni per agnelli (2007) di Robert Redford
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Leoni per agnelli (2007) di Robert Redford
Visto ieri sera, bel film, merita sicuramente la visione. un bel 7
p.s. A tom hanno ridato la sua voce!!!!!
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Uff...
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
"It's the most horrible thing I've ever seen in my life!"
THE CINEPUZZLE
"It's the most horrible thing I've ever seen in my life!"
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- Dick Laurent
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No, non mi riferivo al film...Galbo ha scritto:nel senso che credi sia noioso ?Invisible ha scritto:Uff...
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E' un indovinello...
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al fatto che si dovrebbero rispettare i tag per il titolo, altrimenti il Nostro deve farsi un mazzo tanto ogni volta
(continuate a sbagliare i titoli e fatelo lavorare questo moderatore! )
Sul film. Senza dubbio sarà un film di parola, sul "grande" ho già qualche riserva. La trappola della retorica e dell'indottrinamento (il punto non è se si tratta di un cinema della parola, ma come e con quali intenzioni si usano le parole) è già stata evidenziata dai più, quindi.
(continuate a sbagliare i titoli e fatelo lavorare questo moderatore! )
Sul film. Senza dubbio sarà un film di parola, sul "grande" ho già qualche riserva. La trappola della retorica e dell'indottrinamento (il punto non è se si tratta di un cinema della parola, ma come e con quali intenzioni si usano le parole) è già stata evidenziata dai più, quindi.
Non ti preoccupare, non hai nulla di cui scusarti.mauri23 ha scritto:Scusa Invisible, errore mio nel titolo del topic.
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- Galbo
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Film importante, Leoni per agnelli è un'opera coraggiosamente politica ed ottimo esempio di cinema che (al di là come la si pensa) può essere adoperata come spunto per discussioni che è poi il fine ultimo del cinema di impegno civile. Film costruito attraverso i dialoghi con una bella sceneggiatura ed ottime interpretazioni.
Voto 7,5
Voto 7,5
Le mie riserve vertono principalmente su Redford regista, inveceMachina ha scritto:
Sul film. Senza dubbio sarà un film di parola, sul "grande" ho già qualche riserva.
Lo stimo come attore e come rappresentante di una certa Hollywood, ma tutti i film che ha diretto mi hanno sempre lasciato abbastanza freddo (escludo Gente Comune, che non ricordo).
Poi ha 'sta fissa della fotografia flou, perfetta per nascondere le rughe agli attori attempati e ai nostri leader politici ma che personalmente mi infastidisce.
Say, where did I see this guy?
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Saluti, B.
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- vegeta85
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"Gente Comune" è un buon film, a me è piaciuto molto pure "Quiz Show", ma a parte questo non mi ha mai detto molto come registaBarbazza ha scritto:Le mie riserve vertono principalmente su Redford regista, inveceMachina ha scritto:
Sul film. Senza dubbio sarà un film di parola, sul "grande" ho già qualche riserva.
Lo stimo come attore e come rappresentante di una certa Hollywood, ma tutti i film che ha diretto mi hanno sempre lasciato abbastanza freddo (escludo Gente Comune, che non ricordo).
I could live without so much
I can die without a clue
Sun keeps risin' in the west
I keep on wakin' fully confused
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I keep on wakin' fully confused
Sì, Quiz Show e' il suo migliore: ma tra Milagro, Bagger Vance e In mezzo scorre il fiume non so qual'e' piu' palloso...no, lo so: Bagger Vancevegeta85 ha scritto: "Gente Comune" è un buon film, a me è piaciuto molto pure "Quiz Show", ma a parte questo non mi ha mai detto molto come regista
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- vegeta85
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dimentichi "L'uomo che sussurrava ai cavalli"...Barbazza ha scritto:Sì, Quiz Show e' il suo migliore: ma tra Milagro, Bagger Vance e In mezzo scorre il fiume non so qual'e' piu' palloso...no, lo so: Bagger Vancevegeta85 ha scritto: "Gente Comune" è un buon film, a me è piaciuto molto pure "Quiz Show", ma a parte questo non mi ha mai detto molto come regista
per me vince "In mezzo scorre il fiume"...
