Fritz Lang Interviewed by William Friedkin (1974)
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Fritz Lang Interviewed by William Friedkin (1974)
Ho trovato la Conversation with Fritz Lang by William Friedkin - uso la titolazione data da Fuori Orario che lo ha trasmesso in queste nottate su Raitre - molto interessante...
Dovrebbe trattarsi di un film-intervista di 50', ma in realtà ci sono anche spezzoni inediti che allungano la durata complessiva ed arricchiscono di sfumature il senso di ciò di cui parla Lang.
I punti salienti mi sembrano i seguenti:
- il regista viennese ritiene di aver avuto sempre una "sicurezza da sonnambulo", non volendo assomigliare ad alcun modello, anche perché non esiste una formula per fare film;
- il vero messaggio di Metropolis era che l'intermediario tra il capitale o società e gli operai doveva essere il cuore. Tuttavia, alla fine, il film non gli piaceva più, perché tale tesi gli parve "troppo semplicistica";
- ogni film è un'opera "personale", e i produttori, pur mettendoci i soldi, non hanno alcun diritto ad apportare cambiamenti di qualsiasi tipo (perciò, Lang non soffriva i produttori che gli avevano proposto di aggiungere il sonoro a Metropolis e che gli avevano tagliato il finale di M, il mostro di Dusseldorf, alterando il senso del film);
- Lang odiava mostrare la violenza sullo schermo (in M non si vede mai l'assassino Lorre commettere gli omicidi delle bambine), preferiva che il pubblico la immaginasse da sé, potendo immaginare le cose più atroci. In questo modo, il pubblico diventava "collaboratore del regista";
- il puntare il dito sul male nel mondo non è, per Lang, una concezione pessimistica dell'universo e della natura umana, bensì una visione realistica, una descrizione del male che esiste;
- al termine, l'intervistato afferma di odiare le interviste, perchè non è il regista (meglio definirlo "creatore di film") a dover spiegare il suo film attraverso delle parole (in tal caso sarebbe un "pessimo regista", uno che ha da cambiare mestiere), bensì "i suoi film dovrebbero parlare al posto suo".
Insomma, un documento sicuramente importante (durante la conversazione sono citati molti aneddoti della vita giovanile di Lang e dei suoi inizi di carriera come "drammaturgo" nel periodo della prima guerra mondiale). Lo vedrei bene inserito come corposo extra in qualche edizione DVD di un suo film. Non è stato già fatto, vero?
Dovrebbe trattarsi di un film-intervista di 50', ma in realtà ci sono anche spezzoni inediti che allungano la durata complessiva ed arricchiscono di sfumature il senso di ciò di cui parla Lang.
I punti salienti mi sembrano i seguenti:
- il regista viennese ritiene di aver avuto sempre una "sicurezza da sonnambulo", non volendo assomigliare ad alcun modello, anche perché non esiste una formula per fare film;
- il vero messaggio di Metropolis era che l'intermediario tra il capitale o società e gli operai doveva essere il cuore. Tuttavia, alla fine, il film non gli piaceva più, perché tale tesi gli parve "troppo semplicistica";
- ogni film è un'opera "personale", e i produttori, pur mettendoci i soldi, non hanno alcun diritto ad apportare cambiamenti di qualsiasi tipo (perciò, Lang non soffriva i produttori che gli avevano proposto di aggiungere il sonoro a Metropolis e che gli avevano tagliato il finale di M, il mostro di Dusseldorf, alterando il senso del film);
- Lang odiava mostrare la violenza sullo schermo (in M non si vede mai l'assassino Lorre commettere gli omicidi delle bambine), preferiva che il pubblico la immaginasse da sé, potendo immaginare le cose più atroci. In questo modo, il pubblico diventava "collaboratore del regista";
- il puntare il dito sul male nel mondo non è, per Lang, una concezione pessimistica dell'universo e della natura umana, bensì una visione realistica, una descrizione del male che esiste;
- al termine, l'intervistato afferma di odiare le interviste, perchè non è il regista (meglio definirlo "creatore di film") a dover spiegare il suo film attraverso delle parole (in tal caso sarebbe un "pessimo regista", uno che ha da cambiare mestiere), bensì "i suoi film dovrebbero parlare al posto suo".