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- Phyllis Dietrichson
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Un film razionale, senza speranza, fitto di avvenimenti, fatti, costruito sulle opinioni, che però si avvicina di più ad un documentario. Questo film è dettagliato come una ricerca statistica, come un calcolo matematico, analizza tutti i lati del confilitto tra USA e terrorismo, confilitto interno ed esterno, individua perfettamente e dolorosamente il male del nostro tempo e denuncia esplicitamente la totale mancanza di passioni e aspettative da parti dei giovani, mentre gli adulti stanno a guardare. Il male secondo Redford non è avere un'opinione sbagliata, il male è non avere nessuna opinione. Forse l'apatia andava bene per gli stoici del 1 secolo dopo Cristo, ma non per i giovani di oggi. Un film che è un pugno in faccia, ma è troppo sintetico, troppo veloce. Non è male, ma un pò più di calma sarebbe stata l'ideale per fare un film più approfondito che potrebbe toccare e non solo sfiorare molti lati della situazione americana e mondiale. Un film teatrale, parlato e politico che più politico non si può. In mezzo alla menzogna della classe politica, alla stupidità dei mass-media, l'indifferenza dei giovani, c'è in fondo la giustificazione del popolo americano. E' un film patrittottico, è un film contro la guerra americana, è un film contro la politica americana. Dopotutto è un film di Redford che nelle doppie vesti di regista ed interprete muove bene le sue pedine, ha a suo vantaggio una sceneggiatura molto buona, ma la sua esagerata passione per la causa gli impedisce di essere più scrupoloso. Bella la sua prova, come il resto del cast: la sempre straordinaria Meryl Streep, un bravo Michael Pena, un determinato Andrew Garfield (da tenere d'occio), e un bravissimo Tom Cruise, nel suo personaggio più bello e più riuscito dai tempi del Frankie di Magnolia: convincente, esplosivo.
Lo vedro' sicuramente, prima o poiGalbo ha scritto:questo film a mio parere merita, lo consiglio
Anche perche' questo trend di riscoperta degli anni '70 non mi dispiace per niente: quantomeno un minimo di spessore e' garantito
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Saluti, B.
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- raystorm
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Leoni per agnelli – La via della sincerità
“Leoni per agnelli” parla con sincerità e coscienza critica dell'importa delle scelte di ogni singolo citadino del mondo e per farlo intreccia tre diversi avvenimenti simultanei ma che allo stesso tempo simboleggano il passato, il presente ed il futuro di una nazione. Il regista Robert Redford racconta due storie all’apparenza slegate ma in realtà unite da un filo comune che vede due militari americani in pericolo di vita su una montagna dell’Afghanistan. Ecco quindi che nello stesso momento in cui il senatore Jasper Irving (Tom Cruise) rilascia un’intervista alla giornalista Janine Roth (Meryl Streep) ("passato"), su una strategia militare al via in quello stesso momento in Afghanistan, il professore di scienza politiche Stephen Malley (Robert Redford) cerca di far capire al suo studente Todd Hayes (Andrew Garfield) ("futuro") l’importanza, il peso e la responsabilità di una scelta operata da persona matura; per perseguire questo gli racconterà la storia di due suoi allievi, Ernest e Arian (Michael Peña e Derek Luke) ("presente"), che per cambiare le loro vite e contribuire al futuro della propria nazione hanno deciso di arruolarsi nell’esercito, ed ora si trovano in prima linea in Afghanistan. Il film di Robert Redford è un fiume di parole in piena, queste scorrono attraverso le bocche dei protagonisti e vogliono raggiungere il cervello di tutti coloro che sono stanchi di continue illusioni, "Leoni per agnelli" non è critico verso le scelte fatte in passato dagli uomini, sia essi di potere che cittadini, rispetto agli eventi post 11 Settembre, ma anzi pur non giustificandoli li comprende, la pellicola di Redford invita invece tutti i cittadini del mondo a prendersi un’attimo di pausa e riflettere su come progettare il futuro dello stesso. Attraverso la dialettica del senatore, la visione della politica da parte di uno studente, l'impossibilità di fare la cosa giusta da parte di una giornalista, il film si trasforma in una presa di coscienza che vuole far riaccendere il senso civico e morale di ognuno di noi. "Leoni per agnelli" è quindi un film che snellisce la retorica, non simpatizza per una fazione politica, ma punta il dito su tutti noi che una volta presa coscienza degli errori continuiamo a lasciare che le nostre caste politiche che ci rappresentano li rifacciano, lamentandoci ma senza effettivamente alzare un dito per cambiare le cose. Il film di Redford è una lacrima su un recente passato che non si vorrebbe fosse mai accaduto, ma nello stesso tempo ci esorta a guardare avanti con speranza in un futuro in cui gli uomini si riscoprino tali e sistemino i danni creati, perché per aiutare l’umanità non possiamo dimenticarci della stessa e dei diritti della persona indipendentemente dal colore della pelle o religione. Leoni per agnelli è un dibattito sincero per la mente di ognuno di noi.