Insomma, un documento sicuramente importante (durante la conversazione sono citati molti aneddoti della vita giovanile di Lang e dei suoi inizi di carriera come "drammaturgo" nel periodo della prima guerra mondiale). Lo vedrei bene inserito come corposo extra in qualche edizione DVD di un suo film. Non è stato già fatto, vero?
Ultima modifica di Invisible il sabato 15 marzo 2008, 14:42, modificato 1 volta in totale.
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
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E' una lunghissima intervista io l'ho registrata, ma non l'ho ancora vista però è strana la messa in onda perchè nella notte di venerdì Ghezzi ha mandato in onda l'intervista (una 50 di minuti) poi ha fatto "Anche i boia muoiono" a seguire ha rimandato l'intervista "nell'edizione intergrale" ma mi manca una decina o ventina di minuti ne ho registrati soli 50 minuti. Sabato ha mandato in onda la seconda parte "dell'intervista integrale" ed era lunga 1h e 40 e l'ho registrata tutta.
Ma insomma quanto dura esattamente tutto il documentario?
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Allora è così la versione del 1974 dura una 50 di minuti la nuova versione (diciamo una specie di director's cut) come riporta l'imdb presentata al Berlin Film Festival dura la bellezza di 140 min.!!!nocciolo ha scritto:Sul Criterion di M, il doc dura circa 50 minuti.
http://www.imdb.com/title/tt0276970/
Saluti
Grazie Nocciolo
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Sarebbe un sogno avere in dvd l'intervista integrale....Marchese ha scritto:Allora è così la versione del 1974 dura una 50 di minuti la nuova versione (diciamo una specie di director's cut) come riporta l'imdb presentata al Berlin Film Festival dura la bellezza di 140 min.!!!nocciolo ha scritto:Sul Criterion di M, il doc dura circa 50 minuti.
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Saluti
Grazie Nocciolo
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Io l'ho dovuta mettere su 2 dvd, su un lato la prima parte normale e verisone senza tagli e su un'altro tutta la seconda parte (senza tagli) molto lunga!!!!
Nei prossimi giorni sono curioso di vederla tutta con e senza tagli!!!
Un bravo a Ghezzi che propone tutto quello che nessuno ti fa vedere(anche a pagamento)!
Un suggerimento: la prossima intervista che voglio vedere a tutti i costi è quella tra John Ford e Peter Bogdanovich presentata per intero al Festival di Torino!
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Bastava vedere quanto era scocciato ogni volta che ci si doveva fermare per cambiare la pellicola- al termine, l'intervistato afferma di odiare le interviste
Magari...Un suggerimento: la prossima intervista che voglio vedere a tutti i costi è quella tra John Ford e Peter Bogdanovich presentata per intero al Festival di Torino!
Al pari di Marchese, mi sono trovato un po' spiazzato per come è stata proposta l'intervista a più riprese, tra un film e l'altro, nel corso delle due nottate... e così non tutto è entrato nelle cassette che avevo predisposto
Cmq, stasera ho visto Anche i boia muoiono, e devo dire che mi ha sorpreso... un bel film, spesso sottovalutato ma che presenta tutti i temi caratteristici del cinema di Lang.
Ora, non vedo l'ora di gustarmi anch'io La strada scarlatta.
Cmq, stasera ho visto Anche i boia muoiono, e devo dire che mi ha sorpreso... un bel film, spesso sottovalutato ma che presenta tutti i temi caratteristici del cinema di Lang.
Ora, non vedo l'ora di gustarmi anch'io La strada scarlatta.
Vero, vero.Machina ha scritto: Bastava vedere quanto era scocciato ogni volta che ci si doveva fermare per cambiare la pellicola
"Lui era bellissimo, ma Lei non lo vedeva proprio..."
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