http://raystormcineblog.splinder.com/post/15333974
“Leoni per agnelli” parla con sincerità e coscienza critica dell'importa delle scelte di ogni singolo citadino del mondo e per farlo intreccia tre diversi avvenimenti simultanei ma che allo stesso tempo simboleggano il passato, il presente ed il futuro di una nazione. Il regista Robert Redford racconta due storie all’apparenza slegate ma in realtà unite da un filo comune che vede due militari americani in pericolo di vita su una montagna dell’Afghanistan. Ecco quindi che nello stesso momento in cui il senatore Jasper Irving (Tom Cruise) rilascia un’intervista alla giornalista Janine Roth (Meryl Streep) ("passato"), su una strategia militare al via in quello stesso momento in Afghanistan, il professore di scienza politiche Stephen Malley (Robert Redford) cerca di far capire al suo studente Todd Hayes (Andrew Garfield) ("futuro") l’importanza, il peso e la responsabilità di una scelta operata da persona matura; per perseguire questo gli racconterà la storia di due suoi allievi, Ernest e Arian (Michael Peña e Derek Luke) ("presente"), che per cambiare le loro vite e contribuire al futuro della propria nazione hanno deciso di arruolarsi nell’esercito, ed ora si trovano in prima linea in Afghanistan. Il film di Robert Redford è un fiume di parole in piena, queste scorrono attraverso le bocche dei protagonisti e vogliono raggiungere il cervello di tutti coloro che sono stanchi di continue illusioni, "Leoni per agnelli" non è critico verso le scelte fatte in passato dagli uomini, sia essi di potere che cittadini, rispetto agli eventi post 11 Settembre, ma anzi pur non giustificandoli li comprende, la pellicola di Redford invita invece tutti i cittadini del mondo a prendersi un’attimo di pausa e riflettere su come progettare il futuro dello stesso. Attraverso la dialettica del senatore, la visione della politica da parte di uno studente, l'impossibilità di fare la cosa giusta da parte di una giornalista, il film si trasforma in una presa di coscienza che vuole far riaccendere il senso civico e morale di ognuno di noi. "Leoni per agnelli" è quindi un film che snellisce la retorica, non simpatizza per una fazione politica, ma punta il dito su tutti noi che una volta presa coscienza degli errori continuiamo a lasciare che le nostre caste politiche che ci rappresentano li rifacciano, lamentandoci ma senza effettivamente alzare un dito per cambiare le cose. Il film di Redford è una lacrima su un recente passato che non si vorrebbe fosse mai accaduto, ma nello stesso tempo ci esorta a guardare avanti con speranza in un futuro in cui gli uomini si riscoprino tali e sistemino i danni creati, perché per aiutare l’umanità non possiamo dimenticarci della stessa e dei diritti della persona indipendentemente dal colore della pelle o religione. Leoni per agnelli è un dibattito sincero per la mente di ognuno di noi.
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- gipal
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il regista democratico redford mette sul piatto 3 fattori, che snocciola in altrettante storie:Galbo ha scritto:(al di là come la si pensa)
- gli errori del governo USA nelle strategie in iraq, ma soprattutto in afghanistan (ammesse dal politico Cruise)
- gli errori della stampa USA (in un primo momento non ammessi dalla giornalista Streep)
- lo STOP all'apatia dei giovani americani > AGGIUSTO il sistema: a) mi arruolo e partecipo ai problemi INTERNAZIONALI; b) risolvo prima i problemi INTERNI alla nazione con un bel master
tom cruise, imho, è il personaggio + POSITIVO del film, propone una nuova strategia (chissà se l'intelligence lo ascolterà), per la verità la stessa che fruttò 58.000 morti in vietnam (piccoli plotoni, grandi obiettivi). certo, meglio che stare con le mani in mano. ma redford ci fa capire come la pensa (lui reduce del vietnam che si è preso 54 punti in faccia a seguito di una sprangata avuta in una manifestazione pacifista post bellica): lasciamo in pace quei tre staterelli che tra l'altro (due di loro) da 1300 anni sono in GUERRA etnica tra loro e noi gli abbiamo perfino fatti ALLEARE x combatterci e torniamocene a casa a risolvere i nostri fottuti problemi locali.
facile a dirsi bob, ma è questa la panacea?
- Phyllis Dietrichson
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